La mattina dopo la lucina lampeggiante delle notifiche non la sorprende nemmeno un po'.
È abituata a ricevere decine di messaggi, e spesso non li legge nemmeno prima di sedersi alla scrivania, tanto la stragrande maggioranza sono questioni di lavoro.
Quel mattino non fa eccezione, tanto più che si è ricordata di mettere in carica il telefono quando era già quasi mattina e stava andando a letto dopo aver finito di sviluppare tutte le foto. Sicuramente sono arrivati anche messaggi arretrati di ieri, li guarderà più tardi.
Prima si dedica alla colazione, poi alla piantina che ha comprato il giorno prima. Ha acquistato anche un bel vaso di terracotta laccato di arancione, e non vede l'ora di arricchire il suo angolino di succulente col nuovo acquisto.
Ama i cactus, così irti di spine e difficili da avvicinare ma con un cuore morbido, se si riesce a raggiungerlo. Ci si immedesima molto.
"Ma tu non hai solo spine" la rimprovera spesso sua madre "tu hai file e file di reticolato. Come farai a trovare un uomo, figlia mia, se tieni tutti a distanza così?"
Ogni volta che affrontano l'argomento, lei e sua mamma finiscono per discutere.
"Non mi interessa fare avvicinare qualcuno, mamma. Sto bene così"
Insomma, bene.
Bene bene forse no, ma era arrivata a un buon compromesso.
Si faceva bastare la sua vita, le soddisfazioni professionali avevano preso il posto di quelle personali e si era costruita addosso un guscio resiliente, sotto al quale vivere senza dover aver costantemente paura di deludere qualcuno o, peggio ancora, farlo soffrire.C'era stato un tempo in cui si era sentita invincibile, aveva sognato di poter diventare un punto di riferimento, e che il suo nome avrebbe risuonato a difesa della giustizia e sarebbe stato sinonimo di integrità e correttezza a e onestà.
Ma era stato prima di Thassel Group e prima di...
"Ahia!" una delle spine della nuova arrivata l'ha trafitta e ha aperto un taglio bruciante sulla punta del dito.
Prima di farsi male, appunto.
E di scoprire come era facile farne agli altri.
"Adesso ti metti qui e stai buona" sorride di sé stessa, e della sua buffa mania di parlare alle piante "E vedrai che imparerai a stare per conto tuo e scoprirai che la tristezza della solitudine è nulla in confronto al rischio di ferire chi hai intorno"
Dalla terrazza raggiunge il bagno, per mettersi un cerotto e farsi la doccia, e prima che torni in cucina, già pronta per uscire è passata un'altra mezz'ora buona.
Il telefono è l'ultima cosa che prende quando è già di fronte alla porta d'ingresso, pronta per uscire. Lo sblocca, più per abitudine che per altro ma quando guarda i messaggi WhatsApp che sono arrivati per poco il cellulare non le cade dalle mani.
Non ha la minima idea di come sia potuto succedere, ma...c'è il volto di Filippo, in una delle notifiche e per un attimo la tentazione di cancellare tutto e bloccare il numero è grande al punto da provocarle un piccolo capogiro.
Ma tra le tante cose che ha imparato in quegli anni è certe cose non puoi mai cancellarle del tutto, perché il modo di tornare a galla lo trovano sempre, quindi prende un respiro e apre la chat.
"Ti ho riconosciuta subito, non sei cambiata affatto"
È sempre stato un bravo avvocato, sa mentire in modo convincente
"anche se non ricordavo ti occupassi di fotografia. Vorrei vederla quella che mi hai scattato. Mi piacerebbe davvero, perché anche a me il tuo nome ha portato indietro a un tempo felice, pieno di sogni e di speranze.
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Istantanee
FanfictionPuò una foto, scattata per caso, riportare alla mente ricordi che nemmeno più si sapeva di avere? E possono quei ricordi indurci a compiere azioni che mai avremmo immaginato di avere il coraggio di fare? Verrebbe da dire no, a entrambe le domande. E...