Chapter 18: "Prove yourself and... RISE!"

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L'ininterrotto borbottare di Gareth stava diventando snervante. Nonostante la musica del trailer d'apertura continuasse a rimbombare e rimbalzare contro le pareti di tutta la sala, Yulis riusciva a comprendere benissimo ogni parola intrisa di rimprovero che fuoriusciva dalle labbra del compagno, gocciolando nelle sue orecchie con lo stesso verve di un nastro inceppato.

- Fammi vedere la mano. -

La ragazza bofonchiò una protesta, ma Gareth le afferrò comunque il polso, senza curarsi della sua volontà o del via vai di camerieri perplessi a pochi metri di distanza.

- Non riesco a credere che hai davvero colpito quello stronzo. - mugugnò, ancora riluttante e con la fronte accigliata, mentre le ispezionava le nocche arrossate. - Il prossimo anno dovrò ricordarmi di tenere a bada anche te. -

Leo, a braccia conserte e con la schiena appoggiata alla colonna dietro cui si erano rintanati, continuava a fissare un punto imprecisato alla propria destra. Fece schioccare la lingua contro il palato e mollò le mani a penzolare ai fianchi.

- Gareth ha ragione. - decretò in un mezzo sospiro rassegnato. - Per quanto quel Brahimi si sia rivelato a tutti gli effetti un'enorme testa di cazzo, come leader della squadra non posso fare finta che non sia successo niente. Non avresti dovuto reagire, non così, almeno: hai perso il controllo e ti sei lasciata divorare dalle tue emozioni. -

Yulis osservava Leo avvicinarsi a passo lento, e con fare sempre più irritato si mordicchiava il profilo del labbro inferiore mentre metabolizzava il discorso.
Proprio lui parlava?

- Possono dire quello che vogliono, su di me. - protestò lei in un sibilo, cercando di tenere a bada l'impeto che premeva per farle alzare la voce. - Può anche denunciarmi, se ci tiene tanto. Ha la fortuna di avere già qui tutti i membri del Consiglio. -

- Smetti di dire stronzate, Yulis. - Leo affiancò Gareth e le afferrò il viso tra le mani. La fissò dritto negli occhi, senza lasciarsi intimorire. - Sai benissimo di avere torto marcio e di essere tu, quella fortunata: luci abbassate al momento giusto, musica sparata a palla... tutti concentrati sull'inizio della cerimonia e nessuno che si accorge del tuo gancio ad effetto. Tutti tranne noi e, ovviamente, il diretto interessato. -

Yulis fece per replicare, ma il biondo la zittì con un'occhiataccia.

- Come leader, ribadisco che se dovesse capitare un'altra volta finiresti a compilare scartoffie burocratiche per almeno un trimestre. - attirò il suo viso verso il proprio fino a che non le sfiorò la punta del naso. - Ma come Leo, ti dico che, cazzo... lì per lì avrei voluto solo far partire un applauso. -

Yulis sfarfallò le ciglia e sentì il petto fremere, totalmente spiazzata dall'inaspettata piega che avevano preso le sue parole.
Gareth, al contrario, lo fissò a occhi sgranati e mascella abbandonata.

- Leo! -

- Oh, adesso non fare il buonista, Hamilton. Sei pure un maledetto pugile! -

- È proprio per questo che ti dico che incentivarla non ha il minimo senso! - e borbottò di nuovo, contrariato, mentre Leo alzava gli occhi al cielo e si distanziava di un passo. - Due testoline bionde, intelligenti ma altamente instabili: coincidenze? Comincio ad avere qualche dubbio... -

Gareth ispezionò con cura l'intero dorso, per quanto la poca luce presente gli permettesse. Esercitò poi una pressione maggiore sulle ossa di medio e anulare, e Yulis sobbalzò.

- Molto male? - scattò con la testa verso l'alto, allarmato.

- No... è solo un leggero fastidio. -

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