Non voglio perderti

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Correre, era quello che stava facendo Magnus, per i corridoi dell'istituto, maledicendo chi l'aveva costruito e le maledette barriere anti portale. Correva, con l'ansia nel cuore. Non aveva capito molto, solo che Alec era ferito. Durante un normale controllo si era imbattuto con Maia in un gruppo di giovani lupi, che aveva sfidato una gang della zona. Ben presto si era trasformata in una rissa, che era degenerata in una sparatoria, quando uno dei ragazzi, tra il terrore dei mondani, si era trasformato in lupo. Catarina era corsa sul posto e aveva cercato di cancellare i ricordi a tutti quelli che erano ancora lì. Non era stata una missione facile, soprattutto calcolando che aveva dovuto fare quasi tutto da sola.



Quando era arrivata la chiamata Magnus era a casa, disteso sul divano, che cercava di riprendersi dalla faticosa giornata. Erano anni che non evocava demoni e non eseguiva cos' tanti incantesimi di localizzazione come quel giorno I bambini erano all'istituto, Max a preparare torte e dolcetti con Maryse e Rafe a lezione di difesa con Simon, si sarebbe poi fermati li a dormire in attesa di Alec che era di ronda con Maia. Ora l'unica cosa a cui riusciva a pensare era il compagno ferito da un colpo di pistola. Maledicendo i mondani e loro manie di grandezza. Certo erano Shadowhunters, erano veloci e più forti, ma non erano invincibili, anzi era quasi certo che nemmeno lui, essere immortale, sarebbe sopravvissuto ad un colpo di pistola in testa. La stanchezza dimenticata, dopo la chiamata di Clary, con in sottofondo gli urli di dolore di Jace, anche se la ragazza aveva fatto di tutto per non farlo sentire.



-Magnus... Alec- erano bastate due parole per far gelare il sangue nelle vene allo stregone. Ed in pochi minuto era giunto come un uragano in Istituto, urlando tutta la sua rabbia e il suo dolore.


-Magnus...i bambini- disse con la voce stanca Isabelle, facendogli spazio vicino al letto del compagno.


-Esci, ti prego. E porta i bambini lontano da qui...- disse semplicemente, le mani già avvolte da scintille azzurre.


-Io posso darti una mano, il sangue non si ferma- disse la ragazza.


-Ti ho detto di uscire, fuori, ora- disse con rabbia lo stregone. Si sarebbe scusato con lei più tardi.


-Andiamo-disse Simon, dietro di lei, tirandola appena.


Ben presto la porta fu chiusa e dall'interno giungeva solo la lunga cantilena dello stregone, in una lingua sconosciuta.


-Zia?-chiese Rafe, avvicinandosi, gli occhi sgranati per la paura, seguito da Max visibilmente scosso.


-Non dovresti stare qui-disse Simon, guardando Rafe e Max che con gli occhi pieni di lacrime guardavano la porta dell'infermeria.


-Papà sta usando la magia... del... ecco... la magia...-disse Max, bloccandosi improvvisamente.


-Che magia Max?- chiese Rafe.


-La magia del nonno cattivo- disse sussurrando appena.


-Bambini andiamo dalla nonna- disse Simon, ma i bambini sfuggirono dalla sua presa.

MALEC ~ VITA DA PICCOLI STREGONI E CACCIATORI IN ERBA (Shadowhunters)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora