ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝔻𝕚𝕔𝕚𝕠𝕥𝕥𝕠 - 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕖𝕞𝕖 𝔸𝕝𝕝𝕒 𝔽𝕚𝕟𝕖

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 Quella notte nel giardino della villa inglese della famiglia Wakabayashi non si sentiva alcun rumore, almeno fin quando non ci si avvicinava al capanno degli attrezzi.

Lì dentro Kojiro, ancora bloccato, batteva forti pugni sulla porta, gridando per farsi aprire, mentre Kinji si appoggiava ad essa, per tenerlo bloccato dentro, con l'aiuto anche della serratura.

<< Aprimi Kinji! Non è divertente! Il gioco non mi fa ridere! Lasciami andare! >> gridò Kojiro, battendo l'ennesimo pugno sula porta.

Il bambino si sentiva in colpa, con la testa appoggiata al legno, sentendosi terribilmente colpevole e, difatti, così era.

<< Non posso Koji, mi dispiace >> biascicò il bambino, restando immobile.

Kojiro batté ancora un pugno, disperato.

<< Devo cercare Genzo! Devo andarlo a cercare! Lasciami subito! >> ruggì il ragazzo, sbattendo con tutta la spalla contro la porta, sperando di sfondarla, senza successo.

<< Genzo? >> Kinji, scosse la testa, guardando verso il capannone degli aerei che si intravedeva in lontananza.

<< Sì, Genzo! Lasciami andare da lui! Smettila di giocare, non è divertente! >> gridò Kojiro, appoggiandosi alla porta, ansimante, smettendo per qualche secondo di battere quei colpi.

<< Non sto giocando... Genzo è morto >> Kinji si voltò a guardare la porta del capanno, senza aprirla.

Kojiro dall'interno restò in silenzio, senza sbattere nulla sulla porta.

<< Tu stai scherzando... Non sei simpatico per nulla >> sibilò Kojiro, dall'interno, con il cuore che batteva velocemente nel suo petto.

Kinji sorrise leggermente, dispiaciuto.

<< Vorrei stare scherzando, ma non è quello che volevo nemmeno io, che tu ci creda o no. Genzo è stato ucciso da Hiroya nel capannone degli aerei. Quando lo andrai a cercare lo troverai lì, morto >> assicurò il bambino, con la voce leggermente incrinata.

Kojiro dall'interno sbancò leggermente, senza sapere se fidarsi o meno.

Sapeva solo che voleva capirne di più.

<< Come conosci Hiroya? Cosa ne sai di questa storia?! >> ringhiò Kojiro, sbattendo un'altra mano sulla porta del capanno.

<< Ne so più di quanto credi >> Kinji fissò lo sguardo sulla porta, sospirando leggermente.

Ne sapeva fin troppo, non avrebbe mai voluto arrivare a quel punto.

<< So anche tutto quanto di Genzo, se è per questo >> aggiunse piano Kinji, distogliendo amareggiato lo sguardo.

Kojiro dall'interno lo ascoltava, preoccupato.

<< Come Genzo? Cosa sai di lui?! Cosa... Chi sei? >> domandò Kojiro, serrando le labbra, disperato.

Quel bambino che aveva difeso con tutto sé stesso era lì, a chiuderlo in un capanno, dicendo che Genzo stava morendo per mano di un uomo di cui Kinji, a rigor di logica, nemmeno avrebbe dovuto sapere l'esistenza.

<< Sono Kinji, su questo sono stato sincero >> mormorò il bambino, fissando la porta tramite i quali stavano parlando, mentre tremava leggermente, al freddo, con i piedi che affondavano nella neve.

<< E allora cosa stai dicendo?! Come conosci Hiroya e Genzo?! >> ringhiò Kojiro, sbattendo un altro pugno contro la porta.

Kinji sobbalzò leggermente, abbassando la testa.

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