16. LA CANZONE DELL'AMORE PERDUTO

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Quella notte Deucalion aveva sognato Edward.
Appariva come l'ultima volta che l'aveva visto: un ragazzo di diciassette anni dai capelli neri, setosi, mossi dalle brusche folate di vento di quel pomeriggio di metà autunno dal cielo coperto, e gli occhi scuri che rilucevano di trepidazione e speranza.

- Ti devo parlare - gli aveva detto.

Anche Deucalion aveva l'aspetto di quei tempi lontani: un ragazzino di quattordici anni i cui capelli biondi incorniciavano un volto dai lineamenti ancora dolci ed infantili, gli occhi grandi, colmi di aspettative, di sogni e di... paura. Gli occhi di un adolescente innamorato, che però ancora non riusciva ad accettare quello che provava. Perché era sbagliato. Perché era indirizzato verso un maschio. Un maschio come lui.

Deucalion sapeva cosa sarebbe successo in quel sogno: avrebbe rivissuto quello che era accaduto l'ultima volta che aveva visto Edward ancora vivo. Le parole che avevano pronunciato lo tormentavano da così tanti anni, continuamente, e non smettevano mai di fargli male.

Se solo quel giorno fosse stato più coraggioso. Se solo quel giorno avesse ascoltato il suo cuore.

Il se stesso di allora aveva fatto un passo indietro nell'udire la richiesta del ragazzo più grande: - Dimmi pure - aveva risposto intimorito dallo sguardo serio e risoluto dell'altro.

- Tra qualche giorno partirò per il raduno delle principali famiglie dei nati-lupi, questa volta dovrò rappresentare io la famiglia Hale... sono il primogenito e tocca a me farlo. Mamma deve rimanere con Peter per curarlo e Talia è troppo giovane... anche se, come sempre, si tratterà di una presenza puramente simbolica - aveva cominciato Edward.

- Quella peste del tuo fratellino che ha combinato stavolta? - aveva chiesto divertito Deucalion.

- Ha mangiato una bacca di vischio - sbuffò Edward.

- Non ci posso credere! - Deucalion non riusciva a trattenere le risate - E perché l'avrebbe fatto?!

- Ha detto che aveva un aspetto così appetitoso da fargli desiderare di assaggiarla e che era convinto che mangiandone una sola non si sarebbe sentito male - ora anche Edward rideva.

- È proprio un bambino terribile! - fu il commento scherzoso di Deucalion - Chissà che combinerà da grande!

Edward era ritornato serio: - Starò via per qualche mese e quindi, prima di partire, volevo chiarire una volta per tutte il nostro rapporto... dirti esattamente quello che provo...

Deucalion si era messo subito sulla difensiva: aveva capito già da un po' che anche il mannaro più grande aveva una particolare simpatia verso di lui e questo lo spaventava.
Non si sentiva pronto ad affrontare i propri sentimenti ed il giudizio altrui.

- Quello che... provi? - aveva dunque domandato con voce esitante.

Se solo quel giorno avesse saputo che Edward non avrebbe fatto più ritorno dal suo viaggio... !

- Esattamente - aveva detto l'Hale - Quello che provo per te.

- Forse sarebbe meglio parlarne quando tornerai... È tardi, vorrei andare a casa prima che faccia buio - e Deucalion si era voltato per andare via.

Edward l'aveva fermato afferrandogli un braccio: - Tu mi piaci.

Tre parole. Solo quelle.
Ed il cuore di Deucalion aveva perso un battito... come sarebbe stato bello potergli rispondere "Anche tu" e poi sentirsi stringere dalle sue braccia possenti, avvertire il calore del suo corpo attraverso i vestiti e, magari, poter assaporare quelle labbra così invitanti... quella bocca che tante volte aveva accompagnato i suoi sogni proibiti di giovane lupo.

ANOTHER LOVE  (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora