Capitolo 1

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La pioggia gli piaceva, gli era sempre piaciuta ma non quando era così tanta. Era riuscito a rifugiarsi in un bar appena prima che quella pioggerellina sottile diventasse un temporale in piena regola, molti passanti avevano avuto la sua stessa idea visto che ormai il locale era pieno di gente che aspettava la fine di quell'acquazzone imprevisto.

Il ragazzo tastò per un'ultima volta il suo beanie per vedere quanto si fosse effettivamente bagnato e, dopo aver constatato che era praticamente asciutto, torno a mangiucchiare il panino che aveva ordinato mentre appuntava distrattamente qualcosa sul suo quadernetto.

La porta si era aperta e richiusa una decina di volte e sempre più persone avevano trovato rifugio in quel localino che per fortuna aveva abbastanza posti a sedere; all'ennesima volta che sentì il campanellino che segnava l'entrata di una nuova persona, il ragazzo era così abituato che nemmeno si sarebbe girato se non fosse che la signora bionda dietro il bancone se ne uscì con un'esclamazione a voce alta.

<<Giulia! Sei fradicia!>>

Il ragazzo riccio si girò a guardare l'ultima arrivata e vide una ragazza bassina, con i capelli castani abbastanza lunghi che si guardava intorno imbarazzata dal fatto che tutti i presenti si fossero girati a guardarla, effettivamente era talmente tanto bagnata che sembrava fosse entrata in doccia senza togliersi i vestiti e si stringeva invano nella sottile giacchettina di cotone che indossava.

<<Lo so, ho beccato la pioggia nel momento peggiore>> parlò la ragazza con un tono più basso rivolgendosi alla donna bionda che ora le si era avvicinata, il ragazzo riusciva ancora a sentire cosa dicessero perché gli erano praticamente di fianco.

<< Va bene, vai dentro e cerca di asciugarti il più possibile che io intanto ti preparo qualcosa da mangiare>> a questo punto la ragazza le sorrise e le baciò la guancia per poi sparire dietro una porta con la scritta "PRIVATO" che lui immaginò dovesse essere riservata al personale, a quanto pare la donna e la ragazza (se le orecchie non lo avevano abbandonato si chiamava Giulia) si conoscevano bene.

Quando Giulia uscì dalla stessa porta da cui era entrata aveva i capelli e i vestiti leggermente più asciutti e la signora dietro il bancone le porse un tramezzino e una bottiglietta d'acqua, lui continuò ad osservarla mentre si guardava intorno alla ricerca di un posto a sedere e ben presto notò che l'unica sedia vuota era di fronte a lui; la sua bocca sembrò animarsi di vita propria e parlò prima ancora che potesse rendersi conto di cosa stesse dicendo.

<<Ti vuoi sedere?>> Giulia lo guardò sorpresa e pensò che fosse indubbiamente un bel ragazzo, soprattutto le piacevano i suoi occhi azzurri così chiari e diversi dai suoi. Gli sorrise debolmente e si sedette sperando di non essere diventata rossa come un pomodoro.

<<Piacere Giovanni>>

<<Giulia, grazie per il posto>> il ragazzo sminuì la questione con un cenno della mano e spostò il quaderno per farle più spazio sul tavolino.

<<Hai beccato la pioggia peggiore, eh?>>

<<Si, praticamente ho finito prima a danza e mi sono incamminata verso casa perché mi si è scaricato il telefono e non sono riuscita a chiamare i miei. Poi la pioggia ha iniziato ad essere sempre più forte e per fortuna ero qui vicino... anche se non ho fatto in tempo a non bagnarmi>> concluse il breve racconto con una risata e Giovanni pensò che era davvero bella; una di quelle bellezze non convenzionali che piacevano a lui.

<<Conosci questo posto da tanto?>> sperò di non metterla a disagio con quella specie di quarto grado ma era così affascinato da quella piccolina che voleva sapere sempre di più su di lei, tutto ciò che gli era possibile scoprire; lei aspettò di finire di masticare prima di rispondere al suo interlocutore.

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