Yulis diede un'ultima occhiata al proprio riflesso allo specchio e controllò che nell'insieme il suo aspetto fosse perlomeno presentabile. A causa di quegli incubi che non le avevano dato pace per tutta la notte aveva dormito poco e male, finendo poi per ritrovarsi con un mal di testa atroce ad affettarle il cervello. Stava tentando di coprire quelle profonde mezzelune scure sotto gli occhi con un po' di correttore come le aveva insegnato Noora, ma i risultati ottenuti erano ben lontani dall'essere accettabili. Con una mano si ravvivò leggermente i capelli e azzardò un mezzo sorriso, ma nel constatare quanto fosse forzato si ritrovò a sospirare a lungo massaggiandosi una tempia. Non riusciva a togliersi dalla testa gli avvenimenti della sera precedente e l'uomo che l'aveva chiamata con il nome della madre continuava ad occuparle prepotentemente i pensieri.
< Potrebbe essere solo un caso, non è detto che l'abbia davvero conosciuta. "Elyza" è un nome come un altro... >
Da quando aveva ottenuto la Licenza da Eroe collaborava saltuariamente con il dipartimento di polizia della città dando una mano negli interrogatori o nelle negoziazioni anche per quei casi in cui lei o gli altri membri dei Rising Five non erano direttamente coinvolti. Non erano molti gli eroi che si occupavano anche di questo genere di attività: i più, infatti, lasciavano la parte noiosa alla polizia, preferendo l'azione diretta sul campo, a volte anche solo per il gusto di finire sotto i riflettori e quindi guadagnare punti in vista della proclamazione della prossima Hero Top Ten.
Si sistemò distrattamente la gonna a ruota che indossava e con la testa ancora tra le nuvole imboccò le scale. Proprio nel momento in cui fece per avvicinarsi all'ingresso di casa, Leo rientrò.
- Yulis. - il biondo quasi si scontrò con la ragazza e richiuse la porta dietro di sé. - Sei già sveglia. -
- Sono le otto del mattino. Sei tu che rientri tardi. - Yulis evitò il contatto visivo e si spostò in direzione dell'appendiabiti per afferrare la borsa.
- Chi sei, mia madre? - chiese con tono divertito guardandola dall'alto in basso.
- No. Grazie a Dio, non lo sono affatto. -
Leo incrociò le braccia al petto e si appoggiò con la schiena alla porta.
- Impressione mia o sei scazzata? -
Frugò all'interno della borsa alla ricerca di qualcosa e il ragazzo continuò a scrutarla aggrottando lievemente la fronte.
- Non sono scazzata, sono solo di fretta. -
Leo alzò leggermente le sopracciglia, ben poco convinto.
- Guarda che eri stata invitata anche tu, ieri sera. Potevi venire con noi. -
Yulis si bloccò per un istante, senza riuscire a trattenere un sospiro seccato.
- Venire con te e Gareth per vedervi crogiolare nei complimenti di spessore e chiaramente disinteressati di Fiori e Quadri? "Oooh, quanto sei intelligente, Zero!", "Ace, che braccia forti che hai!", "Yulis, passami il sale.". - finì di fare il verso alle due ragazze e roteò gli occhi al cielo. - Come se avessi accettato, grazie comunque. -
- Sai, per un attimo ho pensato che fosse la versione per adulti di Cappuccetto Rosso, hai fatto colazione con acidità e biscotti, stamattina? - sollevò il mento ed inclinò la testa di lato, in quel suo solito modo strafottente di trattare le persone. - E comunque, anche Dominic e Marcus poi ci hanno raggiunto. Secondo me il problema è che ti è dispiaciuto non essere al centro dell'attenzione. -
Yulis pensò bene di mordersi la lingua per evitare di rispondere a tono ed ignorò l'insinuazione.
- Come mai Gareth non è con te? -
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Ultra Violet
AzioneLe persone non sono mai del tutto buone o del tutto cattive, e questo Yulis lo ha imparato presto a sue spese. «Né santi, né diavoli.» come le aveva detto Shogo tanto tempo prima. «Il problema sta nella percentuale di queste due componenti, che a vo...