Capitolo 53

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~ Giulia ~

Non so perché, ma mi sono svegliato sentendomi stranamente agitato e accaldato. Deve essere stato a causa di quel sogno che ho fatto, inizio ad arrossire al pensiero mentre mi lavo sotto la doccia. Quel sogno... è stato il sogno più inappropriato che ho fatto nella mia vita, penso che quelli che le persone chiamano sogni erotici? Non ne ho mai avuto uno, ma ieri sera, ieri sera è stato qualcosa.

Sono solo le dieci del mattino e sono abbastanza sicura che tutti in casa siano già svegli. Quando mi sono svegliata ho notato che ero vestita con uno dei vestiti di papà, mi chiedo cosa sia successo. Ma oggi papà ha detto che mi porterà ad un appuntamento, non mentirò, sono leggermente eccitata... sono totalmente eccitata. È passato un'eternità da quando io e lui abbiamo avuto un vero appuntamento, e sinceramente mi manca, più di quanto pensa...

Esco dalla doccia e inizio a ungere me stessa con una lozione profumata all'anguria, dopodiché indosso dei jeans strappati di jeans azzurri con un top corto bianco. Spruzzo un po' di profumo all'anguria e ci metto degli orecchini di perle bianche. Devo ancora capire dove sarà il nostro appuntamento, e soprattutto a che ora.

Apro la porta della stanza e comincio a camminare lungo il corridoio. Ho notato due uomini molto grossi con abiti neri in piedi davanti alla porta dell'ufficio di papà. Mi avvicino e cerco di superarli ma uno di loro mi colpisce con la mano e mi scaccia come se fossi un insetto.

"Il capo ha detto che nessuno entrare quando c'è una riunione dovrebbe, nemmeno tu", dice quello a destra.

Faccio il broncio e incrocio le braccia. Perché papà non mi vuole in ufficio? Spero proprio che Rosalina non sia lì dentro o che mi arrabbierò molto con lui.

"Da quanto tempo va avanti la riunione?" Chiedo.

"Un'ora, dalle nove, dovrebbe finire presto diremo al capo che sei passato" Mi risponde quello di sinistra.

Annuisco e inizio a camminare, ma mi fermo sui miei passi e li guardo. Distolgono rapidamente lo sguardo con il rossore sulle guance e stavo guardando il mio sguardo.

"Perché lo chiamate capo?" Chiedo.

"Perché lavoriamo per lui, è il nostro capo"

"È tutto quello che è per voi ragazzi?"

"Beh, può anche essere chiamato il nostro Maf-" Fu interrotto quando il ragazzo alla sinistra lo colpì allo stomaco. Alzo gli occhi al cielo e mi dirigo verso la cucina, strano, non aveva nemmeno finito di parlare.

Sento delle chiacchiere e mi blocco quando vedo Mona e Rosalina parlare. Mi sembra di aver catturato la loro attenzione quando noto che mi guardano. La mamma continua a sorseggiare il suo tè mentre Rosalina mi lancia solo occhiate di morte. Qual è il suo problema?

"Ci vediamo presto Mona, oggi vado a trovare Natalie", dice prima di alzarsi e baciarla sulla guancia. Mi passa accanto, assicurandosi di colpire le mie spalle con le sue. Accidenti donne, calmatevi un po'.

Guardo Mona e vedo che mi sta indicando di sedermi. Mi avvicino lentamente a lei e mi siedo goffamente sul sedile di fronte a lei.

Sorseggia di nuovo il suo tè e il silenzio mi stava uccidendo.

"Quindi... tu e Jason eh" inizia lei. Mi sono subito innervosita quando lei lo ha tirato su, so che non vuole che lui stia con me, m-ma...

Abbasso lo sguardo sulla mia mano e il mio viso diventa preoccupato.

"Lo so che non ci vuoi insieme, ma posso assicurarti-"

"Cosa? perché non dovrei volere che Jason sia felice? lui ti ama e devo accettarlo..."

Prende un sorso del suo tè.

"E poi mi piaci tu" strizza l'occhio.

Sorrido e arrossisco, sono felice di sapere che lei ci accetta insieme anche se io sono così giovane e lui è così vecchio.

"Grazie, in realtà viene molto da sua madre," dico felice. Noto che il suo umore è cambiato. Era qualcosa che ho detto?

"Sono contenta che tu pensi che io sia sua madre, ma sfortunatamente non lo sono", dice con un sorriso dolce. C-come può essere?

"Cosa vuoi dire? perché non sei sua madre?" Chiedo.

"Jason ti ha mai parlato del suo passato, sai, oltre a Rosalina ti ha mai parlato della sua famiglia... dei genitori?" lei chiede.

Sappi che ci penso non ha mai parlato davvero di suo padre. Al nostro appuntamento, quando gliel'ho chiesto, ha detto "risparmialo per un'altra volta" ma non me l'ha mai detto. Scuoto la testa e lei sospira leggermente.

"Non voglio dire troppo ma, diciamo solo che i suoi genitori sono via... Conosco i suoi genitori da quando avevo cinque anni. Hanno entrambi dieci anni più di me ma mi trattano comunque con rispetto e come se fossi lì la propria figlia. Quando entrambi avevano diciotto anni, nacque Jason. Jason era come un fratellino per me, amava me e io lui, poi nacque Luciana, poi Luca, il più giovane. A tutti fu insegnato a guardami come una seconda madre dato che le cambiavo tutte quando erano più piccole e le davo da mangiare, ho aiutato molto quando sua madre non poteva...."

Si è fermata per un po' e posso sentire un cambiamento nella sua voce quando ha detto, mamma.

"Quindi da allora in poi siamo cresciuti insieme, e anche se sono giovane, mi chiama madre, mi piace ancora perché mostra il rispetto che hanno per me, che sono la seconda persona a cui guardano. 2 anni fa quando i genitori facevano un... viaggio da qualche parte io stavo con loro e mi prendevo cura di loro, anche se erano ancora adulti e in grado di badare a se stessi mi volevano ancora intorno come loro madre, ed ero felice per questo "

Ha iniziato a sorridere tra sé e sé, probabilmente pensando a tutti i ricordi che aveva con loro... avrei voluto essere io quella nella sua vita al posto di Rosalina...

Le tocco la mano per confortarla e lei mi sorride, apprezzando il mio gesto. Non ho mai niente di tutto questo, il passato di papà sembra così interessante... ma perché non vuole condividerlo con me?

: D

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