Immortalità Maledetta

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Una foto sbiadita, ingiallita dal tempo, i bordi piegati. La accarezzo' dolcemente, sorridendo.

Un piccolo cerchio sul calendario. Rosso. E un dolore sordo al petto. Il telefono che squillava nell'altra stanza.

La scia umida della lacrima che attraversa la guancia. L'ennesima lacrima, bollente come acido.

Il cielo che lento si svegliava, ignaro del dolore o della gioia di chi osservando, giorno dopo giorno andava avanti.

Un lampo rosso lacero' l'aria, l'odore forte di zolfo e di bruciato.

-Ti aspetto al parco- nessuna firma, non un'altra parola. Prese il biglietto lo strappo' in tanti piccoli pezzettini, lanciandolo nella stanza. Se suo padre l'avesse visto, avrebbe urlato e dato di matto.

Uscì di casa, senza aprire nessun portale. Voleva sentirsi normale, nonostante la pelle blu, che un incantesimo nascondeva agli occhi dei mondani. Raggiunse il parco. Il fiato spezzato. Suo padre che gli andava incontro, abbracciandolo.

-Sei in ritardo, Alec aveva paura che ti fossi dimenticato-.

-Non mi sono dimenticato, odio questo posto lo sapete-.

-Oggi devi sopportare, tesoro. Vai da Rafe e poi saluta tuo padre-.

Max si allontanò, posando la mano sulla spalla del padre, stringendola appena.

-Papà... - chiamò, avvicinandosi al padre che, seduto, osservava la lapide bianca davanti a lui.

-Allora non ti sei dimenticato... -. Si voltò Alec, sorridendo, il sollievo nella sua voce.

-No. Ma odio questo posto. Lo sai... -.

-Lo so, ma la nonna sarebbe contenta-. Alec si alzò, lasciando il ragazzo solo.

Max odiava quel posto, odiava quelle lapidi e odiava la sua immortalità. Odiava già, il giorno in cui, su quella lapide avrebbe letto il nome di suo padre.

MALEC ~ VITA DA PICCOLI STREGONI E CACCIATORI IN ERBA (Shadowhunters)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora