18 capitolo

139 21 0
                                    

Alaska-Valdez

Atterriamo su un'enorme distesa di neve bianca nella città di Valdez in Alaska, da come mi aveva detto Adeliya qua ci dovrebbero esser stati alcuni morti inerenti alla camera. -Allora dove hai detto che avevano ritrovato i cadaveri dei ragazzi?- le domando non sapendo dove andare -Verso le montagne, vieni!- inizia a correre e io la seguo.

Arriviamo ai piedi di alcune montagne innevate, e proprio qui si trova ancora la neve sporca di sangue -Però non si sono scomodati a ripulire eh?-domando ironica continuando ad osservare il contrasto tra la chiazza di sangue e la neve candida ancora presente.

-Quindi basta che seguiamo la scia? Sembra fin troppo semplice.- faccio notare a mia sorella perché se era così la strada era già segnata e sembra fin troppo strano che ci indichino proprio l'ingresso, penso. -Lo so ma se ci pensi loro non sanno che stiamo andando per distruggerli, quindi l'avranno l'asciata li per sbaglio, al massimo abbiamo i poteri e sappiamo combattere, andiamo a fare il culo a quei bastardi!-  non le rispondo e comincio ad incamminarmi verso la base seguita da lei.

-Qualunque cosa succeda restiamo unite va bene?- le domando per sicurezza siccome potremo scoprire cose non molto piacevoli sul nostro conto -Certo. Tranquilla non penso che scopriremo chissà che dopotutto avranno bruciato tutto.- mi risponde per tranquillizzarmi, anche se ho un brutto presentimento, ma lo ignoro perché saranno le mie solite paranoie.

Camminiamo per quelle che sembrano delle ore ma in realtà è passata solo mezz'ora in cui la maggior parte del tempo ho continuato a pensare dove fosse Nat e cosa stesse facendo, mi manca, mi manca da impazzire.
Mi manca vedere il suo sorriso, toccare i suoi morbidi capelli, le sue battute e i suoi tanto amati abbraccia con tanto di baci.

-Ehi ma mi stavi ascoltando? Ho detto che siamo arrivati guarda la.- mi riprendo dal mio stato di trance e guardo il punto che mi ha indicato, in mezzo alla neve si poteva vedere un'enorme base con i toni sul grigio. -Bene, ora non penso sia una buona idea bussare alla porta ci serve un piano.-

Lei annuisce e dopo aver escogitato il piano ci mimetizziamo nella neve grazie alle nostre tute bianche e cerchiamo di raggiungere un punto cieco, anche se è leggermente difficile siccome ci sono molte guardie, perciò ci serve un buon vecchio piano semplice ed efficace, buttare una granata alla cazzo di cane in mezzo alla neve, granate gentilmente offerte dal mio amico contrabbandiere di fiducia ovviamente.

Prendo la granata e la cospargo di neve me mimetizzare anche lei, tolgo il gancio e la faccio rotolare con un colpo secco il più lontano possibile da noi sotto lo sguardo confuso di Ade (per abbreviare Adeliya) -E quella dove stracazzo l'hai presa?! Vabbè non lo voglio nemmeno sapere!- mi sussurra ma capisco dal suo tono di voce che è più confusa che mai, la granata esplode e comincia a suonare un allarme, il diversivo aveva funzionato.

Mentre le guardo corrono da tutte le parti noi prendiamo i nostri rampini e li attacchiamo al muro dell'enorme base, agganciato il moschettone cominciamo a salire, ovviamente non possono non esserci guardie e infatti fi ritroviamo a combattere contro alcune di esse, ma la maggior parte era impegnata a fare ricognizioni fuori dalla base per via del mio favoloso diversivo.

Tiro un calcio ben assestato sul fianco di una delle guardie che ci sta attaccando, cade a terra la prendo per le spalle e la butto giù dal muro e passo all'altra guardia, sta volta uso i miei poteri e la incenerisco -Che ficata prima non sapevo farlo!- urlo tutta euforica, prima avendo la specie di scheda nel mio corpo non avevo mai fatto tutto ciò ma ora mi sento più libera che mai.

Butto giù dalle mura l'ultima guardia e guardo nella direzione di Ade notando che stava prendendo con guato a cazzotti uno -Ti serve una mano?- le domando con un sorrisino stampato in faccia -Nah.- mi risponde per poi buttare giù con un bel calcio il tipo.

Ci guardiamo annuendo e cominciamo a correre verso quelle che dovrebbero sembrare celle o laboratori in cerca di altri ragazzi vittime di questo scempio, corriamo vicino a tante di quelle celle ma sono tutte vuote...

Cominciamo a rallentare guardandoci velocemente intorno ma niente, finché non sentiamo delle urla provenienti da più avanti probabilmente da un laboratorio.
Corriamo verso quella direzione continuando a sentire delle urla di un ragazzo, troviamo una porta molto spessa di metallo, io e Adeliya ci guardiamo annuendo capendo cosa dobbiamo fare, da sole siamo forti ma insieme siamo imbattibili.
Ci prendiamo per mano e i nostri occhi sii illuminano di una luce nuova, di un verde fluorescente, allunghiamo entrambe una mano verso la porta e la facciamo saltare in aria con un solo colpo.

Quello che ci troviamo dentro o meglio ci lascia senza parole, cinque persone sedute su delle sedie con vari aghi infilati nelle braccia -Ti prego aiutateci!- urla lo stesso ragazzo che prima ha urlato, -Io penso a lui tu pensa a qualcun altro.- dico alla bionda di fianco a me  e senza lasciarle in tempo di rispondere corro nella direzione del ragazzo. -Ok ora io ti tolgo gli aghi ma tu dimmi se ti faccio male, hai capito?- annuisce con la faccia dolorante e io comincio a togliere gli aghi, arrivata ormai al terzo ago vedo che fa una smorfia di dolore allora io mi fermo -No tranquilla...resisto.- -Ok...- ancora titubante tolgo l'ultimo ago e slaccio le cinghie, bene uno è andato ora tocca ad un altro.

Liberati tutti gli diciamo di scappare da dove siamo entrate noi prima,andati via loro arrivano altre guardie che ci attaccano.
Combattiamo usando molto i nostri poteri e qualche nostro cazzotto, creo una sfera di energia blu e la lancio contro uno dei pochi agenti rimasti facendolo volare contro un muro.
Mi giro e vedo mia sorella che mi prende la mano per fare la stessa tecnica di prima, creiamo due enormi palle di energia verdi e le uniamo facendo un'enorme esplosione polverizzando sia gli agenti che molti macchinari per esperimenti presenti nella stanza.

Mia sorella cade a terra ormai stremata e respira affannosamente, mi inginocchio alla sua altezza mettendole una mano sulla schiena -Ce la fai ancora a combattere?- le domando preoccupata siccome non voglio perdere l'ultimo pezzo della mia famiglia di sangue rimasto -Si, combatterò finché non abbiamo ucciso quei bastardi.- mi guarda e i suoi occhi diventano gialli -Bene perché ora dobbiamo andare nella sala principale.- le bacio la fronte e la aiuto a rialzarsi.

Corriamo verso la sala principale che di solito è piena di computer, file e altre stronzate varie, arrivate stranamente non troviamo nessuno.

-Bentornate, Irakliya e Adeliya Volkov spero vi sentiate a casa, accolte.- ci guardiamo intorno in cerca si quella voce ma non c'è niente -Ah voi non potete vedermi quindi è inutile che mi cerchiate io non solo li con voi, ma penso che dovreste guardare qualcosa di molto più interessante, li proprio in quello schermo.- ci giriamo in direzione dell'unico computer più decente degli altri e da li compare un immagine a me molto familiare, la camera dove ho superate il rito di laurea, quella dove ho ucciso i nostri genitori...

Nella scena ci sono loro seduti su delle sedie legati con una benda sulla bocca, -Mamma...papà.- sussurra Ade, io continuo a guardare sconvolta lo schermo, come aveva recuperato quel video...uno sparo...poi un altro.
I due corpi ormai morti cadono a terra poi compaio io girata di spalle ma poi mi giro e mostro la mia faccia alla telecamera -Ben fatto comandante.- dice una voce all'interno del video, poi tutto ciò si è spento.

Adeliya si gira verso di me con uno sguardo scioccato come se avesse visto un fantasma ma in realtà ha visto di peggio.

-Tu...-

The last commander of the HYDRA-Natasha RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora