Capitolo 13

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“Alle riprese ci pensi tu allora?”
Davide, il smm che la Corrente ha affiancato a Filippo le fa segno col pollice e un sorriso schietto sale ad illuminargli gli occhi azzurrissimi.
Anche Sara sorride, c’è intesa con Davide almeno quanto non ce n’è con Pier, quindi è certa che farà un lavoro eccellente, lei può dedicarsi ai suoi scatti senza altri pensieri.
Torna sui suoi passi, dove aveva pensato di prendere posto, per attendere Filippo e, macchina fotografica alla mano ricontrolla per l’ennesima volta che tutto sia come deve essere.
La posizione è perfetta, riesce a inquadrare  completamente l’ingresso dell’ampio salone e anche le condizioni di luce sono eccellenti. Ci sono svariati colori sullo sfondo ma predomina il rosso che con il grigio fumo del suo abito ed il blu acceso della sua cravatta creano un mix assolutamente perfetto.
Comincia a scattare da quando lo vede arrivare, il passo elastico ma non troppo veloce, un braccio dapprima ripiegato verso il petto poi lasciato mollemente ricadere, così come fluide e con un che di intorpidito e soddisfatto insieme sono le movenze, come se ancora il respiro non si fosse acquietato e le ultime stille di piacere ancora non lo avessero del tutto lasciato, ancora gli gonfiassero muscoli e tendessero sensi e terminazioni nervose. E quando sorride, davvero, glielo si legge in faccia.
Sara deve abbassare la macchina fotografica e provare a placare il rossore che, è sicura, è salito a colorarle le guance. Il ricordo di quanto hanno condiviso a letto, solo poche ore prima, è dipinto con così tanta chiarezza sul volto di Filippo che lei stessa risente il piacere infiammarla e renderle le gambe molli e la carne umida. Respira profondamente una, due volte ma il gemito rauco di lui ancora le risuona dentro e aggiunge una vibrazione insistente al formicolio che già le pulsa nel ventre, e trattenersi, dal socchiudere le labbra e chiudere gli occhi, lasciandosi andare al ricordo di ciò che le sue dita le hanno procurato, è difficile al punto da causarle un piccolo capogiro.
Ci riesce, e torna a cercarlo attraverso l’obiettivo che ora si concentra sulle sue mani, impegnate a giochicchiare col microfono che gli hanno fornito e di nuovo immagini proibite di quelle stesse mani a giocare con ben altro la eccitano al punto che deve mordersi le labbra fin quasi a farle sanguinare.
Deve assolutamente parlargliene, di quel suo modo di porsi, maledetto lui e la voglia che le sa accendere addosso, che è sempre più difficile da controllare.

Riesce ad affrontare l’argomento poco più tardi, al buffet organizzato dagli ospiti. Filippo è concentratissimo a scegliere ciò che vuole assaggiare, Sara invece che ha ancora la gola secca dal desiderio di lui, ha preso solo un bicchiere colmo di coca cola.
“Dobbiamo parlare del tuo modo di camminare”
Lui la guarda sorpreso, un’espressione talmente genuinamente preoccupata sul viso che Sara vorrebbe sparissero per magia tutti quelli che stanno loro intorno per baciarlo fino a che entrambi non abbiano più fiato.
“Cos’ha che non va il mio modo di camminare? Si vede che mi fa male la schiena? Cerco di sembrare più sciolto che posso ma …”
“La schiena non c’entra niente, si vede ben altro!”
Sara si nasconde dietro il bicchiere di coca cola, da cui ha bevuto un sorso per darsi un contegno, la faccia meravigliata di lui che sta per ucciderla di voglia e risate al tempo stesso.
“E che cosa si vede, Dio Santo?”
Sara deve fare uno sforzo immenso, che  labbra socchiuse e piccole rughe sulla fronte sta per sbatterlo contro il muro e strappargli la camicia, seduta stante, gente o no.
“Si vede tutto quello che abbiamo fatto a letto. Tutto, ogni cosa. Ti si può leggere in faccia tutto. Tutto”
Beve un altro sorso, ma nemmeno il ghiaccio sciolto nella bibita riesce a placarla. Si sente avvampare come se fosse percorsa dalla fiamma viva e il sorriso sornione che increspa le guance di lui le dà la misura di quanto sia arrossita.
Filippo, un piccolo fuoco acceso nelle pupille ambrate, gli si avvicina con fare noncurante e allaccia gli occhi ai suoi, come un magnete a cui non è possibile resistere
“Anche sulla tua faccia, in questo momento si legge ogni cosa, nei minimi particolari, anche quante volte hai…”
L’ultima parola gliela sussurra nell’orecchio, un suono sensuale e bagnato che per poco non le fa cadere il bicchiere dalle mani.
“Che, per inciso, per me non sono assolutamente sufficienti”
Poi si allontana e inghiotte in un sol boccone uno degli stuzzichini che ha nel piatto. Il sorriso gli si allarga, diabolico ed irresistibile e a Sara tremano forte le gambe, perché no, dannazione, di quell’uomo e di notti come quelle che hanno appena vissuto deve ammettere che anche lei non ne ha mai abbastanza.



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