Capitolo 7

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Il giorno dopo, a scuola, Mattia non riuscì ad andare e nemmeno quello dopo. Rimase a casa, sdraiato nel letto, alle prese con una leggera febbre e un raffreddore con i controfiocchi. Se ne stava al buio della propria stanza, con il letto cosparso di fazzoletti e nella mente solamente Christian.

Non che la cosa fosse diversa dall'ultimo anno e mezzo.

Lui occupava sempre tutti i suoi pensieri, ma questa volta Mattia riviveva in loop il loro bacio, quel momento raccolto che avevano condiviso, che lui stesso aveva rovinato come uno sciocco, senza un vero motivo, non che Martina lo facesse preoccupare così tanto da dubitare anche dei comportamenti di Christian. Era proprio per i comportamenti di quel ragazzo che qualche giorno prima si era sentito così confuso, perché mai aveva notato un solo sguardo illusorio negli occhi del nero e lui passava la maggior parte del suo tempo a guardarlo, a studiare ogni singolo comportamento o azione. Aveva amato essere baciato e avrebbe voluto che il più grande fosse ancora lì per poterlo fare ancora, per poter sentire ancora quelle labbra sulle sue, ma non pensava di essere pronto a rivedere quegli occhi, non dopo la figura tremenda che aveva fatto.

Così si voltò nel letto, respirando con la bocca e chiudendo gli occhi, cercando di prendere ancora sonno, giusto per occupare il tempo in qualche modo in quella giornata noiosa costretto a letto.

Gli arrivò una notifica.

Girò il braccio verso il comodino, nonostante fosse alle sue spalle e nel recuperare il telefono per vedere chi fosse, fece cadere a terra il bicchiere che stava li sopra. Si voltò di scatto, capendo immediatamente cosa fosse successo e si affrettò ad accendere la luce per vedere il casino che aveva combinato. Quando si chinò per terra, notò, fortunatamente, che il bicchiere non si fosse rotto.

La porta alle sue spalle si aprì.

"Non ti preoccupare, mamma. Non so come non si sia rotto" disse, con il naso chiuso, ma ridendo di se stesso e della fortuna che avesse avuto, mentre la velocità con cui si era mosso, aggiunto al raffreddore e alla febbre, gli fecero venire un leggero capogiro. Così quando ebbe raccolto il bicchiere, si sedette sul letto. Portandosi una mano alla testa.

"Ti è venuto il raffreddore?"

Mattia si voltò di scatto.

Pensava fosse sua mamma, invece ad avere aperto la porta era stato Christian.

"Chri, ciao, c-che ci fai qui...?"

Si vergognava come un verme per la scenata che aveva fatto il giorno prima, invece che parlarne come una persona matura, e tutto si sarebbe aspettato, tranne che il ragazzo andasse fino a casa sua. Dalle sue parole dell'altro ieri si aspettava che gli avrebbe dato tutto il tempo che desiderava per pensarci, ma evidentemente non era così. Lo vedeva nell'insicurezza della sua postura che aveva timore ad essere lì, ma non sapeva che lui adorava vederlo nella sua stanza.

E poi gli era mancato così tanto, anche se non si erano visti per solo per un giorno.

"Lo so che avrei dovuto darti altro tempo, ma non ce la facevo, okay? Voglio sapere che succede" sbottò Christian, rimanendo rigido al proprio posto, totalmente preso dal panico. Così Mattia decise di alzarsi e andare verso di lui, accompagnandolo a sedere sul proprio letto, prendendo quelle mani ghiacciate tra le sue. Gli erano mancate tantissimo anche quelle.

Il letto si piegò sotto il peso dei loro corpi, mentre il più piccolo decise di prendere un sorso d'acqua prima di iniziare a parlare, versandosene un po' nel bicchiere che prima era caduto a terra. Sentiva caldo, l'ansia che sprigionava Christian e aveva la testa leggera per la stessa paura di dire o fare qualcosa di sbagliato.

Come si doveva comportare con lui? Fino a dove avevano spinto il loro confine, dopo il bacio dell'altra sera? Poteva ancora abbracciarlo come adorava fare? Avrebbe potuto persino... baciarlo un'altra volta?

"Chri, davvero, è tutto a posto" cercò di iniziare, ma Christian piegò la testa di lato e alzò il sopracciglio, in disaccordo.

"Okay, forse ho esagerato un po' a scappare via in quel modo..."

"Tu dici?"

Mattia gli tirò un pugnetto sulla spalla, scherzoso.

"Ma possibile che con te non si possa essere seri una volta?" fece ancora il biondo, scoppiando a ridere e prendendogli il braccio tra le mani, mentre anche il più grande rideva insieme a lui, forse leggermente sollevato nel vedere Mattia ridere della sua ironia.

Poi Christian gli prese il viso tra le mani, facendolo smettere di ridere.

"Ora parla. Ho una voglia matta di baciarti"

Mattia tremò dopo quella affermazione e si sarebbe anche potuto sciogliere se solo le mani ghiacciate del ragazzo davanti a lui non lo stessero tenendo incollato alla realtà.

Fece fatica a tenere il cuore a freno nel momento in cui gli disse:"Ti prego, fallo" e Christian, ben felice, si avventò su quelle labbra morbide. Questa volta non ci fu timore nell'agire e il più grande travolse totalmente Mattia, che si ritrovò ad indietreggiare nel letto, finendo praticamente sdraiato, mentre la lingua di Christian si inoltrava nella sua bocca, calorosa e lo fece mugolare dal piacere, togliendogli il fiato. Il biondo gli mise la mani dietro la nuca, infilando le dita tra i suoi capelli, mentre il nero gli stava sopra totalmente sdraiato su di lui. Christian si staccò dalle sue labbra e si fece strada verso il suo collo e il petto leggermente scoperto per via del pigiama extra large. Baciò ogni lembo di pelle che trovò sul suo percorso e Mattia si ritrovò ad andare incontro alle carezze che quelle labbra morbide e piene lasciavano sulla sue pelle. Sentiva come se la febbre stesse salendo ancora di più, ma mai avrebbe chiesto al più grande di fermarsi.

"Ti prego, non te ne andare più" sussurrò vicino al suo orecchio il nero, per poi mordergli il lobo dell'orecchio e provocando un sospiro in Mattia, che lo strinse ancora più stretto al petto.

"Non me ne andrò più" si ritrovò a dire, totalmente in trance, senza rendersi effettivamente conto di cosa le proprie labbra stessero dicendo, perché ciò che voleva era solamente che Christian non si fermasse mai, che continuasse a coccolarlo, a regalargli quel piacere che desiderava da un anno e mezzo.

Ma il più grande aveva bisogno di essere più sicuro.

Mattia si ritrovò a distanza da Christian, che lo fissava, puntellato sulle mani. Lo guardava negli occhi da distanza ravvicinata, ma era così serio che non osava chiedergli di continuare a baciarlo. Aveva uno sguardo magnetico che non gli aveva mai visto e venne improvvisamente investito di nuovo da tutte quelle insicurezze che aveva provato per due giorni, non avendolo accanto e non potendo essere accecato dai propri sentimenti.

"Promettimelo" comandò il più grande e Mattia iniziò a sentirsi ancora più piccolo sotto di lui, sotto quello sguardo accusatore, mentre il suo cuore si dimenava nel petto.

"Prometterti che non me ne andrò più?"

"Ti prego... perché lo hai fatto l'altro ieri? Quel momento è stato così..."

"Meraviglioso?"

Christian sorrise sopra di lui, per poi abbassarsi sul suo petto e poggiare la testa lì, dove il cuore di Mattia batteva all'impazzata per quel ragazzo che lo confondeva, ma che adorava così tanto.

"Mi sono solo spaventato. Non mi hai mai mostrato nulla e avevo paura che lo avessi fatto solo per pena..." ammise Mattia, continuando a carezzare la testa del più grande, percependo tra le dita i capelli morbidi, prima che quello alzasse la testa di scatto per guardarlo male.

"Che c'è?" chiese sorridendo, guardando l'espressione delle sue sopracciglia corrucciate in modo carino.

"Sei coglione, ecco che c'è" rispose francamente Christian, beccandosi il solito pugnetto sulla spalla da parte del piccolo, finto offeso da quella affermazione. Ma poi andò avanti a spiegare dicendo:"A volte vedevo il modo in cui mi guardavi, ma secondo te potevo correre il rischio di perderti? Ovvio che non ti ho mai mostrato niente, idiota. Altrimenti ti avrei baciato un migliaio di anni fa"

Mattia lo attirò di nuovo a se, sorridendo mentre avvicinava nuovamente le loro labbra, per baciarsi ancora a lungo.

Partire da te [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora