Capitolo 18

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Davanti a me il grande edificio, in cui vado ogni giorno contro la mia volontà. L'edificio assai antico, pieno di crepe e piante rampicanti sui muri, ora al buio e senza nessuno attorno è davvero inquietante. L'unico suono che riesco ad udire sono le foglie secche che si sgretolano sotto le mie suole ad ogni passo che faccio. Sono ormai 5 minuti che sto aspettando che lui arrivi, e di certo questo panorama e le folate di vento, non sono esattamente soggetti che mi tranquillizzano.

"Non mi aspettavo di vederti qui." sento una voce alle mie spalle. La sua voce.

Mi giro con le braccia incrociate al petto per riscaldarmi un po', ma invano.

Porto la mano sulla fronte assottigliando gli occhi, come se stessi cercando qualcosa.

"Ehi che cosa stai cercando?" mi chiede voltandosi dietro di lui dove stavo guardando io un attimo fa.

"Solo la tua simpatia." dico fingendo un sorriso.

"Ah-ah ma come siamo scorbutiche oggi." mi chiede piegando la testa di lato divertito, mentre si avvicina a me con piccoli passi.

"Andiamo Jake. Che cosa vuoi?" dico esasperata.

"Non che cosa voglio, ma chi voglio. E tu sai benissimo chi voglio." dice diventando bruscamente serio, cosa che mi fa venire un brivido lungo la schiena. Si avvicina sempre di più mentre io indietreggio finchè non sbatto contro un albero. Stiamo scherzando? Perchè deve succedere sempre così.

"Io non sono la proprietà di nessuno, tanto meno di uno psicopatico come te." sputo fredda. No davvero sono seria, sputo letteralmente in un suo occhio.

"Io ci ho provato a convincerti con le buone, ma ti stai comportando come una bambina cattiva. E sai che cosa succede a quelle come te?" mi sussurra in un orecchio. Cerco di liberarmi ma invano, infatti non si muove neanche di un millimetro. Resta lì fermo con il suo corpo che aderisce al mio.

Sono una stupida, non dovevo venirci qui. Quale persona sana di mente andrebbe a un "appuntamento" con un psicopatico, per di più di notte e da sola. Ovviamente solo io, se mai posso considerarmi una persona sana di mente, dopo questo si è capito che non lo sono. Ho solo peggiorato la situazione. Avrei dovuto ascoltare i ragazzi. Ma a che cosa pensavo mentre venivo qui? Non sono di certo in un dannato film pieno di clichè, dove la protagonista viene salvata un'attimo prima di essere uccisa. Non c'è nessun principe azzurro pronto a salvarmi. E purtroppo questo l'ho capito troppo tardi.

Jake estrae qualcosa dalla tasca posteriore dei suoi jeans e l'avvicina alla mia tempia. Non vedo l'oggetto ma capisco benissimo che è una pistola. Il metallo freddo della volata contro la mia pelle, mi fa venire un ulteriore brivido che percorre non solo la mia spina dorsale, ma anche il resto del corpo fino ad arrivare perfino alle punte dei piedi.

"Se non puoi essere mia, non potrai essere di nessun'altro."

Ashton's POV

"Shh" Luke si porta il dito sulle labbra, segno per indicare di fare più silenzio.

"Ma sei tu-" provo a dire ma vengo interrotto da Luke.

"Shh" ripete.

"Però tu-" riprovo a dire ma il suo dito si posa sulle mie labbra.

"Shh"

"Shh tu non ne posso più dei tuoi continui shh. Shh shh shh" bisbiglio frustrato.

Luke si strofina la faccia e fa una smorfia di disgusto, probabilmente gli ho sputato. Alza gli occhi al cielo per poi riportare lo sguardo davanti a sè.

Siamo nascosti dietro ad una siepe da circa 10 minuti, cercando di non fare alcun rumore. Il che è un'impresa assai ardua, dato che il biondo di fianco a me non riesce a fare a meno di rompere foglie secche.

Quando porto lo sguardo alla scena davanti a noi, mi si reggela il sangue nelle vene. Meddy è imprigionata nella presa di Jake, che le sta puntando una pistola sulla tempia.
Prima che me ne renda conto sto correndo nella sua direzione. Sento Luke urlarmi qualcosa, ma sono troppo concentrato su Maddy per afferrare anche solo una parola. Appena sono abbastanza vicino da ritrovarmi di fronte alla schiena di Jake gli salto addosso afferrandolo per il collo con il braccio destro, facendogli allentare immediatamente la presa su Meddy e sull'oggetto che era nella sua mano qualche secondo fa, prima che cadesse sulla distesa di foglie secche.
La ragazza si divincola dal braccio di quello psicopatico, allontanandosi il più velocemente possibile.
Jake tossisce per poi spingermi facendomi perdere l'equilibrio così da farmi cadere di schiena. Nonostante ci sia uno spesso strato di foglie ad attutire l'impatto, emetto un gemito di dolore strizzando gli occhi per un attimo. Sento la voce inconfondibile di Meddy urlare il mio nome.
Quando riapro le palpebre vedo Meddy pietrificata in piedi a una decina di metri di distanza.
"Via! Vattene via! Meddy scappa! Me-" le urlo, ma non finisco neanche la frase che una gomitata colpisce il mio stomaco. Allento leggermente la presa su Jake ma basta quel poco per liberarsi. Non mi fa neanche riprendere il fiato che un pugno arrivi in contatto con la mia mascella, facendomi voltare di scatto la testa.
Dopo neanche un minuto ci ritroviamo a rotolare sferrandoci una serie di pugni incontrollabili.
D'un tratto il mio sguardo cade sulla pistola ancora abbandonata sul prato, che ora si trova a pochissimi metri di distanza da noi. Quando alzo lo sguardo noto che anche Jake sta mirando al mio stesso obbiettivo e cerco di divincolarmi dalla sua presa il più rapidamente possibile, ma lui è più veloce e mi scaglia una gomitata sull'occhio sinistro. Prima che me ne renda conto, Jake torreggia di fronte a me impugnando la pistola. Immediatamente mi alzo cercando di restare in equilibrio nonostante l'occhio ancora dolorante me lo renda difficile. Jake punta la pistola in mia direzione mirandomi con uno sguardo di puro disprezzo.
"Facciamola finita con questa pagliacciata" sputa con tono tagliente.
E preme il grilletto.

A destructive dream » Ashton Irwin [rewriting]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora