Calda Verità

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Newt's pov:

Tornammo a casa.

Un po' pensavo a quel bacio magnetico come il suo sguardo, ma l'altro mio pensiero era su quella persona con quella risata, quel vento tra i miei capelli biondi e le mani sul volante di Tommy, grandi e sensuali.

Lo guardai cominciando a respirare affannato, non ero abituato alle nostre mani intrecciate.

<<Eccoci arrivati>> borbottò il moro, aprendomi la porta di vetro del palazzo, con sorriso io gli accarezzai la guancia <<come sei gentile, amore>> risposi tranquillo lui fece un inchino scherzando.

<<Sei sicuro di voler seguire l'interrogatorio?>> Chiese Minho, materializzandosi dietro a noi. Subito mi voltai lasciando Thomas sorpreso dalla sua visità inaspettata.

<<Avete fatto un pò tardi.. -arricciò il naso, sospettoso- che cosa avete combinato?>> Chiese poi, thomas si voltò verso di noi, cercai di chiedergli aiuto sgranando gli occhi ma nonostante questo, lui ghignò <<volevamo chiarire una cosa, e un'auto ha iniziato a ridere così... Volevamo inseguirla ma->>.

<<Le auto non ridono>>. Thomas sbuffò, guardandosi attorno disarmato.

È così che voleva aiutare? Perfetto direi.

Minho mi fissò, dall'alto verso il basso, divertito lasciò noi poco più dietro, mentre cercammo di raggiungerlo, facilmente iniziammo a ridere, pensando a come un'auto inanimata potesse ridere.

Aprimmo la porta Thomas mi lasciò entrare, il cuore mi battè all'impazzata, come se potessi vomitarlo di quel vetro. Axel era seduto in condizioni pietose come quando Tommy lo aveva lasciato.

Per terra, sanguinante. Come metitava, quel viscido stava aspettando un bicchiere d'acqua, mentre si puliva il naso ancora sporco.

La stanza era piccola, un vetro ci permetteva di restare lì a fissarlo senza che lui ci potesse vedere. I muri erano tutti bianchi, il pavimento era piuttosto morbido e grigio chiaro, il soffitto pulito e un mobile, con tre cassetti di ferro ghiacciato, rendeva la stanza più isolata e ordinata da tutte le altre.

Tutti mi fissarono, in imbarazzo mi avvicinai al vetro, Axel si lamentava e diceva cose incapibili per via del labbro spaccato, sentivo il cuore uscirmi dal petto, il cervello sembrò non collaborare, gli occhi non stavano fermi.

Non avevo coraggio di parlare, non collaboravano le parti del corpo, tremavo.

<<Newt se non vuoi ci mandiamo qualcun'altro>> disse Vince, con sorriso deciso, lui mi guardò mettendo una mano in spalla, io sospirai rumorosamente, sperando di incrociare lo sguardo con Axel.

Volevo parlarci io, volevo dimostrare qualcosa, ma cosa, che non ho paura? Che quel Parrish meritava di peggio che di un naso quasi rotto e il labbro spappolato?

Forse Thomas aveva fatto bene, e forse doveva fare di peggio, ma se Vince e Gally non l'avessero fermato, a quest'ora eravamo al punto di partenza.

Sentii un'aria gelida percorrere su tutta la mia spalla, sorprendendomi tornai nel monso dei vivi, e notai come Vince stava aprendo quella porta, e di come Axel ne fu sorpreso.

<<Che sorpresa>> annunciò lui, divertito come un sedicienne arrapato <<speravo di trovarmi il ragazzino- sai.. mi eccitava>> disse movendo le sopracciglia fingendosi sexy.

Io incrociai le braccia, infreddolito.

<<Lui non lo tocchi>> gli rispose l'uomo, prendendo la sedia, come se fosse uno sceriffo. Thomas mi raggiunse al più presto, stringendomi amorevolmente a se. Facendomi sentire al sicuro.

The Lost Boy || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora