20. UNA CENA A CASA STILINSKI

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La sera dopo, puntuali all'ora stabilita, Derek e Peter Hale si presentarono davanti alla casa dello sceriffo della Contea.

Zio e nipote avevano deciso di andare a quella cena con quello che era il loro abbigliamento usuale: un pantalone attillato, un po' logoro, più una canotta che lo fasciava, con sopra il solito giubbotto di pelle nero per Derek, ed un jeans stretto con una maglia dallo scollo a "V" per Peter. Noah Stilinski era un uomo semplice e pratico, di sicuro non si sarebbe aspettato la formalità di un vestito elegante.

Bussarono e la porta venne aperta da un trafelato Scott. Il futuro True Alpha indossava una maglietta stropicciata ed un paio di vecchi jeans: beh, ora erano sicuri di aver fatto bene a venire con il loro consueto abbigliamento.

Derek, senza una parola, porse il dolce che aveva in mano a Scott.

- Mmmh... va in frigo? - chiese il futuro True Alpha.

- No, non ce n'è bisogno - rispose Peter per entrambi.

Scott si fece da parte per farli entrare.

L'urlo concitato di Stiles dal piano di sopra li accolse appena misero piede nella casa: - BRO, SONO LORO?! SONO GIÀ ARRIVATI?!

- SÌ, SCENDI! - gridò di rimando il futuro True Alpha.

Un secondo dopo un tornado saltò i gradini della scalinata a due a due, di corsa, per poi fermarsi di botto davanti a loro. Uno Stiles nervoso, agitato ed ansante fece dunque il proprio ingresso e, dopo un veloce saluto, condusse i due Hale al tavolo apparecchiato per cinque.

Dopo poco, lo sceriffo della Contea fece capolino dalla cucina: aveva le maniche della camicia arrotolate fino agli avambracci e sopra i vestiti portava un grembiule bianco senza fronzoli, sdrucito dall'uso.

- Stiles, puoi controllare tu l'arrosto mentre io saluto gli ospiti? - domandò Noah al figlio.

- Sì, papà. Arrivo - e Stiles dopo aver gettato un'occhiata ansiosa a Derek ed averne ricevuto in risposta un cenno rassicurante, si avviò verso la cucina.

Lo sceriffo andò dunque verso il tavolo, mentre i due Hale si alzarono in piedi.

- ...Derek - salutò il padrone di casa, stringendo vigorosamente la mano al più giovane dei due ospiti e scrutandolo con occhi severi.

- La ringrazio dell'invito, sceriffo - rispose l'altro, ricambiando la stretta di mano e rispondendo a quello sguardo con uno altrettanto intenso, che mostrava chiaramente la serietà dei suoi sentimenti.

E delle proprie intenzioni.

Era come se gli stesse dichiarando di essere innamorato del figlio, di essere fermamente convinto nel volere come proprio compagno di vita Stiles.

Noah lasciò la presa e si passò stancamente una mano sulla nuca: il suo bambino era decisamente cresciuto ed aveva scelto un uomo, esattamente quello che aveva di fronte. Ed era lampante quanto i suoi sentimenti fossero ricambiati.
Lui non poteva farci niente, se non accettarlo.

- ...Sceriffo Stilinski - la voce calda di Peter Hale fece trasalire Noah.

Il padrone di casa si voltò di lato incontrando due vivaci occhi azzurri.

Quegli occhi...

Noah ricordava che appartenessero ad un ragazzetto esuberante, pieno di vitalità, sempre pronto a combinare qualche guaio: piccole cose, per carità, non si trattava mica di un criminale... E rammentava anche quante volte, quand'era un poliziotto semplice era dovuto intervenire, l'aveva dovuto rimproverare, magari cercando inutilmente di farlo spaventare un po', per poi riaccompagnarlo a casa, spiegando alla madre cosa aveva combinato.

Ricordava i suoi occhi rilucenti, la risata cristallina, i riccioli biondo scuro... era così bello... l'aveva visto crescere, aveva ascoltato le voci su di lui che raccontavano di come passasse facilmente da un letto all'altro, di quanto fosse diventato frivolo, superficiale... e crudele... aveva quindi smesso di udirle: ad un certo punto Noah non ne aveva voluto sapere più niente di Peter Hale. A quel tempo, poi, aveva una moglie ed un figlio di cui occuparsi.

E poi c'era stato l'incendio... villa Hale avvolta nelle fiamme: tutte le persone che vivevano lì erano morte, a parte chi, in quel frangente, si trovava fuori dalla casa. Ovvero i tre figli di Talia che ancora studiavano: Laura che era all'università, Derek al liceo e la piccola Cora alle scuole elementari.

Da quell'inferno di fuoco ne era uscito, rimanendo in vita, solo uno degli Hale presenti: Peter... ma in che condizioni!

Noah era andato sul posto, assieme ai suoi colleghi, per fare i dovuti accertamenti del caso ed aveva visto quando gli operatori sanitari l'avevano preso, tra i resti carbonizzati degli altri Hale, per poi portarlo via di corsa con l'autombulanza. Peter era bruciato, devastato, incosciente, con una prognosi che dava poche speranze di sopravvivenza.

I primi quattro anni successivi all'incidente, Noah era andato tante di quelle volte al Beacon Hills Hospital, con la speranza di vederlo migliorare, magari addirittura riprendersi, che aveva smesso di contarle. Ma ogni volta lo trovava nelle medesime condizioni: stato catatonico, ripetevano i medici. Con il passare del tempo poi, i dottori che l'avevano in cura, presero ad aggiungergli anche un'ulteriore informazione, ovvero che ci fossero davvero poche speranze che si potesse risvegliare.

Noah aveva quindi smesso di andare a trovarlo. Gli faceva troppo male vederlo in quello stato.

E adesso, dopo tutti quegli anni, Peter era lì, di fronte a lui.
Aveva qualche piccola ruga in più, come Noah del resto, ma era sempre bellissimo.

Lo sceriffo poteva rivedere nuovamente i suoi ridenti occhi azzurri... solo in quel momento Noah realizzò di quanto gli fossero mancati in tutti quegli anni.

- Sei tu... Stai bene... - aveva mormorato un emozionato Noah, abbracciandolo d'istinto.

Peter era rimasto inizialmente rigido, sorpreso dalla reazione dell'altro, poi aveva stretto le sue braccia al collo dello sceriffo.

Il suo volto si era quindi avvicinato alla guancia dell'altro fino a sentirne la pelle ruvida.
L'odore di quella pelle, di quei capelli... per Peter fu come fare un balzo all'indietro nel tempo e ritornare ad essere un adolescente... un ragazzino sognante, completamente perso in un desiderio bruciante verso un uomo tanto, troppo più grande di lui.
Smarrito per quelle sensazioni inappropriate rivolte ad un poliziotto dallo sguardo serio e pulito, dal sorriso aperto e sincero, un po' timido. Un uomo irraggiungibile per chi, come lui, era solo un ragazzino, per di più un maschio ed un nato-lupo.

Poi Noah si era fidanzato con Claudia e Peter era caduto come in un baratro: aveva quindi cominciato a dire di sì a qualsiasi proposta gli venisse fatta, sia che provenisse da parte di un maschio che da parte di una femmina, passando da un letto ad un altro, senza neanche rendersi completamente conto con chi fosse. Ne aveva bisogno per distrarsi, per non pensare... per non immaginare quel poliziotto biondo tra le braccia di una donna, di qualcun altro che non fosse lui.

E poi Noah si era sposato, aveva avuto un figlio... Stiles, l'attuale fidanzato di suo nipote: il motivo per cui quella sera lui si trovava lì, a casa Stilinski...

Peter si staccò dallo sceriffo.

Il più grande degli Hale mise su un sorriso di circostanza: - Sì, finalmente sono guarito. È un piacere rivedere il poliziotto che fermava ogni mia marachella, ritrovandolo addirittura come sceriffo della Contea... Ora sì che dovrò stare davvero attento! - finì ridendo.

Anche a Noah scappò una risata a quella battuta.

Stiles nel frattempo stava uscendo dalla cucina: - La cena è pronta... - disse, guardando stupito sia suo padre che Peter Hale.

- Bene, allora accomodatevi che si comincia a mangiare! - esclamò con ritrovato buonumore Noah.

Lo sceriffo e suo figlio scomparvero nuovamente in cucina, per poi uscirne con, in mano, un appetitoso arrosto contornato di patate ed una enorme ciotola d'insalata.

- Buon appetito a tutti! - augurò Noah.

- Grazie! Buon appetito! - risposero i commensali.

E la cena ebbe dunque inizio.

ANOTHER LOVE  (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora