Chapter 3: "Everything you do I'm obsessed with you"

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Yulis era rimasta ad aspettare il detective nel suo piccolo ufficio, sprofondata nella poltrona di pelle posta davanti alla scrivania. Nonostante si trovasse in direzione diametralmente opposta a quella della sala riunioni, riusciva comunque a percepire i toni alti, accesi e concitati con cui il giovane stava bacchettando l'intera squadra del distretto. Lo sentiva mentre li strigliava per bene, sottolineando la gravità del fatto che un estraneo fosse riuscito ad intrufolarsi indisturbato nella Centrale di Polizia, a mescolarsi tra di loro e infine ad arrivare alla sala degli interrogatori senza che nessuno se ne accorgesse. Keita non riteneva responsabili dell'accaduto solo gli agenti, ma attribuiva anche a se stesso parte della colpa, consapevole di aver impiegato troppo tempo a capire che qualcosa in quell'individuo effettivamente non quadrava. Era sensibilmente irritato e con tutta probabilità deluso, e Yulis poteva affermarlo anche senza trovarsi nel bel mezzo dell'occhio del ciclone. Con quel borbottio in sottofondo, la ragazza si portò una mano alla fronte ed espirò lentamente, constatando che gli eventi della mattinata avevano peggiorato il suo mal di testa.

- Almeno il naso ha smesso di sanguinare. -

Si consolò ad alta voce, come se ci fosse effettivamente qualcuno ad ascoltarla. Si strinse nelle spalle e cercò di farsi ancora più piccola, quasi a voler essere risucchiata dalla poltrona. Dopo aver incrociato le gambe tra loro, appoggiò la testa indietro chiudendo le palpebre per qualche istante.

- Yulis, ti senti bene? -

Vedendola sobbalzare, il detective si pentì all'istante di essere entrato nell'ufficio con così poca grazia.

- Io... - l'eroina si guardò intorno per un paio di secondi, mettendo a fuoco un po' alla volta le varie sagome degli oggetti posti in giro per la stanza. - Sì. Credo di essermi addormentata, scusami. -

Lui scosse la testa e le si avvicinò cautamente.

- Scusami tu per essere sparito così a lungo... ma non potevo lasciar correre un errore del genere. -

Superò la poltrona a passo lento e istintivamente puntò lo sguardo in direzione della strana posizione in cui si era sistemata. Yulis se ne accorse e si affrettò a mettersi composta, inforcando al volo gli stivaletti.

- Siamo stati fortunati. - aggiunse lui distogliendo lo sguardo. - Essendo uno del giro di Bubblegum poteva andare molto peggio di così. -

- A Twizzler non è andata poi così bene. Vorrei davvero sapere che cosa gli ha detto per ridurlo in quello stato. -

- Probabilmente l'avrà minacciato per spaventarlo a morte. Bubblegum sapeva che sarebbe stato sufficiente a non farlo parlare, altrimenti non si sarebbe fatto scrupoli ad ucciderlo. -

- Allora perché scomodarsi tanto da far arrivare qualcuno qui, direttamente al cuore del dipartimento? - chiese Yulis di rimando. - Solo per fargliela pagare, solo perché ha cercato di fregarlo...? -

Keita si strinse nelle spalle.

- Mi sembra la spiegazione più logica e paradossalmente più sensata. A questo punto, mi viene quasi da pensare che se anche fossimo riusciti a strappargli qualcosa, le informazioni di Twizzler non sarebbero state utili a costruire una pista fino a Bubblegum. - si lasciò cadere sulla propria poltrona con un sospiro, poi puntò gli occhi in quelli della ragazza. - Hai già parlato con Smith, non è vero? -

Yulis annuì, un po' avvilita.

- Ho provato a fornire una descrizione per l'identikit, ma è come se il mio cervello si rifiutasse di mettere insieme le informazioni che riguardano quel tizio. È tutto troppo sfocato, non ricordo praticamente nulla di lui. Non so dire con certezza di che colore fossero i suoi capelli, o la forma delle labbra o la dimensione del naso... l'unica cosa che riesco a ricordare è il colore dei suoi occhi, ma solo con quello non andremo lontano. -

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