"Sono davvero felice che tu abbia accettato"Sara sorride, la guancia premuta contro quella di lui per un bacio leggero. Profuma nello stesso modo di allora, vent'anni si dissolvono in un soffio.
È felice anche lei.
Anche se ancora non ha capito del tutto perché lo abbia fatto, perché abbia deciso di sparigliare le carte del proprio destino così.Era stata sicurissima che la cosa giusta da fare fosse rispondergli scusandosi per l'accaduto e declinare l'invito.
Ci aveva pensato per tutta la sera, da quando aveva lasciato Francesca fino al momento di andare a dormire, poi si era guardata allo specchio, e si era vista davvero, per la prima volta da chissà quando.
Lei, i suoi primi fili argento nel biondo spesso dei capelli e il suo sorriso che ancora aveva voglia di illuminare gli occhi scuri.E aveva detto sì, al diavolo. Torniamo a quel punto lì, vediamo che succede.
Hanno deciso di vedersi in un ristorante del centro che in quella serata di fine febbraio azzarda già a servire gli aperitivi all'aperto.
Ci sono i camini scuri a spargere calore e un cielo che vira all'amaranto bello da togliere il fiato.Lui è sempre lo stesso: elegante e garbato, lo stesso sorriso appena appena impreziosito di qualche nuova ruga.
Il fisico ha perso un po' dell'asciuttezza di un tempo a discapito di una possanza discreta e sensuale. Si muove come una pantera esattamente come allora e della pantera ha conservato carisma e compostezza.I primi minuti sono per entrambi difficili, carichi di un silenzio lungo vent'anni e gonfi delle alterne necessità che li hanno portati a quell'incontro
Ci prova Sara a spezzare quell'incantesimo imbarazzato che li avvolge.
Recupera una busta dalla borsetta e ne estrae la foto che gli ha scattato. L'ha sviluppato in bianco e nero, il mood che preferisce, quello che secondo lei vede più nel profondo."Ti ho portato questa" sorride e gliela spinge vicino, sul vetro del tavolino.
Lui la guarda attento poi solleva gli occhi e risponde al sorriso. "Sei bravissima, è davvero una bella foto. Hai catturato la serenità che avevo dentro."
Sara sorride e non può impedire a un piccolo moto di orgoglio di gonfiarle il petto
"È per quello che mi piace la fotografia. Mi aiuta a capire le persone, a connettermi con loro. E mi piace pensare che quando guarderai questo scatto ricorderai di essere stato bene in quel momento."
Lui annuisce
"È vero, sto sempre bene quando sono con Marco."
"Marco?"
Stavolta è il turno di Filippo di sorridere e lasciare che amore ed orgoglio gli accendano lo sguardo in egual misura.
"Mio figlio, il ragazzo che era con me."
"L'ho immaginato, in effetti, vi assomigliate molto"
Lo sguardo di lui si fa liquido, e tradisce un'emozione davvero inaspettata.
Le racconta di quel figlio che è tutto ciò che rimane di un matrimonio finito, che sembra avergli lasciato un po' di amarezza, di quella che ci resta addosso quando scopriamo di essere molto meno perfetti di come pensavamo.
"A volte ho la sensazione che sia lui la sola cosa davvero buona che ho fatto nella vita" sospira, alla fine, le dita a giocare nervose con il porta-tovaglioli.
Sara scuote la testa.
"A leggere il tuo curriculum non si direbbe..."
Le regala una delle sue alzate di sopracciglio e un'espressione sorpresa
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Istantanee
FanfictionPuò una foto, scattata per caso, riportare alla mente ricordi che nemmeno più si sapeva di avere? E possono quei ricordi indurci a compiere azioni che mai avremmo immaginato di avere il coraggio di fare? Verrebbe da dire no, a entrambe le domande. E...