Sara si concede un piccolo sbuffo e un sorriso mesto, mentre preme lo sblocco del portoncino verde scuro che ha davanti. A Francesca non riesce mai a dire di no, proprio mai. E, a dirla tutta, stavolta ha ceduto anche volentieri, che quello che la attende in ufficio, a Chigi, è talmente difficile da dover affrontare che una piccola dilazione temporale in fondo le fa addirittura piacere.
Entra con determinazione nell’edificio che ospita i locali della fondazione e la scopre già al lavoro, seduta alla scrivania a cui, il mercoledì incontrano le persone.
Sara non riesce a trattenersi dal guardare con mestizia il posto vuoto accanto a quello della sua amica, quello che era il suo, solo poco meno di un anno prima e che presto suo tornerà ad essere.Lo stomaco le si stringe: Filippo non ha risposto a nessuno dei suoi messaggi né l’ha chiamata o ha risposto alle telefonate che lei gli ha fatto. Entrambi i suoi telefoni hanno suonato a vuoto, lungamente, e le chat sono rimaste mute.
In compenso ha ricevuto decine di messaggi di Pier a reclamare con insistenza il suo rientro al lavoro e un po’ prima della mezzanotte le è arrivato addirittura un vocale in cui il portavoce dell’ormai ex Presidente del Consiglio, decisamente ubriaco, gli biascicava entusiasta il fatto che sussistesse la ferma volontà di rimettere Filippo al governo, a capo di una nuova coalizione.
Quando, verso le due della notte appena passata si era rassegnata alla stanchezza e aveva dato un’ultima occhiata alle agenzie prima di andare a dormire, il volto risoluto di Filippo ed il suo “caro Matteo” insieme alla sua stretta sulla spalla di Perduti, occupavano ogni istante dei tg.
Ed il livello di popolarità del Presidente Bardi, per quelle strane combinazioni che sono di fatto l’anima della politica, non era mai stato così alto.Sospira mentre si avvicina alla postazione della sua amica. Sa perfettamente cosa fare, anche se solo a pensarci già le si spezza il cuore, ma dovrà farlo.
Lascerà il suo lavoro di assistente, e parlerà con Filippo. Gli dirà del bambino e gli dirà che intende tenerlo perché è figlio di un amore che lei prova e in cui ha sperato e creduto con tutta sé stessa.
Anche se è nei fatti che non esiste, se non per lei.Ricaccia con decisione le lacrime -non deve piangere, non quella mattina- e raggiunge Francesca. L’altra, sentendola arrivare alza la testa dal portatile, per poi chiuderlo velocissima, quasi non volesse farle vedere cosa sta facendo. E anche il portatile a Sara pare riconoscibile, giurerebbe che sia…
“Oh eccoti qui. Che brutta faccia che hai”
“Ciao a te e buongiorno. Considerando che la mia vita è appena andata in pezzi e che la nausea mi ha svegliato alle cinque, direi che era difficile avere una faccia differente. Comunque, che c’è? Cos’è che devo assolutamente vedere io e che non puoi risolvere tu?”
La telefonata di Francesca l’ha colta quando era già sulle scale. Devi venire assolutamente qui, subito, è una cosa che puoi gestire solo tu. Una questione di vita o di morte. La solita esagerata.
“Fra?” Sara è sul punto di spazientirsi, perché non solo Francesca non le risponde, ma le pare ostenti un daffare che non ha, un impegno esagerato per non capisce bene cosa.
Finalmente -e giurerebbe di averne colto un sospiro quasi scocciato- alza gli occhi dalla pila di fogli che si sta ostinando a mettere in ordine e le indica la stanza che adibiscono a piccolo archivio.“È tutto sul tavolo di là” si raddrizza impercettibilmente gli occhiali, poi torna rapidamente ai mucchietti ordinati di documenti ”è roba tua, ci puoi mettere mano solo tu”
Consapevole che non riuscirà a cavarle niente altro, Sara si rassegna a verificare di persona e si affretta a raggiungere lo stanzino che Francesca le ha indicato.
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Istantanee
FanfictionPuò una foto, scattata per caso, riportare alla mente ricordi che nemmeno più si sapeva di avere? E possono quei ricordi indurci a compiere azioni che mai avremmo immaginato di avere il coraggio di fare? Verrebbe da dire no, a entrambe le domande. E...