Mattia prese il telecomando.
"Io credo che tu ne abbia bisogno"
Christian se ne stava sul divano di casa di Mattia, con la televisione accesa, ma con il volume muto, perché in quel momento si stava beccando la 'ramanzina' da parte del biondo, che stava cercando di farlo ragionare. L'aiuto che offriva Martina, per quanto desse fastidio anche al biondo che il più grande dovesse accettarlo, sarebbe stato ben accetto per poter far raggiungere l'obbiettivo della promozione al ragazzo. Christian non gli aveva parlato per tutto il tempo, dopo che la ragazza era entrata in aula, fino a quel momento compreso, in cui faceva finta di essere totalmente preso da quello che stessero trasmettendo in televisione, nonostante non stesse sentendo il suono.
A volte Mattia pensava di parlare con un muro.
Aveva pensato di andare dalla professoressa e chiedergli direttamente il numero di Martina per poterla contattare lui e chiedergli una mano, per poi mandarci Christian. Aveva pensato di andare in sala professori e con una scusa portarsi dietro anche il ragazzo per poi incastrarlo. Alla fine aveva deciso di parlargli chiaramente, cosa che optò come migliore, ma senza tener conto che fosse del nero di cui stava parlando. Se ne stava con le braccia conserte, dandogli le spalle sul divano, tenendo il broncio come fa un bambino quando non gli compri il giocattolo visto al centro commerciale.
Mattia stava lottando contro l'impulso di prenderlo a pugni e poi baciargli quella faccia da schiaffi.
"Ma mi stai ascoltando?" chiese retorico, avvicinandosi di un passo verso il divano e ricevendo uno sguardo fulminante da parte del più grande.
"Siamo arrivati a questo? Io voglio solo il bene per te!"
"Vuoi solo il mio bene? Il mio bene è studiare con te! Non ho bisogno di nessun'altro. Non mi pare di star andando male, o no? Oppure non mi vuoi più aiutare, eh, Mattia? Ammettilo che sono diventato un peso anche per te!" sbottò improvvisamente quello, facendo rifare a ritroso al biondo quel passo che aveva fatto in avanti. Si sentì come colpito al petto da un proiettile vagante e gli mancò quasi il fiato per quelle frasi dure appena pronunciate dal ragazzo davanti a lui, che ora se ne stava proteso in avanti, con il viso infiammato e le lentiggini ancora più in evidenza.
Christian si alzò in piedi e andò verso il frigo, aprendolo e bevendo un sorso d'acqua dopo esserselo versato in un bicchiere. Il vetro poi fu sbattuto sul tavolo.
"Io non immaginavo che ti sentissi così..."
"Tu non immagini mai nulla, Mattia, tu arrivi sempre a conclusioni affrettate. Non ho bisogno di lei, non ho bisogno di nessuno. Nemmeno di te se non mi vuoi più aiutare"
"Chri, ma cosa dici?"
"Io non so cosa pensare, mi sta andando in fumo il cervello. Forse è meglio che me ne vada"
E così dicendo il nero prese il proprio zaino e fece per avvicinarsi alla porta. Le lacrime iniziarono ad inondare gli occhi di Mattia, che si rese conto di cosa stesse per fare quel ragazzo che aveva aspettato per così tanto tempo. Se ne stava andando, si stava allontanando da lui, stava costruendo di nuovo il muro enorme che con i mesi lui aveva cercato di buttare a terra per poter entrare a far parte della sua vita. Non voleva che accadesse, non voleva che tutto quello che stava per fare per Christian, alla fine si rivoltasse contro di lui. Voleva solo che il ragazzo potesse vivere al meglio la sua vita, ma non aveva minimamente calcolato di chiedere cosa ne pensasse lui.
"Ti prego, Chri, parliamone" provò, ma venne bloccato dal più grande che mise una mano davanti a se, per bloccare ogni discorso che da quella situazione sarebbe potuta nascere. Mattia iniziò a sentire un peso enorme al petto, sentiva di star per scoppiare a piangere e la sua voce tremolante ne era la prova. Però sentiva che se non avesse agito, se avesse lasciato il nero uscire da quella stanza, qualcosa si sarebbe spezzato. Notò Christian abbassare la mano, che stava tremando e voltò il capo verso la porta, senza più guardarlo.
"Per mesi ho taciuto sul fatto che sapessi quali fossero i tuoi sentimenti, ma facevi finta di niente. Ho pensato che col tempo ti saresti accorto che nessuno diventa così facilmente mio amico e che quindi fosse palese che anche io provassi qualcosa per te, avendoti fatto avvicinare così velocemente. Ma nulla, anzi, hai continuato a fare finta di nulla. E anche ora, eccoci qua, ci siamo baciati, non sono mai stato tanto aperto come in questo momento, ma tu non pensi mai a quello che davvero io possa volere. Non hai mai pensato a quanto fosse un peso per me vederti reprimere i sentimenti che vedevo in quei tuoi stupendi occhi azzurri, non hai pensato a me in questo momento, dando per scontato che io volessi una mano da una persona che ho allontanato io. C'è un motivo se non l'ho più voluta nella mia vita e quando ho deciso di allontanarmi da lei, ho deciso di farlo in tutti i sensi e per tutta la vita. Ma tu dai per scontato tutto no? Bene, Mattia, continua a decidere per te stesso, fai come fai sempre. Ciao"
E Christian se ne andò davvero, sbattendosi la porta alle spalle, in un tonfo che coincise con lo spezzarsi del cuore del più piccolo.
Lo aveva deluso, lo aveva ferito, era sempre stato un egoista e non se n'era nemmeno mai accorto.
Finì a terra in ginocchio, piangendo a dirotto, con una mano sul petto, come per poter sostenere quel dolore che sentiva irradiarsi da quel punto del corpo, per tutto il resto dell'organismo.
Non avrebbe mai immaginato che avrebbe sentito quelle parole provenire da quelle labbra che tanto amava. Non credeva che quel ragazzo ne fosse capace, non credeva che avesse sentito davvero tutto quelle cose e che non glielo avesse mai detto. Christian sapeva fin dall'inizio cosa lui provasse, lo sapeva e gli aveva lasciato tutto il tempo di cui necessitava per poterlo elaborare, ma lui ci aveva messo così tanto che alla fine aveva fatto lui il primo passo, nonostante fosse... lui. Forse da quel momento il nero si sarebbe aspettato che il biondo facesse qualche passo avanti, che iniziasse a pensare di più a loro, invece, secondo il suo punto di vista, era arrivato a sostituirsi a lui e, come sempre, a non chiedere cosa davvero ne pensasse di tutta quella situazione.
Non si erano nemmeno mai detti qualcosa dopo le volte in cui si erano baciati.
Ed erano state due volte meravigliose.
Mattia era onesto se diceva che non pensava ci fosse bisogno nulla da dire, ma Christian la pensava diversamente. E forse poteva comprendere il suo disagio. Lo aveva dato troppo per scontato, ma non tutte le persone sono uguali, ognuno ha bisogno delle proprie conferme e forse il più grande si era spaventato per il fatto che lui lo stesse, praticamente, spingendo di nuovo tra le braccia di una persona che per lui era stata tossica.
Non immaginava cosa Martina gli avesse fatto, a lui Christian aveva raccontato solamente che avesse perso interesse nei suoi confronti, ma, forse, c'era qualcosa di più.
Il biondo si portò le mani al viso, ripulendolo da tutte le lacrime versate e si chiese se anche il più grande stesse piangendo, chissà dove, fuori al freddo, lontano da casa, con la gente attorno a lui che, molto probabilmente, lo guardava chiedendosi cosa fosse successo. Ringraziò che i propri genitori fossero ancora fuori per lavoro per qualche ora, mentre decideva di prendere il proprio giubbino e andarsi a riprendere quel ragazzo duro di testa, che gli aveva detto tante cose brutte, ma che se avessero discusso, avrebbero potuto superare insieme, esattamente come fanno le coppie.
Perché, loro potevano definirsi una coppia?
Era questo che Christian voleva sapere? Avrebbe voluto poterlo trattare come il proprio ragazzo?
Il cuore di Mattia fece una capriola, anche se il petto doleva ancora per quella scenata appena passata con quel ragazzo a cui tanto voleva bene, ma per cui si struggeva da così tanto tempo, che forse era arrivato il momento di mettere una virgola, di chiarire tutto, di sistemarsi e rendere tutto chiaro per chiunque ne avesse bisogno.
Soprattutto il nero, evidentemente.
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Partire da te [zenzonelli]
Fanfiction"Solo il rumore assordante del silenzio. Solo delle dita totalmente rovinate, martoriate dallo stesso carnefice che le possedeva. Semplicemente Christian Il sogno proibito di Mattia." Un racconto semplice, onesto, in un universo alternativo, in cui...