In un mare di guai "Non sei tu..."

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-E io sono senza magia-rispose l'altro schioccando le dita. -Credo sia tutto merito di quello- disse con cattiveria, indicando fuori.

-Quello è tuo padre-gli disse Rafe, guardandolo severo.

-Stai zitto-disse solo lo stregone, aprendo l'armadio, prendendo una tuta, per vestirsi.



Il suono insistente del campanello scosse i due fratelli che stavano vestendosi in camera, facendoli capitolare fuori. Trovando i padri ancora in pigiama sul divano che guardavano la televisione.

-Non potevate aprire la porta? -chiese Rafe, andando verso l'ingresso.

-Siamo piccoli non possiamo...-rispose Alec, continuando a guardare i cartoni, scambiandosi solo un breve sorriso con il compagno, per poi avvicinarsi a lui, sussurrandogli dolcemente: -Ma lo sai che sei sexy anche da bambino?-.

Il compagno si limitò ad osservarlo un attimo stupito, per poi sciogliersi in un sorriso genuino, avvicinando le labbra a quelle del compagno in un dolce bacio.

-No vi prego, che schifo-disse una voce dietro di loro facendoli sussultare. Jace fermo dietro il divano li guardava con disgusto.

-Abituati zio. Lo fanno costantemente. Cosa poi ci provano non lo so. La saliva fa schifo- disse Rafe, sospirando.

-Toh. Il finto biondo, vuoi che ti trasformi in una papera? -chiese Magnus, fulminandolo con lo sguardo, facendo ridere il compagno, che mascherò il tutto con una risata.

-Certo che te formato pulce che mi minacci, è qualcosa di esilerante. Riesci a vederti allo specchio? -rise di gusto il biondo, tenendosi pure la pancia, con una mano.

-Hai finito? -chiese lo stregone, alzandosi sul divano in piedi, ottenendo solo che il cacciatore ridesse ancora di più.

-Jace, per favore- intervenne Alec, cercando di scongiurare un disastro epico. -Magnus...-lo chiamò poi. Ma il compagno si limitò a guardarlo con ostilità, tanto che Alec, fu costretto ad alzare le mani.

-Jace, per favore vai a prenderti una tazza di caffè- disse il fratello, guardandolo negli occhi.

-Va bene. Ho capito, qui non si può nemmeno scherzare- ribattè il biondo, accarezzando poi la testa di Alec, con fare giocoso. Facendo ringhiare Magnus, che scese dal divano come una furia, per chiudersi poi in camera.

-Non potevi evitartelo, vero? -disse Alec arrabbiato, guardando la porta della camera.

-Scusa, ma seriamente: quando mi ricapita? - rise Jace, andando in camera, dove lo aspettavano i nipoti.

-Come mai sei qui, Zio? -chiese Rafe, guardandolo.

-Beh, visto che i grandi ora siete voi, dovete venire con me in istituto, Magnus deve partecipare alla lezione di Catarina sulle erbe, e prenderà il posto Max, mentre tu verrai in ronda con me-disse il biondo guardandolo.

-Cosa? -urlarono all'unisono i bambini, guardandosi.

-Io sono senza rune, non posso- disse Rafe.

-Le lezioni sulle piante sono noiose, io non vengo-si impuntò invece il piccolo stregone.

-Oh ma non avete scelta. L'avevate prima di entrare nello studio di vostro padre e di mentire ripetutamente- disse il biondo, guardando serio i bambini.

-Era solo un regalo per quello là- disse con astio Max.

-Quello là-lo riprese il più grande, - E' tuo padre. E non credo che sia questo il modo per dimostrare di essere grandi e di aver capito la punizione-.

-E a me non me ne frega nulla, io non vengo e non puoi costringermi- replicò il ragazzo, incrociando al petto le braccia.

-Adesso basta, Max. Farai esattamente quello che dice lo Zio e guai a te se osi ancora chiamare tuo padre così- disse Alec, entrando in cucina.

-Quello non è mio padre- disse dando una spallata a Jace, uscendo dalla cucina, dirigendosi in camera, sbattendo la porta.

-Forse dovrei andare da lui-disse Rafe, guardando il fratello uscire. -Non volevamo fare nulla di male, papà lo sai. Abbiamo sbagliato è vero, ma Max ha il terrore di diventare grande...-mormorò Rafe.

-Perché ha paura di diventare grande? -chiese Jace, senza capire.

-Perché da grande papà potrebbe non esserci più- spiegò Rafe. -Posso andare da lui? -domandò guardando Alec.

-No Rafe, vado io- disse Magnus comparso dietro di loro. -Tu inizia ad andare in istituto con lo zio, ti raggiungiamo lì, di alla nonna che arriviamo tra poco-.

-Non essere troppo cattivo con lui papà, è anche colpa mia, non solo sua-disse ancora Rafe.

-Non ti devo ricordare come mai siete in questo pasticcio vero? Ora vai con lo Zio e non ti preoccupare per Max- disse Magnus, facendo sussultare il ragazzino, che però non disse nulla. Limitandosi a guardare implorante Alec, per poi uscire, seguito poco dopo dallo Zio.

-Rafe voleva solo difendere suo fratello, perché prendertela anche con lui. Non credi di esagerare leggermente? -chiese arrabbiato Alec, guardandolo negli occhi con le braccia appoggiate sui fianchi.

-Non mi pare. Inoltre sei sempre te quello che alza la voce, non posso farlo pure io per una volta? -chiese voltandogli le spalle.

-Magnus! -lo fermò il cacciatore, prendendolo per un braccio. -Cosa succede? Non è da te fare così. Soprattutto con i bambini- chiese Alec.

-Non succede nulla, ora mollami-ringhiò, cercando si scostarsi.

-Puoi eviatre di fare il bambino e mi dai ascolto un attimo?-.

-Ho una notizia Alec, siamo bambini. Siamo dei fottutissimi bambini, solo perché abbiamo cercato di insegnare qualcosa... a ... a.... Fammi andare, lasciami-.

-Non ti faccio di certo andare in queste condizioni da Max. Ci manca solo che ricominci ad urlare- si impuntò il cacciatore.

-Meglio ancora, vacci tu da tuo figlio- disse scostandosi, ed uscendo dalla cucina, lasciando Alec immobile. Ci volle circa un secondo perché si riscuotesse, e poi con un balzo degno del suo stesso sangue, bloccò Magnus, contro il muro.

-Non costringermi ad usare la magia contro di te- disse guardando per terra, lo stregone.

-Guardami Magnus-lo pregò il compagno. Qualcosa aveva sconvolto il compagno, e lui voleva scoprire cosa fosse.

-No- rispose l'altro.

-Per favore- chiese ancora.

-No- disse in un sussurro lo stregone. Fino a quando Alec, posandogli la mano sotto il mento lo spinse ad alzare il viso, notando gli occhi da gatto, liquidi. -Mi ha detto che non sono suo padre- disse scoppiando a piangere.

-Sai che non lo pensava veramente, è solo arrabbiato. Amore, lo sai. E' sempre stato piuttosto impulsivo, dice la prima cosa che gli capita e poi se ne pente. Sono certo che ora sia in camera sua, dispiaciuto-mormorò Alec, accarezzandogli il viso e togliendo con i pollici le lacrime. -Senti che ne dici di andare in camera e di riprenderci un attimo e poi vai parlare con Max?-.

-Si, credo sia meglio- disse Magnus sorridendo triste. 



[to be continued...]

MALEC ~ VITA DA PICCOLI STREGONI E CACCIATORI IN ERBA (Shadowhunters)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora