Chapter 10: "My Lucifer is lonely"

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Non doveva per forza essere la fine del mondo. Insomma, si era ritrovata a fronteggiare situazioni ben peggiori di quella, quindi perché allarmarsi tanto? Si era trattato di un semplice bacio, nulla di più. Una serie di baci, a voler essere del tutto sinceri, come le ricordava la sua coscienza. Ma le cose non sarebbero necessariamente dovute cambiare, magari per Leo non era nemmeno stato qualcosa di rilevante. Magari per lui non aveva significato niente. Katarina le appoggiò lo stetoscopio sulla schiena e Yulis trasalì per il freddo contatto del metallo.

- Adesso fai un bel respiro profondo. -

Più facile a dirsi che a farsi.

Ogni volta che i polmoni si riempivano d'aria, finiva per percepire il proprio cuore martellare nelle orecchie, neanche volesse ricordarle a tutti i costi il motivo di tanto affanno. Dopo qualche istante, la giovane infermiera aggrottò la fronte e si sporse di poco verso di lei.

- I tuoi battiti non mi sembrano molto intenzionati a voler rientrare nelle soglie... hai fatto qualche sforzo, prima della visita? -

- Sto bene. - garantì con fin troppa convinzione e un gesto ampio delle mani. - Sono solo un po'... agitata. -

- Questo lo sento. Non dovresti sottoporti ad allenamenti troppo intensi, il tuo corpo deve ancora riprendersi del tutto dalla manifestazione. -

Il viso così giovane e gentile di Katarina era totalmente in disaccordo con il tono fermo e autorevole della sua voce, ma allo stesso tempo riusciva a bloccare in Yulis qualsiasi altra voglia di abbozzare delle scuse. Forse, parte della causa andava ricercata anche in quell'accento un po' duro e spigoloso, tipico dell'Europa centro-orientale.

- Se tu e il signor Wallace non vi decidete a mettere la salute in cima alle tue priorità, questo è il risultato. - tenendo la fronte corrucciata, si sistemò al collo lo strumento e afferrò il bracciale di tela dello sfigmomanometro per misurarle la pressione. - Braccio, per favore. -

- A proposito di Wallace... - nel mentre che eseguiva quanto richiesto, Yulis afferrò la palla al balzo per tentare di sviare il discorso: qualsiasi argomento era preferibile al dover giustificare la propria frequenza cardiaca fuori fase. - Sbaglio, o finalmente ha smesso di importunarti? -

- Al terzo e categorico "no" sembra aver rinunciato ad invitarmi a cena. E Milly, del reparto di ortopedia, non ha perso tempo... si è subito fatta avanti sgomitando per prendere il mio posto. -

La bocca di Yulis si piegò in un ghigno divertito: quel commento un po' pettegolo, unito ad un sorrisetto difficile da mascherare, riportò Katarina ad essere prima di tutto una ragazza di appena ventitré anni e solo dopo un'infermiera dotata di un'incredibile abilità eroica.

- Milly di ortopedia non sa davvero cosa l'aspetta. -

Non era stato affatto difficile entrare in confidenza con Katarina, dopotutto Yulis aveva solo qualche anno in più di lei. Era una ragazza intelligente, sveglia e incredibilmente dedita al proprio lavoro. Dal momento in cui aveva messo piede in clinica era stata affidata alle sue cure, ed era solo grazie alla sua abilità di riparazione dei tessuti che la schiena era riuscita a riprendersi in tempistiche estremamente favorevoli rispetto a quelle di qualsiasi pronostico.

- Posso essere indiscreta, Yulis? -

La bionda annuì, ancora prima che terminasse la frase. - Spara. -

- Come mai non ti interessa uscire con James Wallace? -

- Ho già abbastanza problemi. - la risposta fu talmente immediata e risoluta che Katarina alzò gli occhi dal misuratore per puntarli nei suoi. Yulis tentò di riformulare la frase, provando a spiegare meglio le proprie ragioni. - E' un ottimo trainer, e per quanto i suoi metodi possano essere bizzarri e poco ortodossi, questo non si discute. Ma romanticamente parlando... siamo su due mondi paralleli. -

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