Capitolo 2

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Inutile dire che quel bonaccione di Christian, alla fine, a fare colazione con Martina, ci fosse andato davvero. Inutile era stata la serata passata a casa di Mattia alla ricerca dei contro, perché altro non era stato, per non andare a quell'appuntamento, anche perché il biondo non desiderava starsene in classe per tutta la prima ora, aspettando che l'amico entrasse da quella porta per poter leggere dai suoi occhi, ancor prima che parlasse, come fosse andata quell'esperienza. Ed era inutile nascondere quanta paura avesse di scoprire che Christian ammettesse che esserci andato fosse stata una buona idea.

Solo il fatto che, dopo tutti i motivi che gli aveva elencato per non andare, lui ci fosse andato comunque, qualche sospetto glielo faceva destare.

Anche se il motivo preciso per cui lui lo stesse aiutando a trovare quei motivi, non glielo avrebbe detto mai.

Per questo quando lo vide entrare dalla porta con il solito cappellino e degli occhiali da sole nuovi, mai visti, quasi gli venne un colpo. Drizzò le spalle e lo guardò mentre consegnava la giustifica alla prof, che gli chiese cortesemente di togliersi gli occhiali da sole, non essendo in spiaggia, ed essendo dicembre inoltrato. Chiedendo scusa, Christian obbedì, tenendo lo sguardo basso e tornando al suo posto, proprio accanto all'amico, che non smise un secondo di fissarlo.

Molto lentamente il biondo mise apposto le sue cose, togliendo il cappellino e infilandolo nello zaino, mentre ne tirava fuori l'astuccio e il quaderno dell'ora che stavano per affrontare. Mai come in questo momento, Mattia avrebbe voluto tirargli uno scappellotto sul collo, perché sapeva perfettamente cosa stesse facendo il ragazzo: lo stava facendo aspettare. Lo conosceva perfettamente, sapeva quanto il biondo fosse curioso, anche se non comprendeva il vero motivo.

"Allora?!" se ne uscì Mattia, frettoloso di sapere come fosse andata, se dovesse ritenere di nuovo come nemica mortale Martina o se avrebbe potuto continuare a detestarla, ma da lontano. E se fosse andata bene? Avrebbe dovuto dividere Christian con quella lì? L'amico avrebbe avuto ancora tempo per lui? Sicuramente avrebbe preferito passare il suo tempo con la ragazza, invece che starsene con lui che la maggior parte del tempo parlava o lo stava a fissare mentre facevano i compiti.

Non che glielo avesse mai fatto notare, ovviamente.

Solo quando lo sguardo del nero incontrò il suo, tutte quelle paranoie si rintanarono nei meandri del suo cervello. Quegli occhi profondi avevano la capacità di calmarlo e farlo stare meglio in qualche istante, ed era stato bello scoprirlo, col passare degli anni.

"Tutto bene, dai"

Mattia incrociò le gambe sotto il banco, contrariato dalla risposta secca.

"Nient'altro da dirmi?"

Christian scrollò il capo.

Avrebbe voluto urlargli contro quanto fosse antipatico, perché lo conosceva e sapeva che non avrebbe resistito un'ora intera senza sapere i minimi dettagli. La prof, però, iniziò a parlare e Mattia divenne silenzioso per permettere a Christian di poter seguire, perché, nonostante il pensiero di Martina gli martellasse nel cervello, aveva la necessità di essere sicuro che l'amico avesse tutti gli strumenti necessari per poter passare l'anno scolastico, in quanto in quei mesi passati insieme, aveva potuto comprendere quanto fosse pesante per il nero, essere indietro nella carriera scolastica. Da parte sua, il biondo, di questi problemi non ne aveva. Era stato sempre così bravo che, essendo anche nato a gennaio, sua mamma aveva deciso di mandarlo a scuola un anno prima, facendogli saltare l'ultimo anno di asilo.

E forse era stato il destino a volerli fare incontrare, tutto sommato.

Così, alla fine della lezione e di tutte quelle successive, lasciò spazio a Christian per elaborare i propri appunti, metterli in ordine e prepararsi alla materia successiva. Non sarebbe mai stato un peso per il proprio amico, nonostante la portata dei propri sentimenti, nonostante il pensiero di quella ragazza lo stesse mangiando vivo e gli stesse offuscando ogni pensiero.

Uscire da scuola, infatti, fu un sollievo e mentre osservava Christian fare, molto lentamente, lo zaino, a Mattia vennero in mente tutti i modi carini e non aggressivi in cui avrebbe potuto estorcere la verità da quelle labbra piene che desiderava tanto, ma il nero fu più veloce.

"Va bene, va bene! Ora ti racconto tutto" disse, scoppiando a ridere, mentre dall'aula furono quasi tutti usciti. Si mise lo zaino in spalla e raggiunsero insieme l'uscita della scuola, dove nessun orecchio indiscreto poteva conoscere l'ex ragazza di Christian.

"Voleva semplicemente vedermi, aveva detto, ed è stato così. Ci siamo incontrati fuori dal solito bar in cui facevamo colazione insieme quando stavamo insieme e si entrava in seconda. Mi ha raccontato di come stanno andando questi primi mesi di università, come è la preparazione dei primi esami e mi ha detto quanto le sarebbe piaciuto poterci andare insieme, anche se non frequentando la stessa facoltà" iniziò a raccontare il nero, con tono di voce quasi scocciato e Mattia recepì immediatamente il messaggio: Christian era stato infastidito da questa ultima affermazione, come se non sarebbe piaciuto anche a lui poter essere avanti, non bloccato ancora alle superiori, un anno indietro rispetto ai suoi coetanei. Il biondo abbassò lo sguardo e vide l'amico giocare con le sue mani, torturarle, come faceva sempre quando quei brutti pensieri gli affioravano nella mente. Sapeva come si sentisse da meno per quella sua mancanza, per quell'anno perso perché aveva deciso di non farsi aiutare, come se chiedere una mano fosse una debolezza. Nella sua vita, però, ora, c'era lui. Non avrebbe permesso mai più che si sentisse così.

"E non l'hai mandata a fanculo? Ma vedi un po' 'sta stronza" se ne uscì Mattia, distogliendo lo sguardo da quelle mani rovinate e fissando il parco poco distante dalla loro scuola, mentre camminavano verso casa sua, che si trovava a poca distanza anche a piedi. Sentì la risata da Christian e questo gli colmò il petto di una sensazione piacevole di calore.

Si voltò a fissarlo.

Aveva la mano rovinata poggiata sugli occhi e stava trattenendo le risate, anche se conosceva Mattia e sapeva benissimo che a volte avesse queste uscite improvvise e totalmente fuori luogo. Il biondo sorrise davanti a quella scena, sapendo che l'amico non poteva vederlo e sospirò piano, felice di poter essere il motivo del cambiamento del suo umore.

"No, Matti, non l'ho mandata a 'fanculo. Ho fatto sempre come facevo anche quando stavamo insieme. Sono rimasto in silenzio e l'ho lasciata parlare"

"Che novità, oh"

"Ma smettila cretino"

Christian lo spinse piano, in modo scherzoso e Mattia si mise a ridere a sua volta, per poi spintonarlo in ricambio.

"Oh!" fece il nero, massaggiandosi il braccio come se gli avesse fatto davvero male, anche se il biondo, in realtà lo aveva solo sfiorato con le dita. Ma Mattia non gli avrebbe mai detto che le sue dita quel 'qualcosa' lo avevano sentito davvero. Che ogni volta che lo toccava sentiva le farfalle e sentiva bruciare la parte interessata da quel contatto. Si perse in quegli occhi stupendi, smettendo di ridere, ma continuando a sorridere e accorgendosi solo qualche secondo più tardi che quel contatto visivo stava durando più di quanto fosse normale e di quanto gli fosse concesso da 'semplice amico'. Nonostante, questo, però, non fu lui a distogliere lo sguardo per primo, ma il nero, che alzò lo sguardo verso il cielo e sospirò.

Mattia deglutì sonoramente, rendendosi conto di cosa sarebbe potuto accadere se non avesse distolto lo sguardo.

"Non penso la rincontrerò mai più" aggiunse, infine Christian e il biondo si ritrovò ad annuire, felice per quell'affermazione, ma ancora scosso da quello sguardo, quel contatto visivo tra loro, quella scossa che aveva attraversato tutto il suo corpo, come se un fulmine lo avesse colpito al centro del petto. Non si poteva permettere quei momenti di debolezza, non sarebbe dovuto accadere mai più, assolutamente. Non si sarebbe mai perdonato se l'amicizia con quel ragazzo meraviglioso fosse giunta al termine perché lui non era in grado di controllare il proprio cuore e le proprie emozioni. Se lo era promesso mesi fa. Avrebbe tenuto tutto nascosto, almeno fino a che Christian sarebbe voluto essere suo amico.

Partire da te [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora