Nella mia testa

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Thomas's pov:

Sembra impossibile, finchè non viene fatto.

Quando un'amore muore, e subito viene rimpiazzato. La punizione di non esser riuscito a tenere quella persona con te. Fingere al mattino seguente di aver pensato ad altro, quanso in verità rimane fermo davanti a te, con la speranza di toccarlo, stringerlo fra le tue braccia e sussurrargli "sono qui con te". Ma sapevi che non poteva mai accadere.

E così credevano tutti, credevano che Newt era morto, che non poteva più respirare dopo quel coltello fatto dalla Wicked.

Ma non io. Ero sempre stato sicuro della mia idea, l'aria nel villaggio era rimasta cupa e semplice, come quando mi ero svegliato, quella mattina.

Alcuni errori li avevo fatti, e pensavo di essere innamorato, ne ero sicuro.
E forse mi sbagliavo.

Sbagliare è umano. Ma c'è un motivo preciso se mi avevano mandato nel labirinto invece che uccudermi come Mary credeva prima che Janson la uccise.

La nostra vecchia vita non contava più, il nuovo me era disposto a morire per salvare lui e tutti i radurai. Il nuovo me si era di nuovo innamorato, e sono stato un vero stupido a non capirlo prima. A non dirlo quando ne avevo la possibilità.

Ed ero lì. Nel buio più totale in un vicolo della strada tra un palazzo all'altro, fuori dalla finestra della camera di lui.

Dormiva.

Era coperto fino alla guancia, rannicchiato in un angolo del letto. Ma avevo sempre quella sensazione, di vuoto. Di silenzio. Non volevo riflettere, non volevo rimanere con le mani in mano. Volevo muovere il culo, e aiutare il ragazzo piú importante di tutta la mia vita.

Perchè quello che Newt mi aveva insegnato non era ricordare i giorni, ma ricordare gli attimi. Le parole.

Mi guardai attorno, la sua stanza era vuota e in ordine. Io ero sopra un mucchio di scatoloni, risciando di rimetterci le penne mi arrampicai sul muro fino al raggiungere le scale malridotte.

Percorsi silenziosamente evitando le luci che le guardie facevano con le torce elettriche.
Da lì lo vidi perfettamente.


Newt's pov:

<<Non trasformare i tuoi pensieri nelle tue prigioni>> disse Thomas, ancora felice dentro quella casetta, nel labirinto.

Era li che lo sognavo, ogni volta che mi addormentavo in quella stanza fredda e odiosa.

Quella donna, non mi diceva nulla su quel che mi er successo. "Spero che tu riprenda la memoria di un tempo" diceva. Ma io sapevo.

Tutte quelle morti, quei bei momenti nella radura, con Tommy e gli altri. Mi mancavano.
Dovevo ringraziarlo per essere restato con me, con tutti quei momenti bui.
Lo volevo ancora.

<<Secondo te ho ricevuto quel foglio?>> Chiese ancora il moro, vicino a me. Nella stess casa di quando l'ho reso velocista <<sei tu quello che vuole farmi diventare matto Tommy>> gli risposi, sdraiato per terra poco lontano da lui. <<Ma sei tu quello che non parla...e non mangia>> si avvicinò al mio viso, prendendomi la foglia secca che maneggiavo agitato.

<<Io- non voglio restare qui. Voglio te vicino, e gli altri>>.

Restò senza dire nulla, mi fissò disarmato, ed è lì che durante un mio sospiro tornai nel mondo dei vivi, seguendo la luce che rifletteva dietro lui.

Aprii gli occhi, zittito.

Ero rannicchiato dentro il letto, le coperte erano calde come sempre in quel posto che odiavo. Mi davano cibo, che non mangiavo, vestiti caldi e colorati, non eravamo in prigione come nella Wicked e ci erano tanti bambini sorridenti, ma se uscivamo dovevamo stare per forza con una guardia "per proteggerci".

Ma non c'erano i ragazzi sorridenti che volevo io. Lui non era sorridente, non era davanti a me che mi parlava o che calmavo. Quel foglio non gli era arrivato. Mark, il mio unico "amico" non glielo aveva mandato, ero stato stupido a fidarmi.

Mi sentivo in trappola pur avendo la possibilità di uscire a passeggiare.
Forse era perchè non mi lasciavano oltrepassare il tunnel e raggiungere i miei amici, la mia famiglia.

Una lacrima scese lungo il mio viso, rigandolo. Mi accarezzai il petto tornando con i piedi per terra. <<Dove sei..>> borbottai guardando il soffitto, ancora nel letto, di notte. Piangevo coprendo il mio viso.

<<Qui>>.

Di colpo mi alzai, preso dal panico pensai a Mark, molto probabilmente credeva parlassi di lui, io mi tirai su con le braccia asciugandomi le lacrime..

Non era Mark.

Era lui, solo lui vestito diversamente dal mio sogno, era lì che mi sorrideva imbarazzato.

<<N-no>> borbottai, guardando la mia allucinnazione <<esci dalla mia testa Tommy>> esclamai, sempre più agitato mi alzai dal letto e andai indietro.

Puntandogli il dito contro, lui si avvicinò a me. <<Newt..>> mi richiamò.

<<non puoi. Non- Zitto Tommy, zitto>>.












Thomas's pov:

Così feci.

Non mi aspettavo quella reazione, mi spiazzò completamente. Mi aveva urlato di andarmene, era come impaurito.

<<Hai paura di me, Newt?>> Chiesi, privo di emozioni positive, continuavo ad avvicinarmi lasciandolo indietreggiare.

<<Come potrei avere paura di te, tu sei solo nella mia testa è- è frutto della mia immaginazione, tu sei nella mia testa giorno e notte e non faccio altro che dirti quanto mi manchi e sperare cose false. Non è così Thomas? Sei solo nella mia testa, in questo posto neanche ci voglio rimanere- voglio te, solo te ma non sei qui veramente>>.

Guardai il basso d'istinto, allargai di più gli occhi, giocando le mie dtesse dita, mentre ascoltavo Newt che si muoveva sempre più veloce, sembrava in preda al panico.

Così mi venne un idea.
Sapevo il suo punto debole, e sapevo quel che stava passando tra visioni e perdita della famiglia che eravamo diventati.

Con convinsione mi avvicinai, arrivammo al muro, gli bloccai i polsi d misi un ginocchio in mezzo alle sue gambe.

<<Se sono solo un'illusione.. allora perchè ti sto così vicino>> dissi, facendogli capire cosa di preciso stava succedendo, quella sera, mai avrei pensato di stare di nuovo così vicibo alle sue labbra.

L'idea di baciarlo mi passò solo per qualche istante, ma erano gli istanti più belli e vonfusionari di tutta la mia vita. Lui era la mia vita. I nostri fiati si scontrarono all'unisono, chiedendo di poter assaporare altro, come il collo ed altro.

Ero vicino a lui, lo toccavo, lo tenevo immobile sotto di me, attaccato al muro. I suoi occhi erano grandi, sentivo solo una frase in mezzo a quel silenzio stressante.

<<Sei davvero tu..?>>





















Au: ebbene si. Amici miei, LA NEWTMAS È TORNATA DEFINITIVAMENTE.😏😂

Newt sta bene, ma dei ragazzi non si sa nulla... Continuate solo a leggere😋

Vi sta piacendo la storia?
Fatemi sapere, ci tengo..🥺

🥺

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