"No, Manuel è impegnato, giusto?"

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"Non mi aspettavo di rivederti così presto."

Al mio fianco Manuel curioso, davanti a
me Alex sorpreso.

Ma quando gli ho permesso di entrare in campo con me, inconsapevolmente quante sostanze allucinogene mi sono calato?
No, perché credo che questa sia una delle situazioni più assurde e imbarazzanti dei miei diciassettenne anni, mi ci sono ingabbiato da solo e l'unica risposta celebrale che riesco a partorire in tempo zero è la pietrificazione.

"Nemmeno io."

Okay, o gli alieni si sono impossessati delle mie facoltà mentali oppure sono un caso da laboratorio, mi sa che stasera faccio due chiacchiere con mamma, non si sa mai che a Glasgow stanno studiando una cura per la caoticità acuta da cui sono affetto.

"Ma se sei venuto tu qui."

Guarda Alex sono felice che ti stai facendo una risata, almeno qualcuno qui è contento, perché per quanto riguarda me ecco vorrei soltanto rubare la moto di Manuel ed andarmi a schiantare sulla tangenziale, e c'è da preoccuparsi che quando lo penso poi lo faccio veramente.

"Ma non è che sono venuto qui per rivederti. Oddio suona malissimo detta così, perdonami. Io volevo intendere che avevo voglia di rivederti ma non sono venuto qui per farlo. Aspetta non ha senso, te lo rispiego di nuovo..."

Mentre sparo una marea di cazzate quello che mi rincuora è che la sua espressione non cambia di una virgola, rimane piacevolmente divertito con un ghigno da ebete stampato in volto.

Qualcosa mi suggerisce che è già cotto di me, che sensazione strana sentirsi voluto.

Vengo interrotto dalla terza voce del coro, quella che fino ad adesso era stata muta ad osservarmi con fare interrogatorio e sconvolto.

"Ma che cazzo stai a dì Simò? Ma te senti bene?"

E faceva meglio a starsi zitto!
Ma il proverbio non diceva che chi si fa i fatti suoi campa cent'anni?
Mi sa che vuole morire giovane, perché dopo facciamo i conti.
Giuro anche che la prossima volta che ci prova con una tipa gli faccio fare una delle figure di merda più magistrali della storia, si pentirà amaramente di avermi messo in ridicolo.

Non riesco nemmeno ad aprire bocca che inaspettatamente si crea la duplice alleanza nella giornata santa del prendiamo per il culo Simone Balestra.

"Presumo tu sia un suo amico, va in tilt spesso? Avvertimi così mi tengo pronto."

"In un modo tutto suo sta cercando di dirti che era da me a studiare, lo stavo riaccompagnando a casa ed ha visto il campo, quindi si è voluto fermare per cercarti."

Bene, facciamo iniziare questa frequentazione con una bugia bella e buona, per altro inventata di sana pianta dal terzo in comodo, quello che sfortunatamente alloggia nella mia testa ormai da mesi.
Mi sembra un buon modo, soprattutto originale!

"Grazie per la spiegazione... me lo hai detto come ti chiami o mi sono dimenticato?"

"No, non te l'ho detto."

"Va bene... io sono Alex, piacere." gli porge la mano.

"Manuel." gliela stringe, forse un po' troppo forte.

Manuel io lo capisco perfettamente che hai le doti di socializzazione di una iena imbestialita, ma almeno dillo "piacere" che non costa niente.
Se è vero quando dicono che gli amici di cui ti circondi in qualche modo dovrebbero rispecchiare ciò che sei, allora Alex mi ha appena inserito nella categoria dei maleducati.

Ma lui sembra sorvolare anche su questo, con uno scatto repentino si rivolge nuovamente a me.

"Simo, io ho altri dieci minuti di allenamento, ti va di aspettarmi?"

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