4 capitolo

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Salvage Yard-African Coast

La persona che stavamo cercando si trovava dentro un'enorme nave in Africa, appena saputo dove si trovava ci siamo preparati e siamo partiti, ed eccoci qua in Africa.

Entriamo nella nave e sentiamo Ultron parlare -E' una spina nel fianco, Stark è una malattia!-

-Ahh figlio mio.- Tony atterra davanti a me Thor e il capitano -Vuoi rompere il nostro legame?- conclude l'uomo di latta, -Se proprio devo.- -Nessuno romperà niente.- dico -Non c'è frittata se non rompi le uova.- mi risponde Ultron -Mi ha tolto le parole di bocca.- non era Tony Stark se non faceva un commento ironico, ma dopotutto ci sta.

-Ah molto spiritoso signor Stark, si sente a casa qui?- prende parola il velocista -Come hai vecchi tempi?- conclude guardando le bombe che erano al piano di sotto -Non ero un trafficante.-

-Siete ancora in tempo per ripensarci.- diciamo in contemporanea io e il capitano -Oh lo faremo.- sta volta a parlare era la rossa -So che avete sofferte.- questa volta lasciai continuare lui, è decisamente più bravo di me nei discorsi sentimentali -Hahah Captain America, l'uomo giusto del signore che finge di poter vivere senza guerra, purtroppo non posso fisicamente vomitare ma..- si vede che il robot la enorme è stato fatto da Stark, sono entrambi rompipalle ma Stark è sempre più sopportabile di un tostapane -Se credi nella pace allora manteniamola.- dice il Dio -Credo che tu stia confondendo pace con quiete.- Tony che nel frattempo era stato zitto tutto il tempo prende parola facendo una domanda al suo "figliuolo" -Ah a che serve il vibranio.- sicuramente non ci aveva ascoltato per tutto il tempo -Sono felice che tu me l'abbia chiesto, coglierò l'occasione per spiegarvi il mio piano malvagio.- ovviamente non avrebbe perso tempo per queste banalità, perciò attira Tony con una specie di magnete e colpendolo con un raggio rosso fino a farlo schiantare sul muro dietro, il miliardario si alza e tra padre e figlio comincia al loro lotta.

Noi a terra cerchiamo di distruggere altri robot, con la mia energia è abbastanza semplice distruggerli ma ne distruggo alcuni anche senza energia, combattendo corpo a corpo con qualche pugnale. Sento qualcosa che mi spinge ma non ci faccio caso e continuo a combattere.

Mi arriva davanti un altri robot che faccio subito fuori saltandoli addosso e conficcandogli un pugnale in testa, Clint era nei piani alti con Nat lui scoccava le frecce addosso i nemici io nel mentre continuo a picchiare questi robot indemoniati quando mi arriva un calcio dal nulla che mi fa cadere a terra, mi rialzo e sento un tonfo assurdo ma non ci facci caso con tutti i rumori che c'erano intorno.

Nel mentre arrivavano anche altri soldati che con la mia energia ne faccio fuori tre in un colpo.

-Thor lo stato?.- domanda cap -Lei ha tentato di manipolare la mia mente, fa molta attenzione dubito che un umano la tenga a bada per fortuna io sono potente.- finisce di parlare Thor, quindi la streghetta ha cominciato il suo gioco? Bene.

Stavo continuando a picchiare a sangue un soldato era divertente, ne prendevo anche io di pugni ma più lui, finito di picchiarlo mi rialzo e qualcosa mi butta giù nel piano di sotto, vedo una luce rossa poi buio.

Era tutto buio, poi pian piano racquistai la vista e quello che stavo vedendo ora però non era più l'interno della nave, ma una casa che dall'aria sembrava vecchia tipo degli anni 20...i miei anni.

Vedo una donna dai capelli neri in cucina intenta a cucinare, poi arriva una bambina, aveva i capelli mossi e neri -Mamma mamma tra quanto è pronto.- -Tra poco tesoro abbi pazienza, intanto apparecchia che adesso arriva anche papà.- la bambina si mosse velocemente per prendere i bicchieri passati dalla madre e li posa sulla tavola poi prende anche le posate e le mette nei rispettivi posti.

Nel momento in cui la mamma stava mettendo i piatti in tavola suona il campanello, era il padre. La bambina corre ad abbracciargli le gambe mentre lui bacia la moglie e dopo saluta anche sua figlia -Hey Irakliya hai fatto la brava?- quel nome....ero io...la mia famiglia...-Si ho anche aiutato la mamma ad apparecchiare la tavola!- -Cher brava.- gli risponde e subito dopo gli da un bacio sulla testa, si siedono a tavola e cominciano a mangiare -Allora come è andata a lavoro?- rompe il silenzio mia madre -Bene dai soliti casini e scartoffie.-

Durante la cena si sentirono dei rumori strani come una finestra che si aprii e poi successe il casino. Tante persone vestite di nero entrarono in casa spaccando tutte le finestre e sfondarono la porta, -Mani in alto o spariamo.- urlarono, noi eseguimmo gli ordini e alzammo le mani, uno di loro buttò a terra mia madre e le mise un piede sulla schiena -Prendete la bambina.- ordinò un altro. Vedevo la me stessa del passato che cercava d dimenarsi, sapevo chi erano quelle persone...era l'HYDRA.

Con la pistola colpirono sulla testa della piccola me che svenne e poi il ricordo cambiò.
Ero in una base HYDRA avrò avuto 16 anni ma mi facevano allenare comunque per diventare un soldato o anche meglio di un soldato, la loro arma perfetta vicino a me c'era una persona a me sconosciuta, so solo che dovevo chiamarla comandante -Comandante comincio a sentire un forte mal di testa, e...vedo delle cose, persone a me sconosciute.-  -Non ti preoccupare ti porto dal dottor Zola ci penserà lui.- detto questo stava trasportando la me sedicenne in una stanza lugubre, -Zola!- -Mi dica.- esce lui allo scoperto, come dimenticarlo colui con cui ho collaborato anni -Solita questione veda di procedere.- gli rispose il mio comandante, mi fece sedere su una sedia dove dei pezzi di ferro si collegavano alla mia testa ma prima di tirar giù la leva vedo i suoi occhi illuminarsi -A proposito potrei testare un prototipo di scheda di comando su di lei, alzati e vieni con me.- mi dice, faccio quello che mi dico e lo seguo impassibile come sempre fino ad una stanza totalmente bianca -Ora sdraiati su quel lettino dobbiamo fare una piccola operazione.- e dopo mi mette una maschera sul viso e mi addormento, beh la sedicenne si addormenta ma io no, io vedo tutta l'operazione per impiantarmi nel mio collo la scheda che mi ha controllata per anni e anni e non si è nemmeno rovinata con l'ibernamento.

Un altro ricordo c'era la me di 18 anni in una sala d'addestramento -Irakliya Volkov, oggi è il gran giorno, la tua prima missione.- mi dice il mio comandante -Non vedo l'ora.- , continuavo a tirare pugni al sacco da box fino all'arrivo del momento tanto atteso della giornata, la missione.

La missione consisteva di uccidere le due persone che le venivano portate, ovviamente le persone non erano scelte a caso, l'HYDRA non uccide persone a caso.

Entra nella stanza dove avrebbe trovato le persone, e c'erano loro...i miei genitori.

Non ci posso credere, non potevo aver ucciso i miei genitori...no...

-Bene eccoti qui ora prendi questa, spara e dopo verrai assegnata ad un grado.- mi dice quello psicopatico di Zola mentre passava una pistola a quella persona che ormai non riconoscevo più, non potevo essere io, ma ero io.

La prende e la punta alla tempia di mio padre -Tesoro non lo fare siamo i tuoi genitori non ricordi?- tenta di dirmi ma non lo ascolta e spara, mia madre urla e quelle urla mi spezzano il cuore, le sue urla vengono interrotte da un altro sparo alla tempia -Congratulazioni sei passata.- dice il comandante.

Io...ho ucciso i miei...genitori.

Mi risveglio di colpo quasi urlando e mi accordo di essere sul jet, non riesco a parlare sono troppo scioccata non ci credevo ancora, mi guardo intorno e noto che ero distesa su un lettino e che quasi tutta la squadra non stava bene, mi si avvicina Tony e mi chiede -Va tutto bene?- io lo guardo con la faccia di chi ha visto un fantasma e gli basta solo questo per capire che aveva detto una cazzata -Ok scusa pessima domanda...senti qualsiasi cosa tu abbia visto io ci sono per parlare.- io comincio a piangere senza rendermene conto, lui se ne accorge e mi abbraccia -Tranquilla sfogati pure.- mi dice dandomi anche delle pacche sulla schiena come una padre fa con sua figlia...padre.

-Grazie.- riesco a sibilare con le poche forze che ho -Siamo arrivati.- annuncia Clint dal posto di guida del quinjet, non mi importava dove ci aveva portati mi bastava uscire e prendere un po' di aria.

Atterriamo in una campagna dove si trovava una casa e un fienile li vicino, scendiamo e Tony mi aiuta a camminare fuori dal veicolo per raggiungere l'interno della casa.

The last commander of the HYDRA-Natasha RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora