punching bag (1)

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REVISIONATO

Era una splendida giornata, il sole sorgeva alto e avevo una sensazione di leggerezza e sovrappensiero; il suono del mare era di una leggiadria splendida.
Ero felice e vicino avevo i miei amici che ridevano. Tutto questo venne
interrotto dal rumore frustrante della mia sveglia, erano le sette in punto. Presa dall’angoscia spensi la sveglia e mi rimisi a dormire, continuai a girarmi nel letto, chiusi leggermente gli occhi e mi addormentai. Dopo all’incirca dieci
minuti mi risvegliai dalle urla strazianti della mia matrigna, mi girai impanicata e vidi la sveglia, erano le 7:45 i miei occhi si aprirono impanicati. Ero in ritardo, panico, alla prima ora avevo la verifica di chimica! Mi iniziai a preparare, misi una tuta e del leggero mascara, scesi velocemente le scale, misi le scarpe e corsi a scuola. Eccomi arrivata... finalmente direi. Presi coraggio e entrai in aula... un silenzio assordante, tutti gli occhi puntati verso di me, persino quelli dell’essere più mostruoso del mondo: Lorenzo, il solito popolare che si diverte a deridere e picchiare i più piccoli e indifesi, me compresa. Smisi di pensare, le gambe mi iniziarono a tremare, la prof mi chiese delle  spiegazioni e io le dissi che avevo perso l’autobus, lei girò gli occhi e mi fissò... credetti proprio che non se la sia bevuta quando all’improvviso mi guardò per poi dire: "Dopo in punizione!”
Mi misi a sedere e la rabbia mi percorreva tutto il corpo, odiavo
profondamente quella prof. Lei si alzò e mi diede la verifica fortunatamente me la cavo in chimica pensai; nonostante io fossi stata l’ultima a iniziare la verifica la consegnai per prima, mancava ancora un quarto d’ora, allora la prof iniziò a correggerla, la sua penna rossa iniziò a muoversi, l’ansia si propagò per tutto il mio corpo e  iniziai a mangiare la pelle che circondava le mie dita, provai un dolore lancinante quando per sbaglio andai troppo in profondità e vidi la mia pelle rossa. La prof alzò lo sguardo: “Margaret, vieni qui un secondo”. Eccola di nuovo, bussò alla mia porta:"piacere sono ansia." Le mie gambe mi riiniziarono a tremare, le mie mani iniziarono a sudare, presi coraggio, m'alzai mi avvicinai alla cattedra e la prof sussurrando mi chiese: “Margaret,
cara che ne dici di partecipare al concorso annuale di chimica? Sei davvero portata"
Si leggeva la falsità nei suoi occhi, rimase a osservarmi in cerca
di una risposta allora io risposi: “Grazie per il complimento prof, ma non credo di esserne in grado”.
Ecco la mia salvezza, la campanella, i miei compagni consegnarono le verifiche, io andai verso il giardino della scuola, mi misi seduta a leggere il mio libro preferito, ero così concentrata a leggere che non mi accorsi chi avevo vicino, lui, il mio incubo mi strappò il libro dalle mani io gli dissi: “Ridammelo.”
Lui si mise a ridere, una risata isterica per poi dirmi: "Senti ragazzina oggi avrei  proprio bisogno di sfogarmi con qualcuno..."
           
                                                         AL

I'm BrokenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora