Capitolo 89

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Alzo la testa dal cuscino quando sento qualcuno bussare alla porta accanto alla mia.
E, devo dirlo, la mia schiena ringrazia.
È almeno un'ora che sono qui, a vagare nella mia stanza come un dannato, non facendo altro che alzarmi e tornare seduto, sdraiarmi e rimettermi in piedi.
Non fumare è difficile, e ci sto provando solo da poco più di trenta minuti.

Mor è stato al telefono con me per parecchio, non so come avrei fatto senza di lui.
Mi ha aiutato a calmarmi, per poi metterci a parlare di... tutto, in pratica.
Del nuovo gioco che ha inziato, di Lev che fa il coglione, di Kuroo ancora più stupido di lui, di Asahi, di serie TV che sta guardando...
È stata una conversazione utile.
Gliene sono grato.

Poi però lui è dovuto tornare alla sua vita.
E dal rumore dei cardini della porta di Kaede, tocca anche a me farlo.
《Ei, amore, è ora di pranzo》sento da dietro il muro.
《Arrivo!》esclama la piccola.
Che poi ormai tanto piccola non è più, ma non diciamolo a nessuno.

La bambina però è sveglia, e questo lo sapevo.
《Prima ti ho sentito litigare con il fratellone, cos'è successo?》domanda subito a nostro padre.
Stretta al cuore.
Non voglio che ci rimetta lei nei miei casini.
Non voglio farla soffrire.
《Ecco...》mormora quello.
Esco dalla stanza.

Lei mi vede.
《Yuu, sei qui!》mi saluta subito, attirando l'attenzione dell'adulto.
Non riesco ancora a guardarlo negli occhi.
Attimo di silenzio.
《Io vado giù, okay? Vedete di fare pace》ci ordina, per poi allontanarsi.
Mi porto al fianco di papà.
《È davvero grande》inizio la conversazione io.
《Già...》lo sento sussurrare.

Prendo un respiro profondo.
《Comunque scusa per prima. Non volevo urlarti addosso》il mio tono è basso e sentito.
Anche lui sospira un po'.
《E io non volevo e non dovevo dirti cose del genere. Mi dispiace》metto su un sorrisetto quasi ironico, allungando gli occhi sulle mie braccia.
《Non sono state simpatiche, già》

Mi porta una mano sulla spalla.
Alzo finalmente gli occhi su di lui.
《Abbiamo sbagliato entrambi, sembra》annuisco.
《Esattamente》emetto, per poi vedermi puntato uno sguardo serio contro.
《Ma sappi che una punizione non te la toglie nessuno》mi scappa una risata, cosa che porta le sue labbra a stendersi in un sorriso malamente trattenuto.
《Ci avevo sperato》scherzo io.
Quello alza gli occhi al cielo.
《Scendiamo ora, ci aspettano》

☆☆☆

La punizione alla fine consiste nel non poter uscire.
O meglio.
Posso farlo, ma in modo talmente limitato e controllato che mi è anche passata la voglia.
Così, in questa settimana, ho riscoperto l'uso del cellulare per qualcosa di diverso da Instagram e Tiktok.

Sono stato ore e ore in chiamata con Ryu, ad esempio.
Abbiamo giocato online finché non ci siamo stancati, abbiamo discusso delle sue tecniche di approccio per Kyoko, sul quando farci risistemare i capelli...
Insomma, di tutto e di niente.
È stato piacevole, tutto sommato.
Era un po' che non passavamo così tanto tempo insime, tra i suoi e -devo ammetterlo- soprattutto i miei impegni.

Sono stato molto con Asahi e non abbastanza con lui.
Ma questo Ryu non me l'ha mai fatto notare.
Mi ha raccontato di aver passato tempo con Ennoshita e il suo gruppo, di aver insegnato a suo cugino a giocare a pallavolo, di essersi allenato e mai una volta mi ha fatto pesare la mia assenza.

Sono io che mi sento in colpa.
E anche tanto.
Sono a finito per trascurarlo, e questo mi dà fastidio.
Ma come mi ha rassicurato Hitoshi più volte, è ancora l'inizio della mia prima storia, imparerò come gestire i tempi.
Prima o poi.
Spero.

E, a proposito.
Ho parlato tanto anche con lui, anche se la maggior parte del tempo per messaggi.
Si è complimentato per essermi messo con un ragazzo, perché le ragazze sono folli e quando hanno il ciclo puoi iniziare a nasconderti.
Cioè, lo so che non lo pensa -non credo almeno- ma quella volta c'era Yumi presente e voleva prenderla per il culo.

Behind your smile 2 ~AsanoyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora