L'ALBERO DI NATALE

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L'albero di Natale
(usanze del Nord Europa)

L’albero di Natale nella sua essenza racchiude alcuni simboli potentissimi e antichissimi (l’albero come segno di vita, fertilità, abbondanza), l’abete (o altro sempreverde) come simbolo della natura che sopravvive ai rigori dell’inverno, ma anche dell’immortalità di Cristo, la luce come simbolo di Cristo “luce del mondo”, come segno di speranza di una nuova rinascita dopo i mesi più bui dell’anno, segno di forza, calore, intimità, specie nei paesi del nord Europa, dove la vita nei mesi più freddi e bui ha (o aveva) una dimensione maggiormente domestica.

Partendo dalle origini, già nel Genesi troviamo il Paradiso terrestre descritto come un giardino, nel quale alcuni alberi sono riservati a Dio: l’albero della conoscenza del bene e del male e l’albero della vita. Lungo tutta la storia sacra troviamo alberi particolarmente significativi, l’albero di Jesse, le querce di Mamre, per finire con l’albero della croce di Cristo. Non a caso, nell’iconografia cristiana antica, dalle catacombe ai battisteri paleocristiani, l’albero della vita è rappresentato come originato dalla croce, è il legno che fiorisce e dà frutto.

L’albero di Natale è talvolta messo in relazione anche con l’usanza celtica di addobbare e dar fuoco a un sempreverde in occasione del solstizio di inverno, il 25 dicembre: la luce e il calore del fuoco così ottenuto celebravano il giorno più breve dell’anno, dopo il quale il ciclo solare ricomincia a far crescere la durata del giorno.

I Vichinghi, nei giorni in prossimità del solstizio d’inverno, usavano dei frutti per decorare alberi di abete, ritenendolo di buon auspicio per il ritorno del sole e della buona stagione.

Anche nella saga dei Nibelunghi troviamo un albero, un grande frassino, che si trova al centro della terra.

Una tradizione vuole che, attorno al VII/VIII secolo, il britannico san Bonifacio di Crediton (675-754), apostolo dei Germani, portasse con sé un abete, simbolo trinitario, nei suoi viaggi di evangelizzazione in terra tedesca. Secondo un’altra versione invece, san Bonifacio si imbatté in alcuni pagani intenti a tagliare una quercia per fare un sacrificio al dio Thor: dopo averli fermati, il santo si apprestò ad abbattere l’albero per evitare il sacrificio, e questo si trasformò in abete. L’essenza non cambia: un sempreverde, per di più a forma triangolare, è proposto a simbolo cristiano. I tedeschi convertiti iniziarono allora a decorare l’albero in modo liturgico, con semplici candele: secondo quanto dice la tradizione, per permettere al santo di predicare anche di notte.

La storia dell’albero di Natale si intreccia indistricabilmente con quello dello Yule Log o Julblock: il ceppo di Natale. Attestato in Germania fin dal 1184 e diffuso in molti paesi nordeuropei, il ceppo di Natale era un grande tronco bruciato nelle case il giorno della Vigilia di Natale e ininterrottamente per dodici giorni fino all’Epifania, dopo una benedizione pronunciata dal capofamiglia, e come auspicio di buon augurio per il nuovo anno e per il raccolto futuro.

Durante il medioevo, nei paesi del nord Europa, la notte della Vigilia di Natale, era tradizione mettere in scena sul sagrato delle chiese i misteri (o rappresentazioni, spiele) di Adamo ed Eva. L’albero ricordato dal racconto biblico del peccato originale era spesso rappresentato da un abete che, essendo un sempreverde, non era spoglio nella stagione invernale ed esercitava un fascino particolare. Inoltre, celebrando la nascita del Salvatore dell’umanità, rappresentata da Adamo ed Eva, l’albero diveniva un simbolo di perdono e riconciliazione. Intorno all’albero venivano messi in scena episodi biblici e si declamavano passi della Scrittura.

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Ed eccomi di nuovo qui con un'altra pubblicazione. Come non potevo non pubblicare qualcosa sull'albero di Natale?
Voi lo avete fatto? Sapete quali sono le sue vere origini? Volete conoscerle?

Ci vediamo domani pomeriggio/sera con la casellina numero 9 da aprire :D

Passate una bella serata!!

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