25. LA VERITÀ, PER QUANTO INCREDIBILE

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Alla dichiarazione di Peter fece seguito un silenzio tombale.
Noah aveva nuovamente abbassato lo sguardo, sia perché troppo confuso dal vorticare di quelle inaspettate ed inopportune sensazioni, che per il timore che qualcuno potesse rendersi conto di quello che gli stava procurando la vista del corpo nudo di Peter Hale.

I licantropi in sala annusavano l'aria intorno a loro con circospezione, cercando di non fare trapelare lo stupore per l'elettricità e l'eccitazione che avvertivano provenire dall'umano. L'unica reazione evidente la ebbe Scott, che sgranò gli occhi sconvolto. Derek, invece, si limitò ad alzare un sopracciglio.

Peter, avendo sentito le sensazioni di Noah, si era dunque coperto con la prima cosa che aveva trovato e cioè un pantalone rotto e logoro, dimenticato sulla scala, che strinse in vita legandoci attorno un pezzo di corda. Era solo un vecchio indumento, ma almeno aveva qualcosa addosso. Purtroppo non ottenne l'effetto desiderato: il tornado di emozioni che proveniva dall'umano non parve spegnersi. Quella stoffa leggera che lasciava intravedere le gambe muscolose e, come in un gioco sensuale e malizioso, le rotondità perfette delle natiche, nonché il normale rigonfiamento della sua virilità, non poteva fare altro che continuare a stordire i sensi dell'altro.

A Derek scappò un risolino. E non poté evitare di lanciare uno sguardo divertito al proprio zio. Peter finse di non accorgersi di niente, anche se in realtà l'evidente desiderio di Noah lo aveva sorpreso e confuso. E soprattutto rivangava in lui i sentimenti che un tempo aveva provato verso l'umano.

- Si sieda sceriffo, penso che sia il caso di fare nuovamente le nostre presentazioni, stavolta senza omettere nulla - disse quindi Derek all'umano, ritornando serio e cercando così di disperdere la vischiosa sensualità di cui si stava impregnando la stanza.

Noah si sedette rigidamente sul lato destro del divano.
Peter, come al solito, prese posto sulla scala a chiocciola, mentre Scott, Isaac, Deucalion e i due gemelli rimasero in piedi.

- Sono contento che ci abbia scoperto, almeno così potrà essere messo tutto in chiaro da subito - e Derek s'accomodò a sua volta sul divano, al lato opposto allo sceriffo - Il mio nome lo conosce, quello che non sa è che appartengo ad una delle famiglie più antiche di nati-lupi, sono un Alpha ed ho un branco, di cui qui al momento è presente solo un membro: Isaac.

- Un... branco... ?! - ripeté confuso Noah.

- Sì, un branco di lupi mannari, ovviamente... io sono un Alpha e loro sono i miei beta - precisò il minore degli Hale.

- Beta?! ...Che vuol dire?! - domandò l'umano.

- Che sono sotto la mia autorità - rispose serio Derek - E che li ho morsi tutti io dopo essere diventato un Alpha, facendoli diventare così dei mannari - aggiunse poi abbassando la voce, un po' esitante.

Derek era consapevole che una persona integerrima come lo sceriffo della Contea potesse rimanere inorridito da un comportamento del genere, per di più da parte del fidanzato di suo figlio. E che, sapere tutto quello, avrebbe potuto portare l'uomo a decidere di ostacolare la storia d'amore tra lui e Stiles.
Ma ora che Noah aveva scoperto il loro segreto, Derek trovava giusto che sapesse tutta la verità. Anche quella più scomoda.

Lo sceriffo rimase un momento in silenzio, adesso tutta la sua attenzione era concentrata sul più giovane degli Hale.

- Perché l'hai fatto? - chiese soltanto.

Derek non sapeva cosa rispondere, quindi rimase muto.

- E... chi sarebbero questi beta? - domandò allora lo sceriffo.

- Come le ho già detto Isaac e poi altri tre compagni di scuola di Stiles: Erica Reyes, Vernon Boyd e Jackson Whittemore.

- Tutti adolescenti come mio figlio... - commentò pensieroso Noah.

ANOTHER LOVE  (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora