Attimi di attesa

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Mentre aspetta di vedere Manuel, Simone non riesce a calmare il suo cuore che batte all'impazzata.

Il nervosismo prende il possesso del suo corpo e gli fa tirare un pugno sul muro, facendogli uscire sangue dalle nocche.

Mentre Simone cerca di curare le piccole ferite sulla mano, Dante improvvisamente sbuca in salotto.

"Cos'è successo? Ho sentito un rumore"

"Niente papà. Niente. Voglio stare da solo"

Dante prende posto su una sedia e si schiarisca gola.

"Sono tuo padre Simone. Se ti è successo qualcosa vorrei che me lo raccontassi"

Simone sbuffa e si copre il viso con le mani.

"Non capiresti"

Dante sorride.

"Farò del mio meglio"

Simone appare prima titubante e poi si fa coraggio.

"Si tratta di Manuel"

"Che ha combinato?"

"Niente. Non ha combinato niente.
Il problema è che non sa che cosa vuole. Mi fa uscire pazzo"

"Non sa che cosa vuole, nel senso...-"

"Nel senso che non sa cosa vuole.
Punto e basta. E mi fa incazzare.
E io non so neanche perché ne ho parlato con te"

"Simone, stammi a sentire.
Non mi permetterò mai di giudicarti. Quello che voglio è solo che tu ti senta libero di raccontarmi quello che succede nella tua vita.
Non è facile per un genitore vedere il proprio figlio soffrire e non poter fare niente per aiutarlo.
Dobbiamo cercare di venirci incontro.
Lo dico perché ti voglio bene".

Simone  distoglie lo sguardo dal pavimento e accenna appena un sorriso al padre.

I suoi occhi sono spenti e lui si sente parecchio debole.

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