Mattia guardò Dario e Christian allenarsi per tutto il pomeriggio, con altre persone che, alternativamente, occupavano la stanza insieme a loro. Si sentiva leggermente fuori contesto, di quel tipo di danza ne sapeva poco, nonostante gli piacesse comunque molto e vedeva ogni ragazzo guardarlo male per essere lì ed essere uno sconosciuto. Il disagio era palpabile sulla sua pelle, ma quella sensazione di calore che aveva avvertito nel cuore e nello stomaco quando Dario si era lasciato sfuggire che Christian pensasse di lui che fosse bello, ancora non era svanita, era ancora presente e gli faceva tremare il cuore ogni volta che il nero faceva un giro e si voltava verso di lui, sorridendo, perché ballando lo vedeva, si sentiva bene. E glielo avrebbe voluto urlare che anche lui lo trovava bellissimo, ma se si sentiva già fuori luogo così, in quel caso se ne sarebbe solo dovuto andare.
Christian si dimenava sull'ennesimo pezzo, provando e riprovando passi, mentre il suo maestro lo aiutava in determinati punti e lo elogiava in altri, mentre Mattia osservava la maglia dell'amico che ad ogni giro, rischiava di finire sempre più in alto.
Forse in quel modo avrebbe potuto scoprire se anche sull'addome c'erano tutte quelle lentiggini.
Strizzò gli occhi e voltò la testa di lato, come se questo gesto potesse bloccare quel pensiero poco opportuno in quel preciso momento. Cosa gli stava prendendo? Christian gli stava entrando così tanto sotto pelle?
Decise di alzarsi dal suo posto e andò nel corridoio, per riprendere un secondo fiato.
"Hei, dove vai?"
Mattia si voltò per ritrovare Christian alle sue spalle, sorridente, col fiatone, sudato e spettinato. Aveva lasciato tutto per andare dietro di lui, anche se aveva notato come si stesse divertendo. Gli sorrise, mentre ancora il suo stomaco fece una piroetta pensando che il suo amico pensasse di lui che fosse bello, ma che, evidentemente, non si era visto allo specchio. In quel momento sembrava sceso dalle nuvole, baciato direttamente da dio.
"Avevo solo bisogno di prendere un attimo aria. E poi lì dentro mi guardano tutti male" sviò, facendo finta che quello fosse il vero motivo della sua uscita e non di quelle sensazioni così forti che il ragazzo davanti a lui gli faceva provare. Ma se lo avesse ammesso, forse, si sarebbe spaventato. Anche lui lo era per la loro portata.
Christian rise in uno sbuffo, aggiustandosi leggermente i capelli e poi guardando attraverso la finestrella della porta. Dario si stava ancora allenando con l'insegnante, esattamente come tutti gli altri.
"Alla lezione mancano giusto cinque o dieci minuti. Non te ne andare, poi stiamo un po' insieme" disse, infine, per poi rientrare in aula, senza aspettare una risposta, così da non poter ricevere un 'no', in risposta. Mattia sorrise tra se, pensando a quanto fosse furbo quel ragazzo che sapeva perfettamente come ottenere ciò che desiderava.
Così si poggiò al muro accanto alla porta e tirò fuori il telefono, in modo da avvisare la madre che avrebbe fatto sicuramente tardi anche quella sera.
Proprio come aveva detto Christian, qualche minuto più tardi, tutti gli studenti uscirono dall'aula. Così Mattia fece per affacciarsi alla porta, per controllare se potesse entrare e andare da Christian, ma andò prima a sbattere contro un'altra persona, che in quel momento stava uscendo dall'aula come tutti gli altri: Dario.
"Hei! Pensavo che te ne fossi andato prima! esclamò, mentre si posizionava meglio il borsone sulla spalla.
"Ehm, no, Chri mi ha chiesto di aspettarlo"
"Che scemo, dovevo immaginarmelo" così dicendo fece per andarsene, ma Mattia lo bloccò.
Troppe erano le domande che avrebbe voluto porre a quel ragazzo. Esattamente che tipo di rapporto c'era tra lui e Christian? Quanto si conoscevano? Il loro amico si confidava con lui? Fino a che punto? Quante cose sapeva?
"Che cosa intendi?" invece, decise di chiedergli. Qualcosa che non lo compromettesse troppo, se prima aveva davvero frainteso tutto.
Dario, distolse lo sguardo da lui, si guardò attorno qualche istante e poi guardò nell'aula, da dove Christian stava per raggiungere la porta correndo.
"Facciamo che ne parli direttamente con lui"
E poi sparì velocemente, prima ancora che il nero potesse palesarsi al suo fianco. Mattia fissò quello che se ne andava, lasciandolo così, con mezza frase, con qualcosa che non significasse nulla, ma contemporaneamente tutto, e gli venne naturale chiedersi quante cose potesse non conoscere di Christian, ma che Dario conosceva. Per la prima volta dopo mesi, dubitò della loro amicizia e questo fu molto doloroso.
"Hei, allora vieni?"
Mattia si voltò e osservò quegli occhi scuri profondi, chiedendosi per la prima volta se nascondesse dei segreti.
E forse il nero si accorse che qualcosa non andava.
"Che succede?" chiese, mettendogli una mano sulla spalla e avvicinandosi.
Il biondo non sapeva se potesse dire tutto quello che gli passava in quel momento per la mente. Confusione, rabbia, gelosia, prevalentemente quest'ultima, che gli stava schiacciando il cervello, non permettendogli di pensare lucidamente. Non gli importava cosa Dario sapesse in più di lui, gli dava solo fastidio che ci fosse qualcosa che Christian avesse preferito dire al moro piuttosto che a lui. Ed era una cosa totalmente irrazionale.
"Da quanto conosci Dario?" così, decise di chiedere, mentre si avviava di nuovo nell'aula, dove sapeva che l'amico volesse ancora stare, perché aveva bisogno di provare sempre un po' più degli altri, come in classe aveva bisogno di qualche minuto in più per mettere in ordine le idee.
"Più o meno saranno tredici o quattordici anni, perché?"
"No, così, ho notato che siete molto amici"
Christian rimase in silenzio qualche secondo e lo osservò. Mattia sapeva di aver scritto in faccia le sue emozioni, quello che stava pensando e la gelosia che lo stava bruciando da dentro, ma se c'era una cosa che conosceva del proprio amico era proprio il limite che metteva in tutto. Che avesse capito o meno, c'erano delle situazioni oltre il quale il nero non si era mai spinto e nel corso dei mesi erano state svariate le occasioni, proprio come nel caso delle emozioni provate per la propria ex o il fatto che Mattia non avesse mai avuto una ragazza. Christian non aveva mai chiesto. Al biondo questa cosa non aveva mai dato fastidio, in fin dei conti sapeva benissimo che era una cosa che poteva sfruttare anche a proprio vantaggio, anche perchè altrimenti l'amico avrebbe scoperto mesi prima quali fossero le tendenze del biondo.
Così quel discorso cadde, semplicemente, come era nato, rimanendo nascosto in un angolino del cervello di Mattia ed etichettando Dario come 'pericolo numero uno'.
"Entriamo?" chiese il nero, facendo strada al biondo e portandolo al centro della stanza, dove lo fece accomodare per terra, mentre lui gli mostrava dei passi e dei movimenti che ancora non gli uscivano bene. E nonostante Mattia ancora fosse scosso dalla propria gelosia, iniziò a fare i complimenti ed a elogiare l'amico, facendogli notare come, i passi che diceva uscissero male, in realtà fossero quelli che gli uscivano meglio. Lo osservò mentre quello si guardava allo specchio e analizzava da solo i propri movimenti e in quel momento se ne accorse.
La maglietta di Christian era leggermente sollevata rispetto alla vita dei pantaloni e faceva intravedere un leggero lembo di pelle, da cui Mattia potè notare un piccolo dettaglio e così rispondere ad una delle tante curiosità che aveva nei confronti di quel ragazzo: anche lì notò delle lentiggini.
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Partire da te [zenzonelli]
Fanfiction"Solo il rumore assordante del silenzio. Solo delle dita totalmente rovinate, martoriate dallo stesso carnefice che le possedeva. Semplicemente Christian Il sogno proibito di Mattia." Un racconto semplice, onesto, in un universo alternativo, in cui...