Capitolo 17

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I miei piedi cominciano a muoversi da soli, indietreggiando a piccole falcate mentre nella mia mente rimbomba quella frase. Sono ancora qui. 

Sento le mani di Luke appoggiarsi sulle mie spalle.
"Vieni, andiamo" dice con un tono piatto, più rivolto a se stesso che a me.
Ora con le mani sui miei fianchi a sorreggermi, mi porta dentro casa, senza mollare la presa per un secondo, come se potessi infrangermi in mille pezzi da un momento all'altro.
Una volta dentro casa. Mio padre non c'è. Ancora stordita, mi accorgo che Luke mi ha fatta sedere sul divano, e mi accorgo di avere un bicchiere di latte freddo in mano.
"Ma cos-... latte? Fai sul serio Luke?"  gli chiedo sconcertata.
"E che ti aspettavi? Della banale acqua? Suvvia non farmi ridere e bevi il tuo latte"
Lo fisso per un attimo confusa, poi scuoto la testa e prendo a sorseggiare il latte che, a mia grande sorpresa, sembra placare i miei nervi.
"Meglio ora?" mi chiede premuroso, annuisco piano senza distoglere lo sguardo dal bicchiere ormai vuoto.

Non può essere vero, deve essere per forza un brutto sogno da cui non riesco a svegliarmi, ma lui è ancora qui. L'incubo non è ancora finito.
Mille domande mi inondano la mente, le quali tutte senza risposta.
Riuscirò a sopportare tutto questo?
Mi sento un vuoto nel petto, l'ansia mi sta divorando. Realizzo di star tremando quando vedo quel poco latte rimasto nel bicchiere muoversi avanti e indietro in piccole onde. Alzo lo sguardo spaventata, ma prima che incontri lo sguardo di Luke, il bicchiere nella mia mano si frantuma in vari frammenti e cocci di diverse grandezze. Chiudo gli occhi e sobbalzo per il rumore.
Con la coda dell'occhio vedo Luke sussultare prima di chinarsi di fronte mentre io rimango immobile a gurdarlo, incapace di fare o dire qualcosa.
In questo momento, tenendo lo sguardo fisso in un punto indeterminato della stanza, l'unica cosa che ho in mente è Jake.
"Hei Meddy, mi stai ascoltando?" mi scuota leggermente le spalle Luke che è in ginocchio davanti a me.
Sbatto le palpebre ripetutamente uscendo dal mio stato di trance per poi posare i miei occhi sui suoi preoccupati, scuoto la testa piano in segno di negazione.
"Dai vieni qua" sospira e mi attira fra le sue braccia, senza esitare ricambio l'abbraccio.

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"Ehi Meddy mi senti?" sento una voce ovattata chiamarmi, apro lentemente gli occhi sbattendoli un paio di volte per abituarmi alla luce sopra di me, con gli occhi ancora socchiusi osservo dove mi trovo. Sento una lieve pressione sulle mie spalle, sposto lo sguardo su esse e trovo due grandi mani che mi stanno stringendo, seguo le sue braccia e trovo un ragazzo moro e riccio con due occhi grandi pieni di preoccupazione che mi scrutano.

"Ti senti meglio?" mi chiede dolcemente accarezzandomi il braccio, dopo qualche attimo di disorientamento capisco che il ragazzo difianco a me è Brad.

Provo a mettermi seduta, ma appena alzo il capo e il busto, sento un forte dolore alla testa e tutto inizia a girare attorno a me. Brad mi prende per le spalle e mi fa distendere di nuovo delicatamente.

"E' meglio se resti per un po' distesa" mi consiglia accennando un sorriso.

Mi guardo attorno per capire dove sono, al di sopra di me c'è una specie di lampada che emana una fioca luce, sono sdraiata su una poltrona parzialmente reclinata che assomiglia molto a quella dei dentisti, alla mia destra c'è una finestra, guardandola capisco che è quasi sera visto che il sole sta tramontando, invece alla mia sinistra c'è Brad seduto su una sedia.

"Che ci faccio qui?" chiedo con voce roca e impastata.
"Stavamo facendo le prove, fino a quando non sei svenuta all'improvviso. L'infermiera dice che sei svenuta per colpa della quantità di stress accumulato in poco tempo, quindi è meglio che ti riposi" mi risponde alla domanda. Apre la bocca per parlare di nuovo ma la chiude subito dopo, credo che mi volesse chiedere che cosa mi abbia turbato così tanto a tal punto da farmi svenire in mezzo alla palestra, ma non lo fa e gliene sono grata, perchè non credo che riuscirei a parlarne, nè con lui e nè con nessun'altro.

A destructive dream » Ashton Irwin [rewriting]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora