Capitolo 3

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"Australia."

"Quindi per te andrebbe bene?" chiede guardandomi attentamente.

"Oh si certo."

"Grandioso, e io che credevo facessi una scena-"

"ERO SARCASTICA. LO CAPISCI? NO OVVIO NON CAPISCI MAI UN CAZZO. SOPRATTUTTO SE SI TRATTA DI ME. CHI MAI SAREBBE FELICE DI TRASFERIRSI DALL'ALTRA PARTE DEL MONDO NEL BEL MEZZO DELL'ADOLESCENZA." sbotto urlandogli contro.

"Tesoro ascolta, capisco che è dura per te accettare tutto questo, cambiare scuola, amici ma..."

Il sangue mi ribolle nelle vene, non riesco più ad ascoltarlo.
"No tu non capisci proprio un cazzo."

"Ehi teso-" prova a calmarmi ma lo interrompo immediatamente.

"Smettila. Smettila. Smettila. Non chiamarmi tesoro, se poi non te ne frega niente di me. La mia opinione non conta nulla vero?"

Corro in camera mia, e sbatto la porta alle mie spalle con una forza che neanche sapevo di avere.

Bussa alla porta ma io li urlo di andarsene. Dopo la terza volta ci rinuncia e lo sento sospirare profondamente.

Mi prendo la testa con le mani tirando i capelli dalle radici, frustrata, arrabbiata, furiosa. Come può credere che possa trasferirmi dall'altra parte del mondo così di punto in bianco?

Mi accascio a terra e scoppio in un pianto liberatorio.

È come se non gliene importasse niente di me, io per lui non sono altro che un oggetto da portare a spasso dove gli pare. Come se io non avessi sentimenti o opinioni.

Sono successe troppe cose stasera, la mia mente sta correndo cercando di elaborare tutto.
Jake. Sarah. Discoteca.
Le immagini di loro due in discoteca mi inondano la mente portandomi a singhiozzare più forte. Perché lo ha fatto? Ubriaco o no sta di fatto che l'ha baciata, quella puttana di Sarah.

Forse un lato positivo nel trasferimento c'è: non rivedrò mai più quello stronzo, quello stronzo di cui mi sono presa una cotta, ma che dopo stasera voglio dimenticare. Trasferendomi riuscirò ad allontanarmi da lui fisicamente e forse anche sentimentalmente.

Ma tutto mi crolla addosso nell'attimo in cui mi rendo conto che dovrò lasciare i miei amici, ma in particolar modo Abby. Lei è sempre stata la mia migliore amica. E la cosa che ci ha sempre legate è la nostra passione comune: la danza. Lei è l'unica che c'è sempre stata, l'unica al corrente di ciò che ho passato in questi anni. Non sopravviverei senza di lei. Il pensiero di non rivederla per più di metà anno mi distrugge.

Sento gli occhi pesanti e finisco con l'addormentarmi rannicchiata sul pavimento.
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Vengo svegliata dai raggi del sole che mi perforano gli occhi come dei trapani. Ho il culo intorpidito, mi accorgo immediatamente di aver dormito a terra e che gli avvenimenti di ieri sera non erano solo un brutto sogno, purtroppo.

Tra una settimana partiró per Sydney. Tra una settimana non potrò ammirare il mare della California e percorrere le strade piene di discese e salite tipiche di San Francisco, credo che quest'ultime non mi mancheranno affatto.
Dalla prossima settimana la mia vita cambierà radicalmente.

Guardo la sveglia sul mio comodino e noto che è già mezzogiorno.

Dopo vari minuti decido di alzarmi, e di scendere a mangiare qualcosa e prendere un'aspirina visto che è da ieri sera che non mangio e ho anche i postumi della sbornia.

"Papà ci sono ancora delle asp-" rimango senza parole appena vedo Jake seduto in cucina con mio padre.

I due si girano verso di me, sento lo sguardo di Jake bruciare sul mio corpo poco coperto. Instintivamente abbasso la camicia cercando di coprire il più possibile la pelle scoperta.
Noto che i due spalancano gli occhi. Appena capisco il perché, arrossisco violentemente: abbassando la camicia stavo mettendo in ben mostra il mio petto.

A destructive dream » Ashton Irwin [rewriting]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora