"Questa volta non interrompermi."

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Si dice che il tempo abbia un potere salvifico, più passa e più è capace di guarire, non importa a quale teoria su esso si scelga di credere, che sia lineare o circolare il tempo rimargina le ferite, una sorta di potere invisibile che agisce inesorabilmente aldilà del proprio volere.

Allora io in tutti questi giorni mi sono lasciato abbracciare dal tempo, nella speranza che potesse lenire il dolore per quanto possibile e un po' ci è riuscito.

Rintanarmi a letto ha smesso di essere una trappola perenne, l'esigenza di piangere da costante si è trasformata in saltuaria, l'ansia martellante del doverlo rivedere si è smorzata in un'abitudine poco piacevole ma fattibile e all'impazienza di aspettare lui ho sostituito la voglia di ritrovare me stesso.

Tutto è cominciato avvicinandomi ai libri polverosi ammucchiati sugli scaffali di casa mia, così che ho scoperto che divorare pagine e pagine valicando tra vite altrui mi fa sentire meno solo su questa terra e tanto compreso.

Sarà stata poi la rabbia del leggere l'impotenza degli esclusi a spingermi ad agire per aiutare, per cui ho intrapreso un percorso di volontariato abbastanza variegato in cui mi occupo principalmente di insegnare l'italiano ai migranti di terre lontane, che patiscono la guerra e la miseria tangibile, non come la mia che a confronto è niente.
È vero c'è sempre chi sta peggio, ma tastare queste realtà ti offre la possibilità di cogliere le fortune di cui non ti sei mai reso conto perchè ti apparivano come scontate.

Ogni progresso l'ho raccontato a Jacopo, tutti i giorni sono andato al cimitero portando un fiore di colore diverso, mi sono seduto di fianco alla sua foto e gli ho parlato delle cose belle successe nelle ore precedenti, in quelle divertenti mi è sembrato spesso di sentirlo ridere di gioia per la mia vita che è anche la sua, perché lui anche se non esiste più, c'è e sta al mio fianco.

Il tempo quindi sulla tristezza ha funzionato, ma l'amore non vuole sentire ragioni, persiste prepotentemente, la sua fiamma non riesce a spegnersi.
Mi concedo di alimentare il fuoco solo durante gli allenamenti di rugby, quando la testa è sgombera e mi spoglio delle forze che normalmente lo placano.

Un po' come oggi in questo spogliatoio vuoto in cui mi rivesto lentamente, ma a richiamarmi all'attenzione giunge una voce.

"Simone una persona ha lasciato un pacco per te." è Davide, il mio compagno di squadra.

"Di che si tratta?" saranno sicuramente le pettorine nuove che ho ordinato.

"Non lo so però questa persona mi manda a chiederti di aprirlo subito, dopo ti aspetta sugli spalti. Ci vediamo lunedì Simo." va via.

Nello spogliatoio vuoto adesso non ci sono solo io ma davanti a me anche questo pacco rivestito con carta regalo per bambini e una curiosità infinita, probabilmente è solo un dono da parte dei miei piccoli studenti.

Quando lo apro all'interno trovo un
pupazzetto a forma di dinosauro e una lettera.

"Tra un paio di ore sono esattamente ventiquattro giorni che non mi rivolgi una parola, tanto meno uno sguardo, forse non mi sfiori nemmeno col pensiero e questa cosa mi sta uccidendo.
Sono consapevole di non meritare nulla da parte tua, ho commesso così tanti sbagli, ma concedimi l'ultima possibilità per poterti parlare.
Se non vuoi farlo per me, fallo per questo dinosauro.
Ti ho mai raccontato la sua storia?
Una notte di tredici anni fa non riuscivo a dormire e iniziai a correre per tutta casa come un matto, presi in piena testa lo spigolo del tavolo da cucina e io e mia madre corremmo in ospedale per un trauma cranico.
Quella stessa notte in ospedale c'era anche tuo padre perché Jacopo si era sentito male per la meningite.
E' così che si sono conosciuti i nostri genitori, rincuorandosi del terrore di perdere i propri figli.
Dopo poche ore, io ero fuori dalla sala dottori tra le braccia di mamma, tuo fratello invece era volato via lasciando solo tuo padre con il suo giocattolo preferito tra le mani, un dinosauro.
Io non notai il dolore negli occhi di tuo padre, non sapevo neppure cosa significasse la parola morte, ma quel dinosauro mi colpì, nonostante possedessi pupazzi molto più belli.
Mi piacque così tanto che tuo padre decise di regalarmelo, da quel momento l'ho custodito per tutto questo tempo come la cosa più preziosa che esista al mondo, il motivo non l'ho mai compreso a pieno fino a che non sei arrivato tu.
Io della tua esistenza non ne avevo idea e probabilmente non ne avrei mai avuta se dodici anni dopo non mi avessero bocciato. Se avessi avuto un po' più voglia di studiare non saremo finiti in classe insieme e non saremo mai stati noi, non oso immaginare quanto sarei stato vuoto senza te se gli avvenimenti non avessero seguito il loro giusto percorso.
Sai non ho mai creduto al destino ma non riesco nemmeno a concepire che sia stata solo una coincidenza essermi trovato tredici anni fa in quell'ospedale con tuo fratello e dodici anni dopo seduto in un banco accanto al tuo.
Mi piace pensare che sia stato Jacopo a legare me e te in questa vita che non ha potuto vivere, affinché nessuno dei due navigasse solitario nella mancanza.
Ti prego, non lasciarmi annegare nel silenzio."

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