Capitolo 15

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Sto camminando avanti e indietro da 10 minuti, è passato un giorno dall'incidente, se si può chiamare così, ma ancora nessun segno del risveglio, i dottori hanno detto che se l'è cavata con la caviglia destra slogata, 7 punti sulla fronte e qualche livido su tutto il corpo. Non è niente di grave, ci hanno anche informato che si risveglierà in questi giorni.

"Ashton smettila di camminare avanti e indietro, ci rendi più nervosi di quanto lo siamo già" si lamenta per l'ennesima volta Luke.

"Ok, mi dispiace adesso la smetto" mi scuso sedendomi in una delle tante sedie scomodissime della sala d'attesa.

L'unico rumore udibile era il ticchettio dell'orologio -Tic Tac Tic Tac- é straziante ascoltarlo, mi mette ancora più ansia di quanta ne abbia già.

Una mano si appoggia sul mio ginocchio, abbasso lo sguardo sulla mano e mi accorgo solo ora che fino a qualche istante fa stavo battendo il piede ripetutamente sul pavimento, alzo lo sguardo incontrando così gli occhi azzurri, pieni di rammarico, di mia sorella.

"Ehi stai tranquillo, non é niente di grave l'hanno detto pure i dottori" mi rassicura accarezzando la mia gamba e accennando un piccolo sorriso.

"É colpa mia" sussurro.

"Perché dici una cosa del genere? Non é affatto vero e lo sai bene"

"É colpa mia, é solo colpa mia. Se non avessi dimenticato quel fottuto libro di scienze, avrei potuto evitare tutto questo" dico gesticolando con le mani "Se fossi stato lì con lei, quello stronzo non avrebbe neanche toccato i suoi capelli, l'avrei salvata come quella notte. Io avevo il dovere di proteggerla, dovevo salvarla. Glielo avevo promesso. Sono inutile. É colpa mia. Solo mia."

"Non puoi pretendere di salvare sempre le persone, sei un'umano non un supereroe"

"Lo so, ma io sono Smash il suo supereroe personale, era il mio dovere" dico con un filo di amerezza.

MEDDY'S POV

Sento le palpebre pesanti, mi fa male tutto il corpo, cerco di apripre gli occhi ma una luce mi accieca, quindi sbatto ripetutamente le palpebre per abituarmi alla luce. Sgrano gli occhi e cerco di focalizzare dove sono, la mia caviglia destra è fasciata da uno strato di garza, il mio sguardo ricade sulle mie braccia piene di lividi e qualche graffio qua e la, un'ago è dentro al mio braccio destro che è collegato ad una flebo.

Giro lentamente la tasta verso sinistra e noto mio padre che dorme con la testa appogiata al materasso, avrà passato tutta la notte qui accanto a me. Un senso di colpa mi pervade, molto probabilmente l'avrò fatto preoccupare tantissimo, non faccio altro che procurare problemi.

Cerco di muovere il braccio per svegliarlo, dopo qualche tentativo finalmente si sveglia.

"Papà?" sussurro con la voce rauca e impastata dal sonno.

"Tesoro, è bello vederti finalmente sveglia" dice entusiasto abbracciandomi.

"P-papà mi fai ma-male così" cerco di dire.

"Scusa piccola" dice staccandosi e sorridendomi. "Adesso vado a chiamare l'infermiera" continua per poi uscire dalla stanza.

Mi guardo attorno esaminando la stanza, è tutta bianca e abbastanza spaziosa, alla mia sinistra c'è un'apparecchio che controlla i miei battiti e una poltrona dove era seduto un'attimo fa mio padre, mentra alla mia destra c'è la flebo e un comodino con sopra un bicchiere d'acqua. Infondo alla stanza a sinistra ci sono delle finestre con delle tende quasi trasperenti che lasciano filtrare la luce del sole.

A destructive dream » Ashton Irwin [rewriting]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora