Prologo

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Il silenzio più totale, nemmeno un sussurro accennato, solo il rumore assordante del silenzio.

Da quelle labbra non aveva mai sentito provenire nemmeno un fiato.

Nemmeno dopo la lezione di educazione fisica, che aveva avuto la fortuna di frequentare con la quinta dell'anno precedente, nonostante lui fosse in quarta, grazie alla capienza della palestra, in grado di contenere due classi contemporaneamente.

Nemmeno durante le assemblee d'istituto, quando gli alunni erano chiamati ad esprimersi riguardo ad eventuali problemi scolastici.

L'unico evento che gli faceva notare che effettivamente fosse vivo, erano le mani. Quelle lunghe dita affusolate che lui tormentava, come se fosse costantemente nervoso, come se avesse per la mente sempre dei problemi insormontabili e quelle estremità del suo corpo fossero il suo bersaglio preferito. Non aveva mai avuto la fortuna di poterle osservare da vicino, ma sapeva perfettamente che se lo avesse fatto, avrebbe potuto notare croste e pelle mancante. Se solo avesse potuto, avrebbe preso tra le mani quelle sue per impedirgli questo accanimento e lo avrebbe ascoltato anche per ore, se fosse stato necessario.

Non sapeva esattamente perché provasse questo impulso. Non erano nella stessa classe, non avevano la stessa età, non si erano mai parlati. Eppure lui lo aveva sempre notato e dal primo giorno, il suo sguardo non lo aveva mai abbandonato. Probabilmente il motivo era quella pelle di porcellana, screziata da delle bellissime lentiggini, che erano così abbondanti, che persino lui da lontano non aveva potuto non notarle. E i suoi capelli neri. Quei capelli e quella pelle che formavano un contrasto assurdo tra di loro, tanto che alle volte Mattia si chiedeva se effettivamente quel ragazzo fosse reale o solo il frutto della sua immaginazione.

Suo malgrado, un giorno aveva avuto effettivamente la prova che quel ragazzo esistesse davvero.

Qualcuno era riuscito davvero a scalfire quella corazza fatta di silenzio e tormenti, e aveva preso posto nel suo cuore, occupando anche il suo fianco durante ogni momento della giornata.

Mattia sapeva di non poter fare il geloso, non aveva mai parlato a quel ragazzo, non sapeva nemmeno come si chiamasse e quel che aveva conosciuto della sua personalità, era stato perché, perlopiù, lo aveva spiato da lontano, osservato come un matto, alla ricerca di ogni singolo dettaglio da potersi imprimere nel cervello. Eppure se ne stava lì, ad osservare quei due, con la consapevolezza di sentirsi pazzo, completamente folle nel provare quel sentimento, un inutile spreco di tempo dietro ad una persona che non sa nemmeno della tua esistenza.

Aveva gioito comunque alla notizia della loro separazione.

Non che qualcuno lo avesse avvisato, non che qualcuno sapesse che a lui interessasse quel ragazzo, ma nelle sue solite osservazioni, aveva notato che la ragazza non gli ronzava più attorno, fino al giorno in cui l'aveva proprio vista cambiare strada incontrando quello tra le scale.

Non era resistito all'impulso di sorridere.

E si sera sentito uno schifo per averlo fatto.

Per questo quando lo aveva visto seduto in quello che da quattro anni era il suo posto, con le spalle curve e il viso rivolto verso il cellulare, aveva avuto un sussulto. Ed era inutile nascondere come il suo stomaco si stesse contorcendo alla sua vista, non avendolo mai visto effettivamente da così vicino, nonostante fosse praticamente nel fondo dell'aula e lui alla porta.

Deglutì e si fece coraggio, decidendo di prendere il posto esattamente al suo fianco, facendo finta di niente, come se quel ragazzo non avesse occupato il suo posto, come se non avesse fatto nemmeno caso alla sua presenza.

Nel momento stesso in cui appoggiò il sedere su quella sedia, però, sentì la faccia andargli a fuoco, le orecchie bruciare per l'imbarazzo di quello che aveva appena fatto. Si sarebbe potuto sedere accanto a chiunque in quella classe, essendo amico praticamente di tutti, eppure aveva mandato in stand by i propri pensieri e aveva fatto agire il corpo. Si diede dello scemo mentalmente, perché sapeva che cosa significasse questo suo gesto.

Partire da te [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora