•4 - Non è giusto, non è sbagliato. È unico.

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«Com'era?» Gli chiedo, tenendo la testa sul suo petto, mentre lui accarezza la mia schiena nuda, fumando una sigaretta.
«Cosa?»
«L'Avana.»

«Era piuttosto vivace e calorosa» spiega, tenendo gli occhi fissi sul soffitto. «Eppure, non riuscivo ad essere felice, in mezzo a tutta quella musica latina, il mare e il calore.»
Appoggio i gomiti sul suo petto e lo guardo, accarezzando la sua guancia.
«Perché?»

Sorride e passa delicatamente il pollice sulle mie labbra. «Perché non c'eri tu.»
Sento le mie guance tingersi di rosso.
«Ti sarebbe piaciuta, è proprio il tuo stile e poi avremmo fatto scintille, ci saremmo divertiti come due cretini.»

Faccio un piccolo sorriso. «Allora portamici.»
Avvicina la sigaretta alle mie labbra, così la prendo e faccio un tiro tenendola tra le dita.
«D'accordo» risponde. «Promettimelo.»
Stringe il mio fianco e mi guarda negli occhi.

«Te lo prometto, amore mio» sussurra. Faccio unire le nostre labbra e appena il mio cellulare squilla, sospiro. Tasto il comodino e lo afferro.
Sgrano automaticamente gli occhi.

«Cazzo!» Esclamo, spegnendo la sigaretta e alzandomi di scatto dal divano per recuperare i miei vestiti. «Che succede?»
«Mi sono dimenticato che avevo un appuntamento con il DJ! Merda!» Sbotto, infilandomi i jeans. «Porca puttana! Fanculo il sesso di merda!»

Scoppia a ridere, scuotendo la testa. «Non avevi organizzato bene le due cose.»
«No, non è questo. Io avevo organizzato tutto per filo e per segno, cazzo! Ti avrei fatto fuori e poi avrei parlato con il DJ. Ma tu cazzo! Sei un coglione!»
«Piccolo, non è colpa mia se mi ami.»

Spingo la lingua contro alla guancia, mentre lo guardo. «Come al solito, non fai altro che sconvolgere i miei piani» sospiro, infilando le scarpe.
Mi fermo a guardarlo e batto le mani.
«Sbrigati, Dio santo! Ora che sei tornato, tornerai a spaccarti la schiena al locale.»

Appena siamo in auto, metto in moto e schiaccio sull'acceleratore.
«Oh, piccolo, forse dovresti-»
Lo guardo di scatto e lui deglutisce. «Cosa?!»
«N-no, nulla, stai andando benissimo.»
«Lo so!» Sbotto, spingendo sull'acceleratore.

TAEHYUNG

Tengo stretto il manico dello sportello, mentre lui sfreccia tra le auto di Seoul.
Dio, lo amo ma la guida non è il suo forte.

Un'auto gli suona, così lui lo guarda di scatto.
«Ehi! Guidi proprio di merda!» Gli urla contro, l'uomo. «Tu invece sei una merda!»

Non è proprio cambiato di una virgola, ma in fondo, è perfetto proprio perché è così.
«Questi uomini del cazzo che hanno le palle piccole» sibila. «Amore, andiamo, questo non possiamo saperlo-»
«Sta zitto. A te non tocca il problema, quindi tieni sotto controllo l'orario.»

È un complimento?
Un altro clacson lo fa sospirare. «Come cazzo guidi?!»
«Meglio di come tu usi il cazzo!»

Appoggio le mani sulla fronte, prendendo un respiro profondo e appena arriviamo al C.o.S scendo dall'auto di fretta.
Lui scende e si sistema i vestiti.

«Ho bisogno della vodka» dice, massaggiandosi le tempie. «Parla col DJ e poi bevi la vodka.»
Sorride e mi stampa un bacio sulle labbra, per poi entrare nel locale.
S

ospiro, poi entro anche io.

«Oh mio Dio!» Esclama Jaena. «Taehyung è tornato!»
Ridacchio, mentre i ragazzi si radunano per verificare che Jaena dica il vero.
«Signor Kim, ci è mancato!»
«Anche voi, mi siete mancati ragazzi.»

[...]

Prendo un sorso di vodka e si massaggia le tempie. «Ascolta, devo dirti una cosa.»
Alza gli occhi su di me e incrocia le gambe sul divano del nostro ufficio. «Sono tornato per te, ma anche perché ci sono delle questioni in sospeso.»

Fa un tiro, butta fuori il fumo e mi incita a continuare. «Riguarda Seo.»
Si lecca le labbra. «Cos'è? Loro l'hanno presa male, perché gli ho tagliato il cazzo?»
«No, riguarda il passato di Seo e il nostro.»

Aggrotta le sopracciglia, confuso. Spegne la sigaretta. «Il mio e il tuo?»
Annuisco. «Degli affari dei miei genitori, dei tuoi e di quello che centravano con l'alta criminalità.»

«Che cosa?»
Faccio spallucce, «non lo so, per questo sono tornato.»
Sospira. «Non si può mai stare tranquilli.»
«Poi dopo che mi hai incontrato la prima volta, dovresti averlo già capito che con me non potrai mai stare tranquillo.»

Si morde il labbro e fa un sorrisetto. «Vuoi saperla una cosa?» Chiede, mettendosi a cavalcioni su di me. «Dimmi.»
«Io, sono veramente e incredibilmente soddisfatto di quello che ho fatto a Seo. È stato dannatamente soddisfacente, vederlo così. E adesso - tocca le mie guance - nessun bastardo mi metterà mai più le mani addosso.»

«Hai fatto ciò che avrebbero fatto tutti i ragazzi che sono stati...» lascio la frase in sospeso e deglutisco, distogliendo lo sguardo. Gira il mio viso, in modo che i nostri occhi s'incontrino.
«Stuprati, Tae, che sono stati stuprati. Non è peccato dirlo, è la fottuta verità. E anche io sono stato stuprato, da Joo e da Seo. Non mi vergogno di dirlo, perché non è stata colpa mia e non ho un cazzo per cui provare vergogna.»

Sospira e fa spallucce. «Tu non puoi saperlo e sei fortunato, ma quello che Seo mi ha fatto l'anno scorso, gli si è ritorto contro. Triplicato. L'hai visto anche tu. Ci sono ragazzi che non hanno la forza di parlare, di guardarsi allo specchio, di uscire di casa per anni. Perché un figlio di puttana, ha preso possesso del loro corpo senza che loro glielo chiedessero.
È orribile, è vero e so che quando mi hai visto così ti sei sentito incredibilmente male, in colpa, provavi dolore e so quanto sia stato complicato per te realizzare il fatto che non centravi niente con la mente malata di Seo.»

Ingoio un groppo e lui aggrotta le sopracciglia.
«Perché tu sai che non è stata colpa tua, vero?»
Guardo di lato, ma lui prontamente torna a far incontrare i nostri occhi. «Vero?»
Scuoto la testa. «Rispondimi.»
«No, cazzo, non lo so» sbotto. «Perché è stata colpa mia.»

Lo tolgo da me e mi alzo, camminando verso la vetrata.
Sento le sue mani posarsi sulla mia schiena.
«Non è stata colpa tua.»
Tiro un pugno contro al vetro. «Sì, merda.»

Mi giro a guardarlo e lui scuote la testa.
«Tu hai fatto quello che dovevi e non potevi sapere quanto fosse malato» spiega, appoggiando le mani sulle mie guance.
Abbassa lo sguardo e prende le mie mani, guardando i dorsi. «Per un anno ti sei dato la colpa di tutto...Dio, non posso crederci.»

«Quando ti ho visto così, ho solo pensato quanto fossi stato egoista ad averti trascinato nel mio fottuto antro oscuro, fatto di rabbia, odio e risentimento. Io non sono mai stato quello giusto per te.»

Mi allontano e prima che possa uscire, la sua voce mi blocca. «È vero, tu non sei quello giusto. Non sei quello che sognavo da bambino, non sei il mio principe azzurro, non sei il mio prototipo di uomo perfetto e sicuramente noi sei ciò che speravo nella mia vita.»
Stringo i denti e annuisco, per poi girarmi a guardarlo. «Vedi? Non posso fare altro che lasciarti vivere la tua vita.»

«Eppure, sei stato in grado di farmi innamorare perdutamente e pazzamente come nessun altro era mai riuscito a fare.»
Lo guardo sorpreso e lui fa spallucce. «Sono stato con molti uomini e per alcuni di loro ho anche provato amore, lo provavo persino per Sook ma non erano in grado di provocarmi questa sensazione che sento al petto quando tu sei con me. Non sei perfetto, non sei il principe azzurro che sognavo da piccolo e allora? Io da bambino volevo diventare un cantante e invece sono finito a fare il sicario e a gestire un night club. Le cose cambiano. E io ho capito che tu non sei quello giusto, perché non sei altro che l'unico per me. Non esiste giusto o sbagliato, esiste solo l'unicità e tu cazzo, sei l'unico sotto ogni punto di vista.»

Stringe le labbra e sospira. «Ora chiudi quella porta di merda, togliti i pantaloni e facciamo l'amore. Non ti vedo da un anno e non mi basta il sesso di stamattina» dice.

Ridacchio e cammino verso di lui. Tira la cintura dei miei jeans e io appoggio una mano sulla sua guancia. «È stata un'ottima dichiarazione d'amore, piccolo.»
«Lo sto, ora sta zitto e strappami i vestiti. Dobbiamo recuperare un intero anno di scopate.»

Così, faccio unire le nostre labbra.

ANGEL OF DEATH 3                                                  Fallen LoversDove le storie prendono vita. Scoprilo ora