Capitolo 14

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Non avevano trovato la stanza meno costosa di quel posto, perché l'albergatore aveva detto loro che quella fosse già occupata, ma riuscirono comunque a trovare qualcosa, per una notte, che fosse alla portata del più piccolo, che si permise di insistere col grande per poter essere lui a pagare. Christian aveva riso tantissimo di ogni sua reazione, del modo in cui stava agendo, frettolosamente ed eccitato, come un bimbo che sta per tornare a casa dopo essere stato fuori la Vigilia di Natale e sapendo che, una volta rientrato, avrebbe trovato i regali sotto l'albero.

Mattia si sentiva proprio così. Come un bambino con i suoi regali, ma di regalo ce n'era uno e sarebbe bastato per un altro miliardo di doni: Christian. Lo sentiva al suo fianco come mai lo aveva sentito, forse per l'aspettativa di quel che sapeva stesse per accadere, di quello che si aspettava da lui, per come avrebbe voluto che fosse andata quella serata fuori casa. Quando aveva detto alla madre che sarebbe stato fuori, proprio come faceva spesso ultimamente, lei non sapeva che il figlio sarebbe tornato a casa diverso, anche se prima o poi lo avrebbe dovuto scoprire. Mattia si promise che se la serata fosse andata bene come sperava, il giorno dopo avrebbe raccontato tutto alla donna.

"Frate, guarda che se anche non mi tiri, non scappo!" esclamò alle sue spalle Christian, ad un certo punto, mentre camminavano per il corridoio, seguendo l'inserviente che li stava portando alla loro stanza. Quello si voltò insieme a Mattia quando sentirono la voce del più grande, che se la stava ridendo un sacco per come il piccolo stava vivendo quella situazione, tanto che il biondo gli lasciò andare la mano per voltarsi di nuovo e lasciarlo ridere tra se e se.

Ancora che lo chiamava 'frate' dopo che si erano baciati e che stavano per...?

Il ragazzo davanti a lui, che li stava accompagnando, gli sorrise dolcemente, forse comprendendo come si dovesse sentire Mattia, ma probabilmente si trattava tutto di uno scherzo del proprio cervello. Quello poi gli indicò la porta verso cui dirigersi e, consegnandogli le chiavi della stanza, si congedò, augurando loro una buona notte.

"Hai finito di ridere?" chiese scontroso Mattia, voltandosi ancora una volta verso Christian, paonazzo in viso, per star trattenendo le risate così tanto, che delle lacrime stavano uscendo dai suoi occhi. Vedendo la scena, il piccolo si offese ancora di più, permaloso com'era, e iniziò a camminare verso la stanza ignorando l'altro che rimase dietro di lui.

"Hei, dai che scherzo!"

Mattia fu davanti alla porta. Aveva veramente l'intenzione di entrare nella stanza, chiudercisi dentro e lasciare Christian fuori nel corridoio. Poco importava che lì sarebbe diventato buio presto, poco importava se lo avesse lasciato solo. Lo stava facendo davvero arrabbiare e sentire in imbarazzo contemporaneamente. Anche se sapeva che al grande piacesse comportarsi in quel modo e che era stato anche questa cosa di lui a conquistarlo definitivamente. Così, anche se stava per andare contro i suoi stessi principi, fece per girarsi, ma Christian gli fu dietro prima che potesse farlo e lo appiattì contro la porta, mentre continuava a stargli dietro. Sentiva il suo petto attaccato alla schiena e il respiro accelerato del ragazzo aumentò anche il suo, che in meno di qualche secondo, si ritrovò a boccheggiare, mentre nella sua mente tornava la consapevolezza di quello che sarebbe successo in quella stanza.

"Dove pensi di andare senza di me? Cosa farai nella stanza tutto solo?" sussurrò retoricamente Christian, posandosi totalmente sopra di lui, talmente tanto che se si fosse spostato di scatto, Mattia sarebbe caduto. La guancia del piccolo percepiva il freddo del legno, mentre il grande iniziò a baciargli la rasatura dei capelli sul collo. Sospirò e chiuse gli occhi, mentre le mani del ragazzo sfilavano la camicia dai suoi pantaloni, permettendogli di infilarsi dentro e sentire la sua pelle fredda a contatto con la pancia calda di lui.

"Chri..." cercò di dire Mattia, ma le mani di Christian iniziarono a staccargli il bottone dei pantaloni e il suo cervello staccò da ogni tipo di lucidità.

"Forse è meglio se entriamo nella stanza, prima che qualcuno ci veda, no?"

Mattia annuì, ma probabilmente avrebbe accettato qualcuno cosa gli avesse chiesto in quel momento. Così quello dietro di lui si staccò dalla sua schiena, tenendolo comunque con le sue mani sui fianchi, mentre la camicia se ne stava stropicciata al di fuori dei pantaloni e quelli erano quasi del tutto slacciati. Il piccolo arrossì pensando a come avrebbe potuto reagire qualcuno se li avesse visti poco prima.

Passò la carta nel lettore e la porta si aprì, rivelando una stanza semplice, con arredo molto più economico rispetto a quello del resto dell'albergo, ma con un letto enorme, con coperte azzurre, proprio al centro. Fecero qualche passo al suo interno, senza mai staccarsi, e Christian diede una spinta alla porta per farla chiudere dietro di se.

"Smettila di tremare" disse il grande, mentre faceva voltare verso di lui il piccolo, per poterlo guardare il faccia. Il biondo non poteva certo promettergli che lo avrebbe fatto, perché quel tremore che percepiva era dovuto al battito del suo cuore estremamente accelerato, che stava pompando troppo sangue tutto insieme, ma nulla avrebbe potuto rovinare quel momento.

E poi riprese il lavoro da dove lo aveva lasciato.

La sua mano sinistra tornò ad infilarsi tra i tessuti dei vestiti, trovando la camicia e i pantaloni nelle condizioni in cui li aveva lasciati prima e decise di abbassare anche la loro cerniera, rivelando che il piccolo indossasse dei semplici boxer neri.

"Ma guarda qui come siamo eccitati" sussurrò Christian, abbassando lo sguardo e notando l'erezione che svettava tra le gambe di Mattia, che prontamente gli colpì un braccio per l'imbarazzo.

"Ti pare il caso di commentare ogni cosa?"

Christian rise per l'espressione scioccata che Mattia aveva messo su e lo spinse sul letto, facendolo cadere sdraiato tra le lenzuola.

"Eccome se mi pare il caso. Ora togliamo i pantaloni, così posso prendermi cura del tuo cazzo, okay?"

"Chri, smettila!"

"Okay, okay!"

Christian scoppiò definitivamente a ridere, facendo arrossire il piccolo, ma non distraendosi mai dal proprio obiettivo: i pantaloni vennero tolti frettolosamente, lasciando esposte le gambe di Mattia, che tremava ancora come una foglia, totalmente innamorato del modo scherzoso che aveva il grande di comportarsi. Erano la coppia più strana del mondo, ne era consapevole. Uno che non la smetteva mai di prenderlo in giro e l'altro molto permaloso, ma nessuno dei due sarebbe mai cambiato, perché era proprio per questo che si erano innamorati l'uno dell'altro.

Da sdraiato Mattia guardò Christian, in ginocchio sul letto, che si spogliava dei vestiti che aveva indosso. Prima slacciò i polsini della camicia, così da permettere che le mani potessero uscire facilmente e piano piano prese a slacciare tutti i bottoni del capo, rivelando mano mano la pelle candida del petto, su cui non si notava nemmeno un pelo. Quando arrivò in basso, con la camicia quasi tutta slacciata, l'attenzione di Mattia venne catturata dal rigonfiamento nei pantaloni dell'altro, che lo lasciò senza fiato. Anche lui faceva lo stesso effetto a Christian.

Come sarebbe stato fare l'amore con lui? Come avrebbe dovuto comportarsi? Era la sua prima volta? Avrebbe dovuto far fare tutto a lui?

Si leccò le labbra quando vide Christian slacciare totalmente la camicia e sfilarsela, buttandola per terra, e poi passare ai pantaloni, che abbassò, rivelando dei boxer bianchi.

Mattia quasi gemette vedendo come il suo pene era quasi visibile attraverso quel tessuto leggermente trasparente.

"Matti, se non la smetti di fissarmi così, mi consumo, lo sai?" se ne uscì Christian, rovinando totalmente la piega dei pensieri del piccolo, che roteò gli occhi e sbuffò, offeso come sempre.

"Hai appena alzato gli occhi al cielo e sbuffato a me?"

Tornò a guardarlo, serio in volto, mentre l'altro sorrideva ironicamente.

"E anche se fosse?"

Christian si sdraiò piano sopra di lui, avvicinandosi con le mani al suo volto, mentre il sorriso ironico abbandonava il suo volto, lasciando spazio a qualcosa che il piccolo non aveva mai visto. Mattia indossava ancora i pantaloni, a dire la verità era ancora vestito, anche se la camicia e il resto erano slacciati, ma percepì benissimo la pressione sul suo corpo che esercitò il grande quando vi ci poggiò tutto sopra. Il piccolo gemette quando sentì la pressione del pene eretto di Christian sul suo ed inarcò la schiena per potergli andare più incontro.

"Se ti piace questo, non hai idea di come sarà bello il resto"

Partire da te [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora