Aurelius e Nagini

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Inizio terza parte (Segue "I doni della morte")
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Adattarsi alla vita senza Silente fu più difficile di quanto avessi mai immaginato: sembrava quasi di aver perso un punto di riferimento, senza il quale tutti ci sentivamo persi e confusi. Ci fu bisogno di almeno un mese per assestarci completamente ed accettare che l'uomo che ci aveva guidati- nonostante i suoi sbagli- non c'era più e che uno dei pochi che avrebbe potuto darci una mano, aveva mostrato i suoi veri colori, abbandonandoci per il nemico. Appena facemmo i conti con questa realtà, venne subito deciso che la priorità principale era proteggere Harry Potter. Senza Silente nei paraggi, il Signore Oscuro lo avrebbe sicuramente attaccato senza pietà. Venne deciso di trasportarlo volando, creando nel frattempo uno stratagemma con la Pozione Polisucco. Prendemmo in considerazione l'idea che i Mangia Morte controllavano la casa degli zii di Harry, dunque avrebbero sicuramente attaccato il ragazzo. Ma se in cielo ne stava volando contemporaneamente più di uno, avremmo guadagnato un po' di tempo. Vennero scelte diverse destinazione per ognuno dei ragazzi e del membro dell'Ordine che li avrebbe accompagnati; lì avrebbero trovato una Passa Porta che li avrebbe condotti tutti alla Tana. 

<<..E davvero non comprendo perché tu preferisca quell'uomo a me>>, borbottai, incrociando le braccia al petto. Alastor roteò l'occhio buono, mentre l'altro si mosse in maniera agitata per la stanza, assicurandosi che non ci fossero pericoli in agguato. 

<<Fletcher ha avuto l'idea. Lo so, assurdo, ma è così. E lo voglio al mio fianco per assicurarmi che nel mentre, non vada a raccontare alla persona sbagliata quello che abbiamo in mente di fare. Ho sette ragazzi e sette adulti ad accompagnarli. Non ho bisogno della tua presenza>>, spiegò, poggiando il peso contro il proprio bastone per sporgersi in avanti e guardarmi con attenzione.

<<Inoltre, dopo quello che ti è accaduto, anche Silente avrebbe preferito tenerti lontana dal campo di battaglia>>, aggiunse. 

<<E' accaduto più di un anno fa. L'ho superato. E devo ricordarti che ho combattuto contro dei Mangia Morte alcuni mesi fa? Tra i quali mio fratello?>>, domandai, serrando la mascella.

<<Lo ricordo benissimo. Ricordo anche che, in seguito, ci abbiamo messo due giorni per convincerti a mangiare e quasi tre settimane per convincerti ad uscire dalla camera e parlare. Non voglio darti false speranze, Olivia, qualcuno potrebbe morire stasera e non posso permettermi che ritorni in quello stato. L'Ordine ha bisogno di te>>, disse utilizzando con me un tono quasi paterno. 

<<Ti ricordo che ci sarà un momento in cui tutti noi dovremmo combattere. Magari, come l'ultima volta, ci troveremo di fronte persone che conosciamo e consideriamo amici. Allora, né tu né Silente potrete proteggermi>>, dissi, uscendo dalla stanza prima che potesse rispondere. Ed era ormai la seconda volta che uno dei membri decideva per me cosa fare e cosa no. Trovavo davvero ridicolo che consentisse a dei ragazzini di rischiare la propria vita, ma decideva di impedirlo a me. Avevo più esperienza, più pratica, avevo vissuto una vita più lunga e non mi sarebbe dispiaciuto morire in quella maniera. A meno che...Silente non avesse detto ad Alastor che c'era qualcosa che solo io potevo compiere, dunque era necessario tenermi in vita il minimo indispensabile. 

<<Immagino non sia andata bene>>, mormorò Andromeda appena entrai in cucina, porgendomi una tazza di tè. La sua casa era stata scelta come rifugio per il vero Harry Potter accompagnato da Hagrid. Io mi trovavo lì perché, come aveva accennato l'uomo, in seguito al funerale di Albus, mi ci era voluto un po' per riprendermi e la donna aveva deciso di accogliermi in casa sua piuttosto che lasciarmi da sola. 

<<Dice di non aver bisogno di me. Ha già degli accompagnatori per i ragazzi>>, dissi, sedendomi di fronte a lei e accettando la tazza. 

The one that got awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora