Chapter 16: "I know you don't do one night stands"

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- Chi l'avrebbe detto che Marcus sta per sposarsi? - esordì Gareth affondando la mano nel sacchetto dei popcorn. - Marcus Steiner. L'emblema dell'apatia e della difficoltà nell'esternare qualunque tipo di sentimento, rampollo e astro nascente di casa Steiner. Ce lo vedete innamorato? -

- Parli come uno di quei mentecatti accaparra scoop di Spicy Weekly. - decretò Leo, rubandogli la manciata di snack direttamente dalle dita e meritando così un'occhiata sbieca dall'amico. - Ma non hai tutti i torti. Non mi è parso molto entusiasta all'idea di convolare a nozze con quella. Càmila Weiss potrà anche essere una sua conoscenza d'infanzia, ma Marcus non l'ha mai nominata prima di questo pomeriggio, e al Gala dell'anno scorso a malapena l'ha guardata in faccia. C'è sicuramente qualcosa sotto, e scommetto che questo qualcosa ha a che vedere con il nome della sua famiglia. -

- Dici che è stato suo padre ad architettare tutto? - Yulis si sistemò sul divano in mezzo ai due, accompagnata da una ciotola piena zeppa di patatine alla paprika. - Non che mi sorprenderebbe: parliamo sempre di Magnus Steiner. -

- Già. - Leo ingollò un sorso di birra ghiacciata. - Parliamo sempre di quello stronzo di Magnus Steiner, il primo e unico uomo che per il proprio nome da eroe ha scelto di usare quello di battesimo. -

- Incredibile, Leo: qualcuno con un ego addirittura più grande del tuo! - scherzò Gareth, ricevendo indietro lo stesso bercio che aveva da poco dispensato.

Yulis si lasciò andare a un lungo sospiro, passando la punta dell'indice sul bordo della ciotola prima di posarla sul tavolino di fronte a loro. - Se Marcus si sposasse, Dominic ne soffrirebbe a dismisura... avete notato la sua espressione, oggi pomeriggio? -

- Un motivo in più a sostegno di quella clausola nel regolamento etico... e voi due, non azzardatevi a guardarmi con quelle facce! -

Nonostante l'avvisaglia, la gomitata da parte di Gareth non tardò ad arrivare. - È poco credibile che tu dica una cosa del genere, specie dopo l'altra notte. -

- Che notte? -

Leo si zittì e serrò le labbra, rivolgendo all'irlandese uno sguardo eloquente e mezzo infastidito. Yulis analizzò meglio i volti di entrambi, assottigliando il taglio degli occhi in attesa di una risposta, anche se non era poi così difficile intuire che ci fosse ben poco da dover spiegare: bastava collegare quelle semplici parole al resoconto di Gareth per fornire un senso più concreto alla storia.

- Voi due, ad Akita, avete...? -

Le parole "scopato" e "niente", pronunciate in contemporanea e con due inflessioni opposte, le pungolarono il cervello con insistenza ancora prima che potesse concludere la domanda.

La ragazza ammorbidì la postura e si abbandonò contro il cuscino soffice alle proprie spalle. Cos'era quel formicolio che le pizzicava il petto? Gelosia? Assurdo pensare che potesse essere il vero motivo. I due ragazzi le avevano già dimostrato di ricambiare i suoi sentimenti, e la scenetta del pomeriggio le aveva fatto capire molto bene che anche tra loro c'era un'attrazione marcata. Quindi, perché si stava sconvolgendo così tanto?

Una finta fotografia di Gareth e Leo le si piantò in bella vista tra i pensieri, in un semplicistico e rapido tentativo volto a fare chiarezza dentro di sé. Con poco sforzo, era riuscita a immaginarli in maniera molto nitida: pelle contro pelle, avvinghiati l'uno all'altro in una camera d'albergo ad Akita, impegnati a divorarsi le labbra a vicenda...

Oh, no.

Non poteva davvero dire che il sentimento che provava fosse gelosia. La reazione a uno scenario del genere, seppur appartenente al mondo delle idee, si concretizzava in un battito accelerato e in un calore fin troppo piacevole che andava a concentrarsi dritto in mezzo alle cosce.

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