Quando le porte dell'ascensore si spalancano Filippo è lì ed entra veloce, schiacciando immediatamente il pulsante che li farà salire al suo appartamento.
Una frazione di secondo dopo che le ante si sono richiuse già la stringe tra le braccia: un abbraccio stretto e avvolgente, quasi soffocante nella disperata richiesta che porta con sé.
Nessuno dei due parla: non Sara che, gli occhi chiusi, preme appena la fronte nel collo di lui e ne respira il retrogusto amaro della paura e dell'abbandono, mischiato alla stanchezza e al sollievo di stringerla nuovamente e non Filippo che, le labbra perdute tra i suoi capelli ringrazia ogni divinità esistente per averla guidata nuovamente da lui, che senza quella pelle, quel respiro e quella limpidezza di pensiero non saprebbe più come incasellare nel giusto susseguirsi nemmeno i respiri.
Parlano per loro i loro battiti che si sono ricalibrati perfettamente nel momento esatto in cui la pelle ha sfiorato la pelle. Parlano e raccontano di scuse e promesse. E di necessità vitale, quella di non stare mai più distanti.
Non la lascia uscire dal suo abbraccio nemmeno mentre apre la porta dell'appartamento, né nella spaziosa anticamera, né nel bagno in cui apre l'acqua nella doccia e abbassa le luci, per non ferirle gli occhi affaticati e segnati di scuro e sempre tenendola stretta le bacia lieve le palpebre chiuse, le ciglia tremanti e sfinite, la tempia fredda e pallida, lo zigomo, su cui attarda le labbra mentre il corpo si muove appena, quasi seguisse una nenia dolce, che possa cullare stanchezza e tormento, quello che le sente addosso e di cui sa essere la causa.
Si discosta solamente da lei lo stretto necessario per cominciare a spogliarla lentamente, sbottonando i bottoni ad uno ad uno, sganciando con cura ganci e fermagli e facendole scivolare di dosso ogni indumento con la stessa cura che userebbe per maneggiare un drappo di seta prezioso posto ad ornare un cristallo fragile e inestimabile.
Quando non ha più che da scioglierle i capelli si spoglia anche lui, poi una mano sale ad aprire il fermaglio e le dita si immergono nella morbidezza folta e setosa per tirarsela nuovamente addosso e con lei, premuta forte contro tutto il suo corpo, cerca il getto caldo dell'acqua.
Non serve a nessuno parlare, entrambi sanno che quell'acqua laverà via dai loro corpi la solitudine delle ultime ore e le goccioline, insinuandosi tra loro li faranno ancora di più diventare una cosa sola, fragili e impercettibili ponti a renderli indivisibili.
Si lavano piano l'un l'altra, e a ciascuno i gesti chiedono reciproche scuse e domandano promesse differenti ma uguali.
Non ferirmi più, non deludermi mai, non perdere mai te stesso. Non ti lascerò andare mai più, non te lo permetterò mai più. Non vorrò mai più andarmene, non volevo nemmeno stavolta, ma non posso tradire me stessa, tradirei anche te. Non so se saprò non ferirti, ma tu resta comunque, resta per sempre. Non so se saprò farlo ma per sempre potrebbe cominciare stanotte, o potrebbe non cominciare mai.
Forse ci sono lacrime, sui volti di entrambi, e forse ci sono singhiozzi nel fondo delle loro gole quando le bocche tornano a esplorarsi. Forse c'è bisogno di trattenerla e di fermarsi, e necessità di promettersi reciprocamente nel solo modo che non può essere negato né da parole né da atti, quando lui le entra dentro imperioso, spingendola contro le piastrelle che l'acqua ha reso bollenti. E forse ci sono richieste di scuse per errori che ancora non sono stati commessi e speranza che non ci saranno più sbagli in ogni affondo e in ogni gemito. O forse c'è semplicemente il bisogno di cancellare quelle ore scure e disperate ed annullarsi, sciogliendosi insieme, respirando insieme, scivolando insieme sul pavimento, senza più forze e senza più paura.
"Non andartene più"
"Non darmene più la possibilità"
Siccome la prossima settimana sono sicura di non riuscire ad aggiornare vi lascio questo piccolo bonus, che magari vi aiuterà a non scordarvi di Sara e Filippo.
Un ringraziamento va a Mistress70, preziosa consigliera in ambito musicale.
A tutt*voi un caro augurio di un sereno periodo pasquale. ❤️
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Istantanee
FanfictionPuò una foto, scattata per caso, riportare alla mente ricordi che nemmeno più si sapeva di avere? E possono quei ricordi indurci a compiere azioni che mai avremmo immaginato di avere il coraggio di fare? Verrebbe da dire no, a entrambe le domande. E...