Chapter 13: "Bigger than giants"

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- Non ti mollo, Zero! Fosse anche l'ultima cosa che faccio...! -

Ace era lungo disteso su un fianco mentre gridava quelle parole al vento, con testa e spalla a svettare pericolosamente ben oltre il limite della terrazza. In uno scatto, si era gettato sul parapetto ed era riuscito ad afferrare l'altro eroe al volo, proprio un attimo prima che potesse essere davvero troppo tardi. Le sue dita erano strette in una presa mortale attorno al polso del biondo, arpionate con una tale intensità da bloccargli quasi la circolazione.

Non lo avrebbe mai lasciato cadere.
Mai.

E quelle parole non erano state un semplice rito scaramantico contro la morte, perché Ace credeva davvero nella potenza di ogni singola sillaba che aveva appena pronunciato. Poco importava che lo Yōkai gli stesse sbandierando la punta della lama ad appena pochi centimetri dal volto: l'incolumità del suo compagno veniva prima di ogni altra questione.

Quattro dita su cinque adornavano il polso di Zero, mentre il polpastrello dell'indice destro, imbevuto di un terrore quasi spasmodico a riverberare nelle falangi, premeva contro l'avambraccio. Ace tentò una manovra per tirarlo su, verso di sé, ma non potendo sfruttare il resto del proprio corpo riuscì a malapena a sollevarlo di pochi centimetri, finendo così per sollecitare inutilmente le articolazioni delle spalle di entrambi.

- Con quel coso che cerca di affettarti la faccia, dovresti avere altre priorità! -

All'inutile puntualizzazione di Zero, Ace digrignò i denti e piegò le labbra in un sorriso paziente, ma comprensibilmente nervoso.

- Adesso ti preoccupi del mio bel faccino, quando giusto un paio di giorni fa mi hai rifilato una centra senza troppe cerimonie? Sei proprio un amico, Zero. -

Il diretto interessato, incurante della situazione, si lasciò sfuggire una breve risata di scherno. - La centra te la becchi da quello lì, se non pensi un po' anche alla tua di pelle, amico. -

E Zero aveva indubbiamente ragione: lo Yōkai era intenzionato a voler raggiungere il viso dell'eroe dai capelli rossi, fendendo in modo rabbioso il braccio culminante in lama. Nonostante Ace fosse riuscito a impalarlo proprio a metà della lunghezza di quello stesso arto e a tenerlo sufficientemente a distanza grazie a Stinger, il mostro sembrava quasi non aver avvertito niente di più che un pizzico sulle membra. Imperterrito, spingeva il proprio corpo in avanti, grugnendo e sputando saliva dalle fauci spalancate, sgocciolando sangue denso e scuro lungo l'avambraccio mutato del ragazzo.

Ace fu costretto a reagire ad un movimento più efferato. Sfruttò quindi il piede sinistro per mantenere l'avversario a distanza, puntandolo in corrispondenza delle ossa del suo bacino nel mentre che tentava di non perdere l'equilibrio. Lanciò poi uno sguardo rapido a Zero, che nel frattempo aveva portato la mano libera alla faretra issata sulla schiena.

- Che accidenti vuoi fare?! - sbraitò, con una goccia di sudore freddo che colava dietro la nuca. - Adesso hai imparato a scoccare con una mano sola? -

Ma il biondo si comportò proprio come se non lo avesse nemmeno sentito: fece scorrere le dita prima sulla cocca e poi attraverso le piume leggere dell'impennaggio della freccia, fino a che non agguantarono l'asta.

- Zero...?! - lo rimbeccò a gran voce nel mentre che lo osservava, con uno sguardo a metà tra il basito e lo sconvolto.

- Voglio solo accecare quello stronzo che sta tentando di banchettare con la tua faccia. - replicò lui, calmo.

- Con. Una. Mano. Sola! - scandì Ace in risposta, parola per parola, fissandolo con sgomento e apprensione crescente. - Zero, cazzo, siamo sospesi per aria a qualcosa come cento metri da terra! -

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