IL MONTE AMIATA

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*Leggenda italiana*

Arriviamo ora nella zona di Siena e saliamo sul Monte Amiata. Stupisce scoprire che certe storie richiamano alla mente creature e miti che pensavamo presenti solo in culture anglosassoni o comunque nordiche. Sembra che qui, per esempio, molto tempo fa, abitassero degli alberi parlanti. Insomma una specie di Ent, come quelli di Tolkien... vi immaginate Barbalbero con accento toscano? Be' forse non è proprio un Ent quello della leggenda, ma comunque è un albero benevolo, e dotato di vita propria. Ma leggiamo la storia:

Siamo sul monte Amiata e un piccolo pastore si trova solo con le sue pecore quando improvvisamente sente l'ululato di un lupo. Si dispera e, vedendosi già sbranato, prega il Signore. Con lo zufolo chiama a raccolta il gregge e tremante e pregante si raccoglie ai piedi di un grande castagno. Il lupo ha sentito l'odore della carne e in pochi balzi raggiunge il pastore e il gregge. Si ferma come per pregustare la preda, con le fauci spalancate, la lingua penzoloni e gli occhi gialli lucenti. Il lupo fa un urlo terribile e salta per azzannare la sua preda. Ma in quel momento tutti i frondosi rami del castagno si piegano fino a terra, creando una cupola che ripara il pastore e il suo gregge. Il lupo è furioso, urla e gira attorno alla cupola. Prova ad aprirsi un varco ma le sue zampe non possono nulla contro l'intrico di rami. Morde e strappa, ma alla fine, stremato dalla rabbia e dalla fatica e più affamato che mai, si arrende e si allontana. A quel punto i rami si rialzano, il castagno torna come prima e il pastore è salvo, con tutto il gregge.

Una leggenda simile a questa riguarda la Garfagnana. In questa zona è usanza fare l'albero di Natale con il ginepro, non si usa mai il pino o l'abete. La sera della vigilia, inoltre, si brucia nel camino un ramoscello di ginepro, respirandone il profumo. La ragione di questa usanza è appunto la leggenda del ginepro. Narra la storia che quando Erode fece fare la Strage degli Innocenti e voleva uccidere Gesù, la Madonna e San Giuseppe fuggirono in Egitto. Una notte durante il viaggio, reso aspro dalla neve, la Madonna chiese a una ginestra un po' di riparo per il bambino. La ginestra rifiutò seccamente e anzi drizzò i propri rami ancora più in alto, così che i viandanti non si potessero riparare. Allora il sacro trio riprese il cammino, mentre i soldati di Erode si facevano sempre più vicini. Ma tutti gli alberi rifiutavano, avevano paura che i soldati dessero loro fuoco per aver offerto riparo ai viaggiatori ricercati. Infine la Madonna si rivolse disperata a un ginepro: “Per pietà, permetti che ci ripariamo sotto i tuoi rami: abbiamo freddo e i soldati di Re Erode si avvicinano, se ci trovano uccideranno il bambino.”

“Venite! Venite pure, ci penserò io” rispose il ginepro. E per proteggerli piegò i rami fino a terra e infittì e indurì le sue foglie, rendendole pungenti. Quando i soldati arrivarono frugarono tutto il bosco, controllarono anche il ginepro ma si punsero e lasciarono stare. Il mattino dopo aveva smesso di nevicare e il sacro trio ringraziò il ginepro e riprese il cammino.

MITI & LEGGENDE OCCIDENTALIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora