𝐒𝐄𝐑𝐄𝐍𝐀

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Serena era tornata a casa dopo un pomeriggio passato con alcune sue amiche a fare shopping e quando alla sera aveva incontrato nel salotto di casa la figlia non si era neppure accorta che Ashley aveva gli occhi gonfi ed arrossati per il litigio appena avuto con Jorge. Serena era una madre presente ed affettuosa, ma non era molto perspicace. E d'altronde, Ashley non era la persona più aperta del mondo; preferiva di gran lunga chiudersi in camera sua, al sicuro da tutto e da tutti.

Poco dopo anche Nate rientrò nell'attico, seguito da Liam. I due stavano parlando di qualche giocatore di basket e Serena quasi si dispiacque di dover separare quel quadretto. Apprezzava molto Liam e la sua presenza; era sempre gentile e sorridente e si sforzava di chiacchierare con lei sebbene appartenessero a due mondi completamente diversi. Inoltre, doveva riconoscere che Nate e Liam avessero davvero un bel legame. Sembravano essere amici di lunga data e non padre e figlio. Salutò entrambi con calorosi sorrisi, poi chiese di parlare da sola con Nate. Liam annuì senza problemi, ma fu Nate ad aggrottare la fronte perplesso. I due andarono in cucina per avere maggiore privacy, mentre Liam andava da Allison in camera sua.

«Che c'è?» Domandò Nate rubando una mela dal portafrutta sull'isola in marmo. Era molto tranquillo, seriamente curioso di sapere cosa volesse dirgli Serena di tanto importante da stare da soli. Non aveva il volto del colpevole né tantomeno sembrava spaventato dalla classica frase "dobbiamo parlare".

Serena si prese qualche secondo per osservare il comportamento di Nate e si calmò anche lei; o Nate era un bravo bugiardo, e Nate non lo era mai stato, o veramente non aveva fatto niente di male. «Com'è andata la tua giornata? Eri finora in ufficio?»

Nate aggrottò la fronte, ma rispose senza esitazione. «Sì, certo. Stiamo lavorando per la pubblicità della nuova linea di Blair, Chuck ha insistito perché accontentassi la moglie che lo stava stressando.»

Serena non era certa che Nate fosse completamente sincero; era vero che a breve sarebbe uscita la nuova linea della Waldorf Design, ma Blair in questo momento aveva altri pensieri per la testa ed infatti aveva affidato la maggior parte del lavoro alle sue collaboratrici, sfruttando la passione di Allison per avere un occhio in più sui preparativi, che comunque andavano a rilento.

«A breve faremo anche un'intervista a Blair, penso voglia coinvolgere anche la tv.» Ridacchiò Nate, prendendo un altro morso dalla sua mela. «Te? Com'è andata la giornata, amore?» Domandò poi, abbracciando la fidanzata e legandole le braccia dietro la schiena.

Serena sforzò un sorriso ed annuì, provò a dissimulare la sua delusione e disse un semplice e falso; «Tutto bene». Ma, in cuor suo, stava tutt'altro che bene. Con l'anima ancora ferita dal divorzio con Dan e dal suo tradimento con Georgina Sparks, Serena era diventata insicura e diffidente e, sebbene credesse impossibile che Nate le facesse un simile torto, non riuscì a togliersi dalla testa l'immagine di lui e quella sconosciuta in giro per Manhattan, mentre si apprestavano a prendere un taxi.

Si allontanò dopo poco con una scusa e si rinchiuse in quello che tanti anni prima era stato l'ufficio di sua madre, dove Lily Van der Woodsen amministrava le industrie Bass, prima ancora che potesse farlo Chuck stesso. Lì avrebbe avuto un pò di privacy e, tirato fuori il suo iPhone di ultima generazione, cercò fra i contatti quello di una vecchia signora, che aveva conosciuto in una delle tante serate di gala a cui Serena aveva partecipato nel corso degli anni.

A risponderle ci fu una voce bassa e stridula. «Signora Monroe?» Domandò Serena, attenta sempre a non alzare la voce perché temeva che qualcuno potesse sentirla e farle domande. «Salve, come sta?» Dopo i soliti, e doverosi, convenevoli Serena arrivò al dunque. «Vorrei chiederle un favore, signora Monroe.»

«Mi dica!» Esclamò molto disponibile l'anziana signora, che sapeva bene quanto potesse rivelarsi utile per lei aiutare una signora tanto famosa e potente quale Serena Van der Woodsen.

«Gradirei sapere se...» Iniziò a dire, ma si interruppe per assicurarsi che nessuno la sentisse. «Gradirei sapere se Nate Archibald ha una preso una camera nel vostro hotel di recente.» Concluse una volta sicura che nessuno fosse all'ascolto.

Attese nervosamente la risposta della signora Monroe, mordicchiandosi le unghie -cosa che non faceva mai, era sempre molto curata! «Mi faccia dare un'occhiata.» Disse la signora dall'altro capo del telefono dopo un momento di esitazione; stava pur sempre infrangendo la privacy di un altro illustre della società dell'Upper East Side!

Serena si sentì pervadere da una sensazione di ansia e timore. «Grazie.» Mormorò, non certa che quella fosse la soluzione migliore, ma sicuramente scossi da profondi dubbi.

«Sì, ha prenotato una camera con terrazzo nel nostro hotel per cinque giorni a partire da ieri.» Riferì dopo qualche secondo la signora Monroe. «Vuole che disdica?» Era oramai consolidata la notizia su ogni tabloid newyorkese che Serena Van der Woodsen fosse tornata con il suo amore liceale Nate Archibald, quindi la domanda non era fuori luogo: negli eventi mondani Serena e Nate si comportavano come una coppia di sposati, sebbene non lo fossero.

«No.» Serena cercò invano di controllare la delusione. «La ringrazio ancora e le chiederei di mantenere questa conversazione privata.» Non aspettò neppure di sentire la risposta della signora Monroe che chiuse la chiamata. Si lasciò andare a un momento di desolazione, arrivando persino a trattenere le lacrime.

«Mamma?» La chiamò Allison dal corridoio, così Serena fu costretta a ricomporsi e quando la figlia maggiore aprì la porta dello studio Serena aveva appena finto un sorriso. «Eccoti mamma! ti stavamo cercando, scendi? È pronto.»

Serena annuì, ma Allison coi suoi occhioni color nocciola così simili a quelli della madre rimase a fissarla sulla soglia della porta. «Tutto bene?» Domandò alla madre con un tono più preoccupato, il bel viso corrucciato in un'espressione confusa.

Serena annuì nuovamente, questa volta sforzandosi di compiere un sorriso ancora più radioso. «Certo.» E la superò per scendere le scale e andare nella sala da pranzo, dove si sarebbe consumata quella cena tanto temuta.

𝐍𝐄𝐖 𝐆𝐎𝐒𝐒𝐈𝐏 𝐆𝐈𝐑𝐋, 𝐀𝐦𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora