Ti amo, papà.

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Da un paio di anni avevano spiegato, dopo lunga ed attenta analisi, a Max che non era loro figlio ma che era stato adottato. Questo dovuto alle continue domande del bambino in riferimento alle sue corna e alla sua pelle blu. Certo, prima di farlo avevano provato diversi escamotage, Magnus aveva creato con la magia delle piccole corna sia per lui che per il compagno, ma non avevano affatto convinto il bambino anzi, lo avevano confuso ancora di più. I giorni erano passati e così sembrava anche per la grande rivelazione. O così credevano.

Quel giorno sulla città si stava abbattendo una grossa tormenta di neve, che stava lasciando un leggero manto sulla strada trafficata. Max urlava e stava dalla finestra pregando i suoi genitori di portarlo a giocare fuori.

-Dai Papi, ti prego, andiamo in strada-.

-Non ora Max. Lo sai che quando sei troppo felice tendi ad usare la magia-. Alec sorrise pronto alla risposta del bambino che poco dopo arrivo.

-Papà Magnus, starò attento, lo giuro-.

-No. Tra poco sarà notte e scenderemo-.

-Ma io voglio scendere adesso-. Urlò il bambino, battendo i piedi, la luce in cucina che sfarfallava.

-Max, calmati-. Intervenne Alec, guardando il bambino.

-Voglio andare sulla neve adesso-.

-Max, se non la smetti con questa sceneggiata finisce che vai a letto e la neve la guardi dalla televisione-. Disse Magnus, guardando il figlio.

-Ti odio!- urlò il bambino con rabbia.

-Max- si alzò Alec. -Chiedi subito scusa a tuo padre-.

-Lui non è mio padre e non lo sei nemmeno tu. Vi Odio, dovevate lasciarmi dov'ero-. Pianse il bambino, puntando i piedi.

-Adesso basta. In camera tua adesso-. Magnus si alzò dal divano, guardando il figlio indicandogli la camera da letto.

Alec, si riscosse solo quando sentì la porta della camera sbattere. Non era mai successo che il figlio si arrabbiasse così, certo, avevano avuto molte discussioni ma mai come quella-

-E' solo arrabbiato-. Le braccia del compagno lo strinsero per poi farlo girare.

-Non aveva mai detto che io non sono suo padre-. Il cacciatore era sconvolto.

-Sapevamo che sarebbe successo Alec. Eravamo pronti.-

-Ne abbiamo parlato ma io non volevo... io. Devo uscire-.

-Alexander, non fare così.- Magnus era dispiaciuto per il compagno ma capiva.

-Magnus, io... Scusa-. Afferrò le chiavi di casa e uscì. E a Magnus non restò altro che fissare la porta chiusa.

-Tornerà vero?- la vocina del figlio lo fece girare.

- Perché lo chiedi?. Hai detto che è cattivo, che non è tuo padre. Sono parole molto brutte da dire-.

-Io non volevo dirlo. Ero arrabbiato.-

-Non devi dirlo a me-.

-Ma torna?-

-Credo di si-.

-Fallo tornare-.

-Max, vai a dormire. Si sistemerà tutto. Ma dovrai chiedere scusa ad Alec-.

-Io non voglio andare a dormire, voglio Papà-. -Voglio Papà- pianse ancora correndo tra le sue braccia. -Mi dispiace- singhiozzò il bambino sulla sua spalla. -Voglio Papà- chiese ancora, stringendo tra le mani la sua maglia.

-Devi calmarti adesso-.

-Papà, fallo tornare. Non voglio che mi lasciate, voglio bene, per favore, chiama Papi-.

-Sono qui-. La voce di Alec, fece sobbalzare il bambino che scoppiò a piangere ancor più forte.

-Non volevo, non volevo, scusa. Scusa-. Pianse più forte il bambino mentre Alec si avvicinava e Magnus gli passava il bambino.

-Va tutto bene. Mi ha solo fatto male quello che mi hai detto-.

-Male? Come quando cado e mi perdo sangue dalle ginocchia?-

-Si Max. Lo so che non sono il tuo vero papà ma ti voglio bene.-

-Anche io ti voglio bene-.

-Ora che ne dici di andare a letto?-

-Non andate via vero?-.

-Non andiamo da nessuna parte-.

Alec, chiuse la porta abbracciando il compagno. -Grazie della chiamata- disse toccandosi la runa.

-Ti amo, papi- disse semplicemente lo stregone.

-Ti amo anche io, papà-. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 31, 2021 ⏰

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MALEC ~ VITA DA PICCOLI STREGONI E CACCIATORI IN ERBA (Shadowhunters)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora