"Chri, davvero, non credo di potermi permettere questo posto. E poi hai visto come sono vestito? Non sono adatto" sussurrò Mattia, mentre un cameriere li stava conducendo ad un tavolo abbastanza appartato, all'interno di un ristorante di lusso del centro città.
Il più grande non gli rispose, anzi, fece cenno al cameriere che quel posto fosse perfetto, congedandolo. Anche solo respirare in quel posto sembrava costoso. Ogni singola persona dei tavoli vicino ai quali erano passati, sembravano aver guardato male i suoi semplici stivaletti e la camicia bianca con la giacca nera che si era messo.
Se solo Christian lo avesse avvertito che lo avrebbe portato in un posto del genere, si sarebbe almeno messo la cravatta, giusto per non essere guardato dagli altri come in quel momento.
O li stavano guardando perché erano due ragazzi in un posto tradizionalmente per coppie?
Ma a quell'eventualità non volle dare troppo peso.
Quando il ragazzo che li aveva portati fino a lì se ne andò, lasciandolo loro la carta dei vini, il più grande fece cenno al piccolo di sedersi. Mattia sarebbe voluto fuggire da un posto del genere. Come avrebbe fatto a pagarsi la cena? Si era portato dietro 100€ che sua mamma gli aveva concesso di grazia perché le aveva detto che era il suo turno di offrire all'amico, ma sicuramente quel prezzo sarebbe costata solo una bottiglia di vino lì.
Aspettò qualche minuto di troppo per sedersi e Christian gli sorrise, cercando di calmarlo, non sapendo che lui era proprio il contrario di un calmante. Se Mattia stava andando in fiamme, lui era come l'ossigeno che lo animava, l'alcool che lo alimentava, la benzina che lo faceva esplodere.
"Matti?"
"Chri, io non credo che..."
"Ti prego, siediti, offro io. Voglio fare questa cosa, poi toccherà a te e deciderai tu cosa fare, va bene?"
Il biondo sospirò, arrendendosi, pensando a quanto sarebbe stato complicato poter reggere il paragone con una cena in un posto del genere. Cosa si serviva in quei ristoranti? Caviale? Non aveva idea nemmeno se questa cosa fosse vera o solo una fantasia dei film, ma il suo disagio si fece ancora più palpabile quando aprì la carta dei vini.
"Cosa bevete?" chiese il ragazzo di prima, apparendo di nuovo al loro fianco e Mattia si asciugò le mani sui pantaloni, troppo bagnate per l'ansia di essere in un posto simile e di non starsi concentrando sul suo vero obbiettivo. Quello era il suo primo appuntamento, il primo appuntamento con Christian e si stava facendo prendere dall'angoscia di essere in un posto che non si sarebbe potuto permettere. Si morse il labbro, non sapendo cosa rispondere al cameriere, che lo stava guardando, forse aspettando una risposta prima da lui che dal nero.
Chissà poi perché doveva rispondere prima lui.
"Acqua...?" domandò praticamente sussurrando a Christian, che lo fissava ancora sorridente. Poi da sotto il tavolo percepì il contatto del piede del ragazzo con la sua gamba.
Sorrise a sua volta, apprezzando quel gesto, anche se, davvero, facendo quelle cose il più grande non doveva aver appreso totalmente come lo facesse stare.
Christian distolse lo sguardo da lui, ancora sorridente e si rivolse al cameriere.
"Due calici di vino, non troppo costosi, ma buoni"
Il cameriere rise gentilmente con Christian, come se si conoscessero da una vita e poi quello si congedò con il loro ordine.
Mattia continuò a fissare il ragazzo davanti a lui, poggiando le mani sulla tovaglia bianca del tavolo fatto interamente in legno. L'intera stanza da pranzo era allestita all'interno di uno degli alberghi più costosi della città, che il piccolo aveva sempre e solo visto da fuori, senza mai esserne veramente attratto. Aveva sempre pensato che lì ci andassero personaggi famosi di passaggio o persone abbastanza ricche che dovevano fare un viaggio lungo e che decidevano di soggiornare qualche notte. Mai avrebbe pensato che lì si sarebbe svolto il suo primo appuntamento, soprattutto con Christian, che, mentre lui si guardava attorno, cercando di catturare i minimi dettagli di quel posto meraviglioso, ancora lo fissava. Quando se ne accorse gli sorrise, nervoso, ma felice di essere lì con lui. Non importava dove fossero, quanto sarebbe costato, cosa avrebbero mangiato, l'importante era stare insieme e condividere i momenti più speciali insieme.
La mano del più grande si fece in avanti sul tavolo e il piccolo recepì il messaggio, mentre il suo cuore perdeva un battito.
Mattia poggiò la mano sulla sua e Christian, con l'altra mano, prese ad accarezzare la sua, facendolo rimanere a bocca aperta.
"Sei bellissimo, ancora non te lo avevo detto" disse il più grande, fissando le loro mani sul tavolo e il piccolo quasi si strozzò con la sua stessa saliva per aver ricevuto quel complimento gratuito. Avrebbe voluto dirgli che non poteva essere minimamente paragonato alla bellezza che esprimeva lui, nella camicia azzurra con qualche bottone aperto, nei pantaloni che gli fasciavano perfettamente le gambe muscolose ad allenate, negli occhi scuri e nelle lentiggini chiare, messe ancora più in risalto dalla sua pelle diafana. Tutto in Christian attraeva Mattia, il corpo, la mente, lo spirito, creato dagli dei per poter essere il suo ideale di persona. Christian era talvolta permaloso e testardo, come aveva imparato nei giorni precedenti, dopo essere stato sotto casa sua per tre ore prima che gli aprisse, ma lui lo amava, e questo andava oltre ogni altra cosa.
"Tu lo sei... non credo tu possa immaginare nemmeno quanto" decise di rispondergli, forse per fargli rendere conto di cosa stesse parlando, della portata dell'attrazione che sentiva nei suoi confronti, ma se conosceva bene Christian, era certo che in quel momento non gli stesse credendo. Nemmeno se ad acconciare i capelli ci avesse messo cinque ore davanti allo specchio o fosse uscito il giorno prima apposta per comprare quel capo particolare che indossava.
Christian lo guardò negli occhi, con la potenza del suo sguardo scuro e a Mattia mancò il fiato. Avrebbe voluto essere solo con lui nella stanza, nella propria camera, nella sua camera, ovunque, tranne che lì, soli, per poterlo baciare e concludere quello che la mattina non avevano fatto perché si era tirato indietro come uno sciocco.
"A volte vorrei poter saper leggere nel pensiero per sapere cosa pensi quando mi guardi così"
"Così come?"
Christian sorrise, allungando ancora di più la propria mano, fino a toccargli il bicipite e continuando ad accarezzarlo sotto il tavolo col piede.
"Così... perso? Non sai quante volte ti ho visto guardarmi così, con quegli occhi azzurri spettacolari. Avrei voluto prenderti e baciarti tutte le volte in cui accadeva, perché qualcosa mi suggeriva che era esattamente la stessa cosa che avresti voluto tu"
Mattia avvampò, arrossendo e si schiarì la voce.
Perché improvvisamente doveva fare il timido? Erano amici da sempre, si erano raccontati ogni minimo dettaglio delle proprio vite, anche le cose che meno avresti voluto sapere di una persona, eppure in quel momento, mentre Christian ammetteva ad alta voce di averlo sempre voluto baciare, da chissà quanto tempo, Mattia non aveva la forza di reagire, completamente soggiogato dalla situazione.
"P-perché è-è proprio quello che-che voglio" balbettò fuori, distogliendo lo sguardo, mentre la sua mano e il suo braccio venivano carezzati ancora languidamente.
"Da quanto tempo ti piaccio, Matti?"
Quella domanda fu come uno schiaffo. Il biondo alzò lo sguardo e vide il cameriere che aveva portato loro i due calici di vino che avevano ordinato, senza nemmeno chiedergli la carta d'identità per controllare che fossero maggiorenni. Il ragazzo domandò loro se avessero scelto cosa mangiare mentre era stato via e, stranamente, il grande sembrava pronto, come se avesse studiato le proprie mosse, ordinando per entrambi le scelte dello chef sia per primo che per secondo. A Mattia non importava cosa avrebbero mangiato, il suo stomaco era chiuso, stava solo pensando a quel ragazzo che aveva davanti e a quanto a volte avrebbe voluto prenderlo a schiaffi perché sapeva benissimo come farlo sentire a disagio in ogni situazione e forse se ne divertiva anche.
Ma la verità era che forse quello sapeva perfettamente da quanto tempo il biondo gli andasse dietro e a quel punto Mattia pensò che fosse arrivato il momento di fargliela pagare per averlo fatto aspettare tanto.
STAI LEGGENDO
Partire da te [zenzonelli]
Fanfiction"Solo il rumore assordante del silenzio. Solo delle dita totalmente rovinate, martoriate dallo stesso carnefice che le possedeva. Semplicemente Christian Il sogno proibito di Mattia." Un racconto semplice, onesto, in un universo alternativo, in cui...