Yulis si liberò del parka e se lo sistemò sulle gambe. Lo sgabello su cui era appollaiata era più comodo di quello che suggeriva il design, e la musica che proveniva dagli altoparlanti del lounge bar, insonorizzato rispetto al resto del club, copriva il lieve cigolio che il meccanismo produceva ogni volta che ruotava sull'asse.
- Come hai fatto a trovarmi? -
Phoenix sollevò un sopracciglio, stendendo le labbra in un sorriso accennato. - Difficile non notare il gattino spaventato dentro la gabbia delle tigri. -
Lei assottigliò lo sguardo, piccata. - Avevo forse l'aria spaventata? -
- Avevi l'aria di qualcuno finito in un bel cazzo di casino, senza la più pallida idea di come uscirne. -
Yulis inasprì l'occhiata. - Sei stato tu a farmi venire qui. Potevi rendermi le cose più semplici e vederci all'hotel, o perlomeno darmi qualche informazione in più. -
- E perdermi la tua espressione terrorizzata quando la gente ha iniziato a sparare? - rimbeccò, con un ghigno carico di compiacimento.
La ragazza spostò altrove l'attenzione pur di nascondere il fastidio che era appena salito a pizzicarle le guance. Tamburellò le dita sul bancone e fissò senza troppa cura i movimenti del barista poco distante. - Non ero pronta a un'eventualità del genere. -
L'osservazione, seppur mormorata, parve non sfuggire all'orecchio di Phoenix e scatenò in lui una risata più corposa; Yulis fu quindi costretta a ricorrere ad un nuovo respiro controllato per tentare di tenere a bada la propria irritazione.
- È solo uno speakeasy poco convenzionale. -
- "Poco convenzionale"? Ho parlato di limonata con uno sconosciuto, poi ho attraversato la scocca di un frigorifero, e nemmeno cinque minuti dopo ho rischiato di finire crivellata da un inferno di proiettili. -
- Del tutto in linea con ciò che suggerisce il nome di questo posto. -
Lei gli scoccò un'occhiata torva ed eloquente, che però non sortì l'effetto sperato.
- Hai seguito il suggerimento. - osservò lui, qualche istante più tardi. - I capelli biondi di una certa eroina non sarebbero passati inosservati, qui dentro. Cerca di non perdere quella parrucca e la benedizione della Regina di Fiori. -
Yulis si umettò le labbra, maledicendosi un istante dopo per aver rischiato di rovinare la tinta che ci aveva applicato sopra. - È una lode o una minaccia velata? -
- Ti sto solo mettendo in guardia: l'odio per tutti quelli come te è ciò che accomuna la gente che frequenta il Bullet Hell. Indipendentemente dalla banda o dal quartiere di appartenenza, chiunque concorda sul fatto che gli eroi sono solo dei burattini con un bel faccino da mostrare in tv. -
- Tante grazie. - Yulis drizzò la schiena, sostenendo il suo sguardo e smaltendo la frecciatina. - Ma è un po' troppo tardi per farmi notare che sono stata invitata ad entrare nella tana del lupo. -
- Curioso modo di dire. - Phoenix arricciò il labbro superiore, poi incurvò le spalle per sporgersi su di lei. - Ma questa non è la tana del lupo, reginetta, è quella del Bianconiglio. E come hai potuto vedere, è piena dei suoi amichetti strambi... meglio non farli incazzare. -
Yulis si irrigidì, e per un attimo trattenne il respiro. - Non darò nell'occhio, se è questo che ti preoccupa. -
- È Nobu quello preoccupato per te. Se ho aggiunto la nota sull'invito è solo perché lui ha insistito. -
Yulis sfarfallò le ciglia, spalancando le palpebre per la rivelazione. Non solo aveva appena scoperto che la grafia era davvero quella di Phoenix, ma ora sapeva anche da dove proveniva l'epifania sulla limonata: era stato Nobu a suggerirle la risposta, proprio quando si era finto cameriere al Rouge.
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Ultra Violet
ActionLe persone non sono mai del tutto buone o del tutto cattive, e questo Yulis lo ha imparato presto a sue spese. «Né santi, né diavoli.» come le aveva detto Shogo tanto tempo prima. «Il problema sta nella percentuale di queste due componenti, che a vo...