Questa è la mia prima partita seria dopo l'incidente, mi ci è voluto un mese di allenamento intensivo per poter riprendere a giocare come una volta. Non mi è importato nulla del caldo asfissiante di metà luglio, è l'unico posto in cui riesco a sfogare tutto il macigno che mi trascino dietro
Proprio per questo quando l'arbitro fischia l'inizio, il macigno si sgretola in innumerevoli granelli di sabbia che si innalzano in un tornado di ferocia, e dopo essersi materializzati nella mia massa corporea prendono a giocare senza tregua.
Mi sento invincibile, una forza inarrestabile che riesce a placcare chiunque, permettendo alla mia squadra di totalizzare punti su punti in soli quaranta minuti.
"Pulce mò ce penso io a te, non te la faccio passà liscia."
Così esordisce il mio avversario, ma guarda te questo manco è entrato e già si sente chissà chi. Se lui pensa di non farla passare liscia a me, non ha capito nulla, mi sa che è proprio il contrario.
"E fammi vedere stronzo!"
Per gli altri quaranta minuti lui si occupa solo di me ed io mi occupo solo di lui, dandoci tanto filo da torcere.
Forse lui me ne dà un po' di più.
Sembra che stia nel mio cervello, che
conosca perfettamente il mio corpo e le sue azioni. Prevede ogni mia mossa e la anticipa, arriva prima di me in qualsiasi posizione in cui avevo previsto di collocarmi, mi placca prepotentemente anche solo quando sto solo pensando di avanzare.Nonostante il mio evidente fallimento finale vinciamo, e per la prima volta dopo tanto tempo sono felice.
Mi sento ancora più felice quando una volta rimasto da solo in spogliatoio sento bussare alla porta, ed in quel momento non mi maledico più per esser lento a fare la doccia.
"Simone giusto?"
Fa capolino dalla porta uno dei ragazzi più belli che io abbia mai visto prima. Sembra più alto di me, il che è tutto dire, ha folti capelli lisci di un castano tendente al biondo a cui sinceramente non saprei associare un colore preciso, e degli occhi verdi che se mi dicesse che l'hanno partorito gli smeraldi non mi stupirebbe.
Mi avvicino per presentarmi e soprattutto per guardarlo meglio."Ci conosciamo?"
"Non mi hai riconosciuto pulce? Sono lo stronzo di prima"
No che non l'ho riconosciuto, tra la divisa, la fascetta, il sudore, e la vista appannata dai placcaggi, chi se n'era accorto che giocavo contro un adone.
Si passa la mano tra i capelli e si lascia andare ad una breve risatina, certo che mi deride questo prima mi ha fatto il culo.
Ma cosa è venuto a fare, ad umiliarmi? Se non avesse un sorriso del genere, fuori da ogni parametro di normalità, già gli avrei spaccato il muso.
"Embè che vuoi?"
"Piacere, Alex." mi porge la mano.
"Piacere, il mio nome già lo sai. A proposito come fai a saperlo?" gliela stringo.
"Ti ho visto prima che iniziasse la partita, ho chiesto ai miei compagni."
"Per rompermi le palle durante il secondo tempo?"
"Per romperti le palle durante il secondo tempo e per dirti che adesso ci andiamo a prendere una birra insieme."
Simone togliti st'espressione da furetto rincoglionito dalla faccia e pensa ad una risposta nel giro di due secondi altrimenti il primo ragazzo che hai rimorchiato nella vita ti piscia ancora prima di averci provato!
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Quello sguardo
FanfictionTre mesi dopo l'incidente Simone deve fare i conti con la realtà, il costo è di dover reprimere i propri sentimenti. Lui che si era sempre sentito difettoso per l'incapacità di amare, adesso è costretto a smettere pur di essere felice. Manuel però...