23 capitolo

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New  York-base degli Avengers

Pov Adeliya

Siamo appena atterrati, durante il viaggio mi hanno spiegato tutto la questione di Aka e di mia sorella, anche se non mi hanno detto cosa significa questo giuramento, o meglio non lo sapevano visto che Iky non glielo aveva detto.

Slaccio le cinture e mi avvio verso l'uscita del jet, da quello che mi hanno detto dovremo essere nella loro base, e devo dire che non è niente male.

-Che figata.- mi lascio uscire dalla mia bocca senza nemmeno pensarci, mi si avvicina Nat -E questo è solo l'esterno.- mi guarda sorridendo un po' e poi mi supera dirigendosi verso l'interno. La seguo correndo un po' perché si era allontanata velocemente.

Anche dentro è una ficata assurda, mi guardo attorno meravigliata da quella bellezza solo del mega salotto chissà com'è il resto! Una mano mi tocca la spalla mi giro ed è Clint, vieni ti mostro la stanza dove dormirai, non ti disturba se è vicino a quella di tua sorella?- annuisco risvegliandomi dai miei pensieri e gli dico che non ci sono problema, -Ah ti avviso se quando tornerà sentirai versi strani da camera sua non farti domande e non entrare, lei e la rossa giocano alle dottoresse.- rido per la sua affermazione, Natasha lo devo aver sentito perché gli tira un bello schiaffo sulla nuca però anche lui ride e si gratta la nuca, ha cominciato a camminare ridendo ancora e io lo seguo perché ho anche bisogno di una bella doccia calda, non farsi una doccia per alcuni giorni è orrendo.

Arriviamo davanti a quella che sarà la mia nuova stanza, lo ringrazio ed entro. Devo dire che a prima vista sembra essere molto confortevole, c'è un bel letto matrimoniale con le lenzuola grigie, una scrivania bianca posta vicino all'enorme finestra che spero si possa oscurare.

-Benvenuta signorina Volkov.- prendo paura sentendo la voce, mi guardo intorno ma non c'è nessun'altro nella stanza a parte me -Chi ha parlato?!- esclamo non capendo da dove provenisse -Sono FRIDAY, l'intelligenza artificiale del signor Stark. Se ha bisogno di qualcosa può chiedere tranquillamente a me- sospiro, me lo sarei dovuta immaginare da uno come Stark anche se non lo conosco ancora bene, ce lo conosco semplicemente tramite la TV e i racconti di Iky. -Ehm, grazie suppongo. Potresti accendermi l'acqua della doccia, magari calda, grazie.- dico guardando il soffitto anche se non penso che sia sul soffitto, tutto ciò è troppo complicato per me.

Appoggio il mio zaino sul letto e mi guardo di nuovo intorno alla ricerca di un armadio finché non lo trovo incastonato dentro la parete vicino ad una porta che penso sia del bagno, vado verso di esso e apro le due ante scorrevoli, con mia sorpresa trovo dei vestiti che penso siano di Irakliya che probabilmente se lo venisse a sapere mi ucciderebbe all'istante. Chissà cosa le staranno facendo...spero non stia soffrendo in caso la stessero torturando, comunque dopo da quel che ho capito proveremo a contattare Thor così può aiutarci ad arrivare su Aka poi mi hanno detto che hanno avvertito anche un certo Nick Fury del fatto che avessero arrestato mia sorella, lui senza farselo ripetere due volte ha detto -Avviso una certa persona che può aiutarci e arrivo.- e aveva chiuso la chiamata, perciò ora l'unica cosa che possiamo fare e contattare il dio e aspettare.

Prendo l'intimo, dei jeans scuri e un bel maglioncino beige, chiudo l'armadio e mi dirigo verso il bagno dove sento già l'acqua scorrere, ok ho bisogno anche io di un'assistente come FRIDAY già solo per questo che è poco lo adoro.

Entro in bagno e devo dire che è pazzesco, c'è sia una doccia che una vasca e un lavello con uno specchio enorme, Stark non faceva mancare a nessuno il lusso. Entro nella grande doccia e mi lascio avvolgere dal calore dell'acqua.

Pov Irakliya

Sono qui, su Aka, la mia casa. Siamo appena atterrati, se non fosse che mi stanno portando nelle prigioni del palazzo posto al centro di tutta quella maestosa città direi che questo posto è bellissimo, qui è tutto così moderno anche solo i corridoi sono così immensi e pieni di cose tecnologiche anche solo un quadro in cui l'immagine si muove mi ha stupita.

Entriamo in un ascensore e una guardia preme il numero -3, presumo che gli altri piani prima di questo siano sempre prigioni, che gioia. Le porte dell'ascensore rivelando proprio la mia nuova cosiddetta stanza, mi spongono al di fuori di esso con forza -Si ma anche meno eh.- commento ma loro non mi degnano nemmeno di una risposta.

Arriviamo davanti ad una cella con un campo dii forza arancione che subito dopo sparisce ma per poco visto che mi ci buttano dentro con poca grazia.

Cado a terra rovinosamente, rialzo lo sguardo e noto che hanno già chiuso la cella, con uno scatto mi alzo in piedi e tiro un pugno contro la barriera  magica arancione -Che cosa volete da me?!- dico con denti stretti per la rabbia, se prima avevo mantenuto la calma beh ora la rabbia repressa dentro di me sta scoppiando.

I due uomini si lanciano uno sguardo e poi uno mi risponde -Dovrà attendere il ritorno dll'Heda,(riferimenti puramente casuali a The 100) nostra somma regina.- mi giro e cammino verso un punto casuale nella cella mentre sento i loro passi più lontani segno che se ne sono andati, provo anche ad usare i miei poteri bella speranza di poter far qualcosa per uscire da qui, ma niente, forse non è stata una buona idea farmi catturare ma almeno ho risparmiato una battaglia inutile per i miei amici.

Nella stanza ce solo un lettino che sembra al quanto scomodo e un libro posto sopra di esso.
La copertina ritraeva due bambine che si rincorrevano su un bel prato verde. Lo prendo in mano e mi siedo sul letto, presa dalla curiosità comincio a sfogliarlo notando che non è un libro normale come quelli terrestri, ma bensì ci sono dei bottoni al posto delle parole, c'è un bottone per ogni pagina. Ritorno alla prima pagina e clicco il primo bottone, subito compare un'ologramma di una donna.

Mia madre.

The last commander of the HYDRA-Natasha RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora