Sull'orlo di una crisi di nervi

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"Max Michael Lightwood-Bane" tuonò il padre. " Per Lilith cosa hai combianto?" Era raro vedere lo stregone perdere la pazienza. Solitamente lui era il " buono" dei papà. Anzi spesso riprendeva Alec per la sua durezza. Anni ed anni a non infrangere le regole, e soprattutto a far in modo che nessuno le infrangesse,lo avevano forgiato dentro. E spesso usciva fuori la parte del " Dura Lex, Sed Lex", che era assopita nel cacciatore.

Ora che ci pensava in casa c'era troppo silenzio. Ma mai avrebbe pensato ad una cosa del genere. Si doveva sedere , ne aveva bisogno. Dov'era Alexander quando ne aveva bisogno? A ma gliela avrebbe pagata. Questa era colpa sua. " Per Lilith" sospirò lo stregone, tornando a guardare il figlio. Che si stava divertendo, ignaro del dramma del padre.

"Max Michael Lightwood-Bane, questa volta sei nei pasticci!". Ripetè lo stregone con una nota più acuta nella voce. Aveva bisogno di un cocktail, forte, fortissimo. Anzi ripensandoci bene. Un'intera scatola di Vodka. Ma di certo non poteva farlo. Era responsabile di Max. Quel piccolo traditore blu!!

Magnus si fece forza e prese il telefono, senza staccare gli occhi dal piccolo stregone. Al primo squillo la voce allegra di Alec lo raggiunse " Magnus ti m..". Ma non ebbe il tempo di terminare la frase. Perché Magnus sbrigativo lo blocco' ., " Alexander è successa una disgrazia" disse piagnucolando. ""Max Micheal Lightwood-Bane, Tuo figlio..." . Alec,che aveva trattenuto il respiro, lo rilasciò. Quando Magnus si rivolgeva a Max con il nome intero o specificando tuo figlio, aveva combinato sicuramente qualche pasticcio. " Magnus, amore, tra meno di un'ora sono a cas....". e di nuovo lo stregone non gli lasciò il tempo di terminare " Alexander Gideon Lightwood , A. CASA. ORA" e troncò la telefonata.

Alec guardò ammutolito il telefono, poi si girò verso la madre e disse " Scusa Mamma devo andare a casa, Max ne ha combinata una delle sue". Evitando di menzionare uno stregone, che sembrava, sull'orlo di una crisi di nervi. " Torno subito". E detto ciò si avviò verso il suo appartamento.

Aprì la porta , aspettandosi di vedere l'appartamento a soqquadro. Giochi sparsi. Lacrime di Max. Invece l'appartamento era all'apparenza tranquillo. "Magnus" chiamò Alec. Ma non ottenne risposta. Allora si avvio verso la sala, ove risaltava al centro un bellissimo divano blu.

C'era decisamente qualcosa che non andava. Finalmente scorse Magnus. Aveva la faccia sconvolta. Era in piena crisi di nervi. Le lacrime a stento trattenute. Alec lo sguardò allibito.

"Magnus, dov'è Max?" chiese Alec. E Magnus indicò, tetro, Il bagno. " Tuo figlio è la!" e detto questo si fece comparire in mano un cocktail, che aveva l'aria di essere molto alcolico ,e si diresse in sala. Borbottando su quanto fosse bella la vita dei single senza figli.

A lui avrebbe pensato dopo , pensò Alec entrando in bagno. " Per L'angelo" esclamo Alec. Max era multicolor. Un po' come il bagno. Era riuscito a raggiungere i trucchi dello stregone e vi aveva dipinto ogni parete. Compresa la tazza, la doccia e il povero Presidente Meow. E non contento aveva esaurito tutta la collezione di glitter. Max ne su tutto il corpo. Un piccolo faro da discoteca blu. Tutto brillante.

" Max, ma cosa hai combinato?". Il piccolo stregone attirato dalla voce del padre si voltò e indicando i suoi capelli colorati disse " Papà Agnus!!". Alec lo sollevo da terra e gli chiese " Sei come papa' Magnus?". Il piccolo ci pensò un attimo e poi colpendo Alec con le manine piene di glitter rispose " Tiiiiiiiiiiiiiii". Passo una buona mezz'ora a pulire Max. che alla fine crollò sulla sua spalla. Posò un bacio tra i capelli ricciuti, accarezzando le piccola corna che si intravedevano. E lo mise a letto. Di Magnus nemmeno l'ombra. Forse era uscito. Certamente vedere tutti i suoi trucchi e i glitter buttati via era stato un duro colpo.

Si diresse in cucina per prendere l'occorrente per pulire il bagno. E passando davanti alla camera di Max si fermò, per controllare che andasse tutto bene. Poi torno' in bagno. Tese l'orecchio perché gli sembrava di aver sentito piangere Max. Rimase in silenzio un paio di secondi, ma non giunse alcun suono. Quindi completò l'opera.

Stava andando in cucina. Quando ,fermandosi davanti alla cameretta di Max, gli si riempì il cuore. Magnus era addormentato sulla poltrona. Avvolgeva le braccia intorno Max che era sul petto e gli stringeva la maglia. Estrasse dalla tasca il cellulare e scattò una foto. Erano troppo belli per non essere fotografati.

Lentamente si avvicinò e passò le dita tra i capelli dello stregone che si riscosse. "Mirtillo stava piangendo" biascicò lo stregone. " Adesso non è più solo mio figlio?" ridacchiò Alec.

Una volta rimesso Max nel lettino. Lo stregone si fiondò tra le braccia sicure del cacciatore. " I miei glitter" mormorò sulla maglia del compagno. " Domani andiamo insieme a ricomprarli, va bene!?" . Magnus lo guardò negli occhi e scorrendogli le mani tra i capelli gli disse " Shopping insieme?".
" So già che me ne pentirò" disse Alec. Tornando a baciare lo stregone.

MALEC ~ VITA DA PICCOLI STREGONI E CACCIATORI IN ERBA (Shadowhunters)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora